venerdì 30 maggio 2014

Trinacria 2: La riserva dello zingaro


Foto di P. Procchio

Né a molestarmi Euriloco in tal guisa
Tardava: "Ulisse, un barbaro io ti chiamo,
Perché di forze abbondi, e mai non cedi,
Né fibra è in te che non sia ferro, a' tuoi

Contendi il toccar terra, e di non parca
Cena sul lido ristorarsi.
(Odissea - Canto XII)


Riserva dello Zingaro - Foto P. Procchio
Ho sbagliato a lasciare in mano completamente l'organizzazione del programma a elementi fanatici della sofferenza. Lo so del resto che i miei amici sono veri e propri talebani della pedula da trekking. So già che oggi tenteranno di azzopparmi per chiarire subito qual è lo stile del viaggio. Il programma prevede infatti una scarpinata terrificante per fiaccare subito i più bollenti spiriti. Chi crollerà sarà abbandonato lungo la strada come gli alpini in Russia. La partenza, per guadagnare tempo è prevista in orari antelucani. Sveglia militare alle otto. Così verso le nove siamo ancora tutti attorno ai tavoli della colazione che infarciamo fette di plum cake e biscotti con la deliziosa marmellata di arance preparata dalla Tiziana, la gentilissima ragazza che gestisce l'omonimo B&B. Ancora una briochina alla crema, se insiste, poi non ci sono più scuse, bisogna partire. Una sosta per guardare Castellammare dall'alto, comprare qualche oggettino di legno d'olivo alla bancarella da un muto venditore che alla richiesta di sconto, subito si rabbuia e poi non ci sono santi, zaini affardellati come muli, eccoci all'ingresso della Riserva dello Zingaro che non sono neanche le 10. I sentieri si perdono subito in mezzo ad una macchia mediterranea di rara bellezza. Cammini a picco sul mare che si insinua in tutta una serie di piccoli promontori, formando insenature profonde, dove intravedi calette solitarie da raggiungere con discese ripide tra cespugli di agavi e fichi d'India. Il blu profondo appena increspato di un'onda calma, si frange verso gli anfratti delle scogliere in mille sfumature smeraldine, più chiare e venate dai giochi di luce provocati dai raggi di un sole non ancora feroce e insolente, ma ancora gentile. Non avverti neppure la fatica del cammino, te la sottolinea solo il tuo ansimare obbligato mentre trascini la tua massa zavorrata lungo il sentiero nascosto da prati rigogliosi e punteggiati di margherite e del rosso cupo della sulla, macchie di sangue vivo nel verde scuro della primavera del sud. 

Una caletta - Foto P. Procchio
Gruppi di palmette nane costellano le ripe, come piantate a bella posta da un giardiniere fantasioso che non ha risparmiato in nulla. Quando il cammino si ritira verso il monte gruppi di alberi formano boschetti con ombre fitte, in cui sgorgano rivi di acque, popolate di cespi di acanto fiorito dalle grandi foglie che ritroverai tal quale nei capitelli ricchi di templi e chiese. Maggio è un mese magico per questi luoghi, lo ripeterò ancor tante volte. Dovunque un tappeto di fiori, convolvoli viola, gialli ranuncoli, cardoni grigio azzurri e il rosso papavero che muove i grandi petali alla brezza. E ancora specie rare presenti solo qui, garofanini, sassifraghe e piccole orchidee accanto a fiordalisi seminascosti da grandi cespi di finocchio selvatico. Non sai dove guardare mentre cammini tra profumi di rosmarino e giaggiolo. Di tanto in tanto, piccole case, antico segno di un vivere passato, un alternarsi tra contadino e pescatore, recuperate e trasformate in minuscoli musei, della manna, delle attività marinare, di quelle contadine, naturalistico, dell'intreccio delle fibre vegetali, dove gentilissimi addetti spiegano, mostrano, raccontano storie. Siamo solo a maggio eppure c'è già tanta gente in giro, scolaresche, stranieri. Forse allora non è vero che se dai opportunità di fruire di cose belle, la gente non risponde. Forse se fai le cose bene, le persone sono attratte di sicuro, vengono, pagano ben contente e il passa parola fa girare l'economia. E qui bisogna davvero sottolineare che le cose sono fatte bene, pulizia dappertutto, percorsi curati, segnalazioni e servizi; poi la natura ci mette il suo, perché questo è davvero uno dei luoghi più belli d'Italia, che da solo vale la visita, frase fatta che temo dovrò ripetere più volte. Comunque sarà vero che la bellezza anestetizza la fatica, ma dopo due ore e mezza di su e giù tra le rocce strapiombanti sul mare, scalette dagli interminabili gradini e precipitose discese verso il basso, le ginocchia mostrano segni inequivocabili di cedimento. 

