Delhi - Jama Mashid |
La porta dell'India |
A questo punto bisogna uscire dall'ovatta dell'albergo e lasciarsi andare nel traffico, se vuoi cominciare a muoverti in città. E' un po' come immergersi in una rete di canali dove scorre una corrente liquida e melmosa, che a volte ti invischia e ti lascia fermo, incagliato nelle trappole del fondo, a volte scorre veloce, come in discesa, sempre avanti. Bisogna lasciarsi andare senza troppi patemi. Se sei dentro un'auto, perlomeno non respiri direttamente il fumo caliginoso degli scarichi e anche le orecchie sono per così dire protette in parte dal frastuono continuo ed assordante della multiforme e fantasiosa dodecafonia dei clacson. D'altra parte la città è immensa e non puoi girarla a piedi, della metro dirvi non so. Riconoscere i punti chiave non è facilissimo, così confusi come sono nella serie di ampi corsi della New Delhi, scanditi da spazi circolari giganteschi che fungono da parco e giardino, polmoni verdi dove almeno mescolare un poco la qualità dell'aria. La porta dell'India, campeggia col suo arco gigante da cui si distaccano i raggi dei viali. Il suo prato verde è punteggiato di umanità a tutte le ore del giorno.
Red Fort |
Come si fa a non capire che ogni indiano metropolitano nel tempo libero, vuole solo sentire la sensazione di calpestare un prato, di sdraiarsi sotto un albero a godere di un alito d'ombra, di avere un'idea di luogo pulito, che non sia infettato da acqua lurida, immondizie e rifiuti! Purtroppo l'essenza stessa dell'uomo è quella di inquinare l'ambiente in cui vive con la sua sola presenza e quando il numero sovrasta il potere tampone dell'ambiente, in un attimo anche i prati si riempiono di piccole inequivocabili tracce di una umanità pervasiva e in continuo moltiplicarsi. Tutto quanto diventa pattume, sporco, rifiuto ed il prato all'inglese, quanta ammirazione per l'odiato antico padrone, si trasforma in un patchwork marezzato di carta, plastica e varie ed eventuali. Il tempio di Hanuman incombe alla tua destra, devi storcere il capo per vedere in tutta la sua altezza la lunga statua colorata di rosa, del dio scimmia che campeggia al lato della strada. La sopraelevata della metro ormai rivaleggia con lui e quasi lo nasconde. Il treno che gli sferraglia di fianco ogni pochi minuti è forse più veloce del carro volante del demone Ravana che rapì la principessa Shita per portarla nella sua reggia di Ceylon.
Traffico |
Questa volta il generale Hanuman non ce la farà ad afferrargli la coda e rimane lì, con le occhiaie bianche, aperte, quasi stupite a guardarlo che se ne va via, pieno di gente ammucchiata, le armate di un'esercito delle scimmie che va a conquistarsi il suo pezzettino di vita ogni giorno. Quando la corrente ti butta lungo i contrafforti della Old Delhi, la schiuma melmosa quasi si frange contro i bastioni di un'isola. Le vie ed i passaggi si fanno così stretti e contorti che il traffico non riesce più a penetrarli e, almeno in apparenza, deve girar loro attorno. Ma come l'acqua pervade ogni anfratto, non appena riesce a trovare una fessura, un passaggio anche minimo, ecco che ogni mezzo, dopo un attimo di ripensamenti, si insinua e tenta di procedere per vicoli e viuzze, spingendo a lato la fiumana di gente a piedi, biciclette e ciclorisciò, suonando e risuonando all'impazzata, sia una moto, che un tuktuk, che un'auto. Se arriva altro in senso contrario, nulla importa, ci si infila ugualmente, si cerca un minuscolo allargamento dove sterzare, darsi spazio e passare, fino alla battaglia successiva. Così ogni vicolo è bloccato, ogni spazio completamente intasato e procedere anche a piedi non è facile.
Nella moschea |
Intorno alla Jama Mashid, la Grande Moschea, il movimento se possibile è ancora più spesso. Solo dopo aver salito i gradini, le donne vestito un ampio mantello a coprire le vergognose nudità esibite, deposte le scarpe in mucchi informi all'ingresso e debitamente pagato un biglietto che consenta di fotografare che pecunia non olet, puoi accedere alla larga spianata circondata dal colonnato, con al centro la piscina lurida dove tutti si lavano piedi e altro, prima di accedere al porticato solenne che contiene mirhab e minbar rivolti verso la città santa. C'è una umanità varia che si assiepa nella corte, fedeli e turisti, che si dividono gli spazi senza acrimonia, guardandosi l'un l'altro in fondo con curiosità, gli uni in caccia di immagini, gli altri a vedere un mondo diverso, non è chiaro se ambito o sopportato. Qualcuno sparge becchime per stormi immensi di piccioni. Una bambina corre e li fa sollevare in volo. Un turbinio d'ali che danno vita ad un luogo mistico e virtuale di preghiera, di aggregazione, di suggestione artistica. Dalle balconate vedi la sagoma imponente del Forte Rosso, vicino testimone della comunanza secolare e propria di ogni cultura, tra potere religioso e laico.
Red Fort |
I Mogul arrivarono nel nord dell'India come un ciclone che spazzò via molto del precedente, erigendo poi le testimonianze della loro potenza, che rimangono dopo secoli, mute e solide a presidiare il territorio. Gli spazi interni del forte, che le alte mura nascondono, sono così grandi da stupire, punteggiati da deliziosi palazzi di marmo e pietra, dove il sovrano assieme alla sua corte poteva darsi il piacere connaturato alla sua posizione. Nessuno gli faceva le pulci se la sua pensione fosse troppo alta o se il suo harem troppo popolato. Al massimo si faceva pesare una volta all'anno per raccogliere ugual peso in oro, pietre preziose e tributi. Se non pagavi, la sua Equitalia ti perseguiva con tenacia e ti tagliava la testa, semplice e non riduttivo, senza possibilità di ricorsi o rateazioni. Diversamente musici e baiadere cantavano e ballavano tra profumi di incenso per appagare il sovrano, adesso invece, lontano dai frastuoni della pazza folla che ruota al di fuori, appena fa buio c'è Suono e luci anche per la plebe, purché pagante.
Fedeli alla grande moschea |
SURVIVAL KIT
Giro della città.
Purificazione alla moschea |
Tra le varie attrazioni, non perdere il Forte rosso, fortezza Mogul punto di partenza per i giri nella città vecchia. Calcolare almeno un paio d'ore, frequentatissimo anche dai locali. Prati verdi e ombra, palazzi interni da vedere. Ingresso 250R, la macchina foto non paga.
Grande Moschea - Vicino al forte rosso, si può anche andare a piedi, davanti al grande bazar. Ingresso free ma si paga il ticket m/c foto di 300R. Alle donne è richiesto di indossare un camicione che viene fornito gratis all'ingresso. Mancia al guardiano delle scarpe. Bella vista dalle balconate.
Porta dell'India - Parco al centro della città che divide la parte vecchia dalla nuova. Imponente e sempre molto affollato il prato che la circonda.
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