martedì 22 dicembre 2015

Da Nagda a Eklingji



Distribuzione dell'acqua potabile


Carico bagagli
Mohammed guida con calma indiana e senza l'atteggiamento nervoso di chi mal sopporta un traffico disordinato e convulso. Si fa strada se necessario, ma non esagera nella prepotenza di chi deve arrivare a tutti i costi in tempo. Forse questo atteggiamento gli deriva dalle sue origini contadine. Figlio di una famiglia poverissima del Bihar è arrivato a Delhi piccolino e qui ha dovuto darsi da fare per arrivare ad una vita accettabile. Guidare un'auto non garantisce uno stipendio decente, ma è comunque uno status che promette compensi accessori e consente di mettere su famiglia. Ha un bambino di tre anni che sarà ovviamente viziatissimo e per il quale, come per tutti i padri del mondo, ogni sacrificio non va neppure messo in discussione. Su una sola cosa sembra non transigere. Il figlio dovrà studiare, ad ogni costo, questa strada gli pare il solo mezzo di affermazione e di accesso all'ascensore sociale. Da mussulmano in un paese a maggioranza hinduista, probabilmente si sente un poco discriminato, ma non lo fa vedere poi troppo, anche se si capisce che si trova più a suo agio con i suoi. In fondo in questo paese puoi vivere e lasciar vivere, se non te la vai a cercare. 

Ingresso del tempio di Nagda
L'importante è guidare senza problemi e riportare al punto di partenza i turisti che gli vengono affidati in modo che siano soddisfatti, garanzia di una eventuale mancia, parte sostanziale delle sue entrate mensili. Il resto conta poco. Così non mostra mai fatica nelle lunghe ore di guida, la strada è la sua realtà quotidiana e adesso con tutte le strade nuove che vengono aperte ogni giorno, non è poi così faticoso. In fondo la grande pianura del Rajastan consente strade diritte e fuori dalle città la concentrazione delle auto diminuisce, al massimo bisogna fare attenzione a cammelli e vacche distese in mezzo alla carreggiata. A Nagada ci si arriva abbastanza in fretta, intanto il tempio di Khrishna non apre che alle 11. E' ben nascosto tra le case proprio al centro della cittadina, ma non fai fatica a trovarlo, basta seguire la folla che già di prima mattina attraversa il mercato per mettersi in fila. Il lunedì è il giorno più affollato. La ressa si forma già qualche centinaio di metri prima della piazzetta che sta in fondo alla contorta stradina del bazar. Tutto intorno ci sono i guardiani delle migliaia di scarpe che devono essere abbandonate all'esterno del tempio, un servizio indispensabile per l'occasione. Un ufficietto con le inferiate invece, ritira zaini e macchine fotografiche, vietatissime all'interno, come in moltissimi altri edifici religiosi del paese. 

Nagda - Porte del bazar
All'ingresso c'è una lunga scalinata dove la folla viene divisa in due parti, uomini e donne separati. Capisci subito il motivo. La gente si ammucchia stretta stretta, regimentata dalle transenne di metallo e le donne qui in mezzo sarebbero certamente oggetto di attenzioni non gradite. Appiccicati come acciughe le mani si allungano facilmente, sui portafogli come su altro. I cartelli di messa in guardia si sprecano. Intanto la coda, davanti ai portali d'argento, si allunga. Tutti aspettano senza dare segni di  nervosismo, anche se il caldo e l'umidità possono rendere l'attesa fastidiosa, rimanendo così premuti dai vicini. Quando arriva l'ora, giunge dall'interno del tempio un gran frastuono di tamburi e di cembali. I sacerdoti cominciano la cerimonia e subito le porte si aprono. La folla è come un enorme animale che si scuote dapprima lentamente, poi sempre con maggiore vigore. Ogni cellula che compone questo corpaccio molle e sudato cerca di guadagnare la posizione migliore per garantirsi un accesso rapido. Le donne le abbiamo ormai perdute di vista, sono entrate dall'altra parte del tempio, quello che dà spazio alle aree dove si adora il lingam e si fanno offerte specifiche per richiedere la fertilità. Di qui tutti si affannano per salire le scale e riuscire ad entrare, spingendo a più non posso. 

