da Fondazione Feltrinelli |
Mamma mia che tristezza a leggere i giornali o ad ascoltare le notizie di ogni giorno, ma soprattutto che dolore a considerare la cosiddetta aria che tira. Certo forse sono rivolgimenti logici o addirittura automatici nello sviluppo delle società, eppure il fatto che producano disastri epocali che per decenni annichiliscono intere generazioni sembra non insegnare nulla e appena la storia li relega a fatti accaduti tempo fa, in maniera asettica da cui viene escluso il precedente orrore, tutto sembra subito dimenticato e tutto è pronto per ricominciare. Sono passati meno di cento anni da quando la crisi economica (crisi vera, mica questa robetta qua) ha generato i mostri che hanno prodotto decine di milioni di morti. Io sono nato nel 46 esattamente quando tutto questo era finito e la gente era talmente disgustata dall'eccesso di sangue e di morte che sembrava che queste cose fossere destinate a non poter mai più accadere, la gente aveva capito finalmente che nessuna crisi, per grave che fosse ne poteva giustificare la rinascita. Quella parte grande o piccola di schifoso egoismo, razzistica individualità, populismo d'accatto che vive in ognuno di noi, rimaneva definitivamente sepolta in fondo all'animo di ognuno e se per caso tentava di affiorare, veniva respinta con vergogna.
Un politico che si fregiasse di questi labari veniva guardato con schifo ovunque e i pochissimi che ancora covavano questi veleni, si acquattavano nelle fogne della vita quotidiana, nascondendosi alla luce del giorno come bestie infette. Siamo riusciti a far diventare reale un sogno utopico, un'Europa Unita, uno dei modi più belli per evitare in futuro un rinascere di tutto questo. Tutte cose che hanno portato anche un enorme beneficio alla vita di tutti i giorni per tutti. Tutte cose così evidenti che solo l'ignoranza interessata non consente di vedere ed apprezzare. Qualcuno, i più bravi e i meglio guidati hanno saputo far rendere al meglio questi enormi vantaggi, altri più condiscendenti o meno capaci aiutati dalle pretensioni approfittatrici dei loro amministrati, li hanno sfruttati meno, ma sono stati pur sempre un enorme passo avanti. Sono passati 70 anni anni e io e tutti quelli nati dopo di me, grazie a tutto questo, non abbiamo più visto l'orrore della guerra, le abbiamo sentite e viste anche solo in televisione, dove però tutto diventa spettacolo e la morte stessa appare come una cosa lontana di cui discutere. Sembrava impossibile che si potesse tornare indietro. Eppure sono bastati pochi anni di difficoltà, minime rispetto a quelle del passato, per fare uscire da ognuno di noi, quel veleno che sembrava morto e non più esistente, per fare emergere dalle fogne quei figuri che sembravanon dovessere più esistere.
Gli arruffa popoli son tornati, ogni giorno più potenti e devastanti, a spargere il loro miele avvelenato, a infettare l'aria della malevolenza che è la loro unica ragione di vita, per dividere, fomentare odio. I risultati si vedono crescere ogni giorno. In tutte le nazioni ci sono movimenti e personaggi che campano di questo fiele e si gonfiano sempre di più come una massa purulenta e cancerosa che vuole avvolgere tutto fino a diventare maggioranza, spacciata per democrazia. Certo, questo ha voluto il popolo, o perlomeno quelli che gridano in piazza. Fascismo, nazismo, bolscevismo, rivoluzioni culturali, orrori balcanici e polpottisti, sono stati suscitati, accettati e voluti dal popolo, questo popolo sovrano a cui si richiamano questi burattinai, per distruggere quanto è stato costruito con tanta fatica, una lunga e tortuosa strada in salita lastricata di errori e successi. Adesso tutto sta per saltare e lo farà inevitabilmente con tanti piccoli Shiva distruttori che danzeranno ebbri sulle macerie e sui cadaveri per ora virtuali di chi li ha seguiti e rafforzati. Sembra ormai inevitabile. Chi è in grado di arginare le maree lepeniste o i vari neonazismi che popolano Ungherie, Austrie, Olande e così via che fan da sponde e rafforzano i nostri felpati ruspanti, fratelli e insetti salterini. Io probabilmente sono abbastanza vecchio e riuscirò a non vederlo, ma sono ugualmente molto triste perché ho paura che mia figlia e la sua generazione sia arrivata a tempo, anche se sembrava impossibile, per vedere di nuovo gli orrori di una guerra.
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