Nati per soffrire - Foto P. Procchio
Una minuscola cala tra massi corrosi, un arco di pietroline bianche e poi ti lasci andare nell'acqua trasparente, piena di pesciolini che ti corrono tra le gambe, fresca o gelida secondo i punti di vista, ma che ristoro dopo la fatica! Non rimane che ingozzarsi con un paio di panini preparati da mani premurose, che possano alimentare la sete feroce del ritorno, altre due ore e mezzo in cui capisci che dovresti darti limiti meno ambiziosi, lanci sguardi malevoli a chi sgambetta sereno, grazie ad una corporatura colpevolmente snella e sfacciata che sembra rimproverarti il tuo accumulo indecente di grassi insaturi. Il ritorno è durissimo e quando arrivi sfatto all'uscita, hai appena la forza di sederti sul bordo in pietra della vasca di un antico abbeveratoio ad aspettare i ritardatari, che non si erano ancora decisi ad abbandonare questa meraviglia. Ho i piedi gonfi, le caviglie dolenti, ginocchia infragilite e tremolanti, l'acido lattico che pulsa nel muscolo, crampi e respiro mozzo, la fronte imperlata, la camicia madida incollata sulla schiena, dove la brezza fresca raggela il rivolo continuo di sudore. Di fianco a me frotte di francesi e tedeschi volteggiano leggeri bastoncini da nordic walking. Bionde vichinghe ridacchiano sventagliando dentro i pantaloncini, cosciotti rosei, già resi vermigli dal poco sole ma già spietato per quelle anemiche pelli e corrono felici verso le macchine. Anche io mi trascino, l'ultima fatica è fatta, come mi sono divertito. Bisognerà recuperare calorie questa sera, cannolo doppio, intanto il pesce non ingrassa. 

Mappa - tratta dal sito


SURVIVAL KIT

La Riserva dello Zingaro - Tutti i giorni dalle 7 alle 19 - 3 Euro (over 65 gratis) - A 1 km da Scopello e una decina da Castellammare del Golfo. Percorso giudicato "facile". Circa 15 chilometri tra andata e ritorno (4/5 ore). Molte escursioni più lunghe e attività varie (vedere il sito). 5 piccoli Musei. Bagno nelle varie calette lungo il percorso, sembra affollatissime ad agosto. Portarsi almeno un paio di litri di acqua a testa, perché nel parco non è reperibile. Visita comunque imperdibile.

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7 commenti:

chicchina ha detto...

E così sei approdato,moderno Ulisse,
da queste parti..Hai ragione,a viverci neanche ce ne accorgiamo della bellezza che ci circonda.Da non perdere qualche spettacolo al Teatro greco di Siracusa. Programmi anche per la Sicilia orientale-Catania,Etna,Taormina?Ti auguro una vacanza all'altezza delle tue aspettative.
Chicchina,dalle falde dell'Etna..

chicchina ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Tu sempre super ma..complimenti al fotografo !!!!
Gianna

Enrico Bo ha detto...

@chicchi - ormai sono tornato da due settimane, ahimè. Ora sto ripercorrendo l'itinerario passo passo per gli amici che mi seguono. Arrivato a Palermo e poi via Marsala, tutta la costa sud fino a Siracusa. ESperienza indimenticabile, come mi aspettavo del resto, per le cose viste ma soprattutto per le persone incontrate. Ero già stato altre due volte, ma credo che non basti mai.

@gianna - Sì il ragazzo è valido e lo tengo d'occhio.

Enrico Bo ha detto...

@chicchi - ormai sono tornato da due settimane, ahimè. Ora sto ripercorrendo l'itinerario passo passo per gli amici che mi seguono. Arrivato a Palermo e poi via Marsala, tutta la costa sud fino a Siracusa. ESperienza indimenticabile, come mi aspettavo del resto, per le cose viste ma soprattutto per le persone incontrate. Ero già stato altre due volte, ma credo che non basti mai.

@gianna - Sì il ragazzo è valido e lo tengo d'occhio.

acquaviva ha detto...

verissimo: non basta mai...

Enrico Bo ha detto...

@Acqua - purtroppo o per fortuna i luoghi da vedere sono troppi. Ma credo che in un futuro non lontanissimo ci saranno le Eolie

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 116 (a seconda dei calcoli) su 250!