Deposito scarpe
Hai chiara la percezione del pericolo; se qualcuno cade c'è di sicuro il rischio di rimanere calpestati da quelli che seguono e spingono senza sosta per guadagnare posizione. Militari e sacerdoti tentano di dividere gruppi definiti separandoli con robuste corde, ma quando la folla preme non è facile controllarla, anche se ai più scalmanati e riottosi, che si agitano troppo scompostamente, vengono distribuiti senza troppo riguardo robusti scappellotti sulla testa. I poliziotti poi tengono sempre bene in vista il lathi, un robusto bastone di legno duro che all'occorrenza sa risultare piuttosto pesante. Intanto dall'interno salgono canti ed ovazioni ritmiche. Di tanto in tanto si alza il grido di lode a Khrishna. La folla lo ripete con un fremito sordo. Superato il portale ci si immette in una sorta di percorso obbligato nel quale la spinta di chi ti segue, ti fa procedere per forza propria come un impasto di carne nel budello di una salciccia. Quando arrivi nei locali dove sono situati gli altari con le statue della divinità ricoperte d'argento, si scorre cercando di arrivare davanti, per vedere qualche cosa, per recitare mantra, per ricevere, previa offerta, una qualche benedizione dai vari sacerdoti attenti ad individuare nel mucchio i fedeli più redditizi. 
Venditori di limonata

L'applicazione della tikka rossa sulla fronte, una spolverata sul capo, poche parole di conforto e poi subito si deve lasciare spazio a chi segue che comunque spinge senza remissione, a sua volta pressato da chi è più indietro. Davanti alle statue, gruppetti di sacerdoti compiono i riti della cerimonia, versando acqua sulle statue, mettendo fiori, recitando le preghiere. A tratti tutti si fermano per un attimo e levate le braccia al cielo esplodono in un grido fortissimo di lode al Dio, che risuona sotto le volte di pietra espandendosi all'esterno dove tutto il resto della folla lo riprende e lo moltiplica come un'onda che si frange fino agli estremi confini del mercato. E' un sabba convulso ed implacabile nel quale vieni continuamente pressato e spintonato da chi a sua volta vuole pregare, toccare, vedere, dare senso alla sua venuta in questo luogo. I padri sollevano i bambini in alto perché possano avere la visione del sancta sanctorum dove la statua di marmo bianco ricoperta d'argento della divinità rimane nella penombra illuminata dalla luce fioca delle lampade e questi straniti dalla confusione rimangono a fissare al di là delle teste cercando di capire, assorbendo questo bagno di folla e di fede. 

Portatore di offerte
Poi a poco a poco vieni spinto fuori, come espulso dalle viscere del tempio e ritorni a respirare aria invece dell'insieme di quegli odori forti e stagnanti, una sorta di aroma dolciastro, un misto di fiori marci, latte andato a male, spezie, incensi e umanità varia. Un'esperienza decisamente forte, in cui hai cercato di mantenere i piedi nudi al di fuori delle parti del pavimento umide di non sai bene cosa e che adesso cerchi di ripulire alla meglio prima di rivestirli una volta recuperate scarpe e calze. Si tratta poi di ritrovare le compagne trascinate da un'altra folla forse più morbida e meno spigolosa, ma altrettanto ricca di presenza umana. Il bazar diventa così cosa da ridere, con i suoi venditori che cercano di attirare i pellegrini nei loro bugigattoli, mentre i più poveri venditori di strada tentano di appioppare i vari articoli religiosi, fiori, incensi, offerte a coloro che in ritardo si affrettano verso gli ingressi. Nel grande parcheggio gli ultimi mendicanti provano l'approccio, è l'ultima occasione prima che le portiere dell'auto si chiudano sul loro carico di benessere comodo che se ne sta andando per sempre. Qualche chilometro ancora e arrivi ad Eklingji, un altro complesso templare di grande importanza e molto visitato. 

L'uscita dal tempio
Si tratta di un gruppo di costruzioni antiche, circondate da alte mura che racchiudono oltre al tempio principale dedicato al lingam di Shiva anche altri templi minori con le varie sue manifestazioni. Anche qui grande folla, poi all'ora della chiusura i poliziotti spingono verso l'uscita la massa che prega e che via via si indirizza alla piccola porta di ingresso attraverso la quale puoi, abbassando la testa riemergere nella strada principale. Riesci appena a gettare un occhio alle cupole di pietra finemente scolpite, alla serie di statue appoggiate con morbidezza su una gamba, le braccia sollevate mollemente, i visi languidi , i corpi mossi da un fremito di pietra viva che si fa carne che danza, che cammina, che lotta, che gioca, che racconta storie che tutti conoscono fin da bambini, la lotta tra bene e male, i miti e le leggende millenarie di un popolo antico e di una religione forse ancora più antica, mille e mille volte rimuginata e rimasticata. Intanto scendono le ombre della sera. Gruppi di sari colorati si allontanano nelle vie laterali; kurta bianchissimi e turbanti dalle tinte accecanti fanno crocchio vicino alle camionette smandrappate in attesa di riempirne i cassoni per ritornare al paese. Udaipur, la città dai bianchi marmi attorno al lago azzurro è soltanto ad una ventina di chilometri.

Nel bazar
SURVIVAL KIT

Negozio alimentari
Nagada o Nagda - Da non confondere con l'omonima città del Madya Pradesh, é un paesotto a pochi chilometri a nord di Udaipur , raggiungibile anche con pullman pubblici. L'attrazione principale sono le cerimonie che in particolare al lunedì si svolgono al tempio di Khrishna in mezzo al bazar. Vietato fotografare, bisogna comunque lasciare borse, zaini e macchine foto inclusi cellulari fuori dal tempio, per cui è consigliabile lasciarle in macchina se ne disponete di una custodita. E' una esperienza per palati forti da effettuare in una ressa anche pericolosa senza vedere dove mettete i piedi, nudi. Se volete affrontarla, non lasciatevi condizionare da troppi timori, ma seguite l'onda, lasciandovi portare. Occhio al portafoglio e a non cercare di muoversi contro corrente. Se vi tenete nelle parti retrostanti nelle sale principali, vedrete un po' meno, ma lì la folla è meno opprimente. La cerimonia comincia alle 11:30. Prima il tempio è chiuso. Particolarmente belle, le porte foderate d'argento e le statue degli dei anch'esse ricoperte d'argento. Ci sono altri templi antichi fuori città.

Eklingji -  Il nome viene appunto da Ek- Ling - Ji, il sacro lingam (di Shiva, signore della fertilità). Complesso templare a 20 Km da Udaipur nel villaggio di Kailashpuri, anche questo raggiungibile con bus pubblici. Anche qui divieto di portare macchine foto e telefonini e percorso da fare a piedi nudi. Sculture di particolare bellezza. Il tempio chiude prima del tramonto. Molto interessanti e fotogenici i gruppi di donne coloratissime che arrivano qui per l'adorazione del sacro lingam.

Da Chittorgarh a Nagda - 130 Km

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2 commenti:

Juhan ha detto...

"Il figlio dovrà studiare, ad ogni costo, questa strada gli pare il solo mezzo di affermazione e di accesso all'ascensore sociale" opinione diffusa là, per quel che ne so. OK, ammetto che il mio campione è un po' limitato, 2 osservazioni, ma 2 su 2, e controllate bene, sono qui.

Enrico Bo ha detto...

@Juh - Ma in verità mi sembra che laggiù chi riesce a studiare ha ancora una specie di quasi certezza di stare decisamente meglio del proprio padre

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!