domenica 3 dicembre 2017

Usa 11 - La penisola della Gaspesie



La costa vicino a Bonaventure island park



Le spiaggie
Anche oggi la strada è lunga. Ma come potrebbe essere diversamente dati gli spazi canadesi, ancora più dilatati di quelli americani che già ci apparivano sterminati. La penisola della Gaspesie te la puoi immaginare, dando un'occhiata alla carta, come una immensa lingua protesa ad est come uno sberleffo verso l'Atlantico e che costituisce tutta la costa sud dell'estuario del San Lorenzo, questo imbuto che per centinaia di chilometri si insinua nel cuore della terra canadese. E' quasi completamente ricoperta di foreste, di latifoglie alle quote più basse, dove prevale l'acero e la betulla e che, risalendo dolcemente in quota verso l'interno, si arricchisce sempre di più di conifere sempreverdi che a poco a poco prendono il sopravvento sul resto della vegetazione. Una bella strada si snoda lungo tutta la costa e la bordeggia completamente congiungendo i piccoli e rari paesi che vai incontrando e che appaiono comunque un po' spopolati e deserti, perché questi rimangono comunque territori dove l'uomo si è spinto in tempi abbastanza recenti se rapportato ai tempi della natura e la vita, benché sulle rive del mare ci si possa aspettare un clima un poco meno severo che nell'interno, non è agevole come nel sole mediterraneo.

Parco Forillon
Rimane sempre il binomio foresta, con i suoi doni, il legname e la caccia e mare, che suggerisce pesca e dura vita da marinaio. Così i porticcioli, che si susseguono sulla sua costa sud, nell'estuario del Kedgwick, più piccolo, ma pur sempre maestoso e che segna il confine tra il New Brunswick e il più grande territorio del Quebec a nord. Dopo Carleton la strada lo costeggia, mentre la riva opposta è ormai così lontana da non essere visibile. Di fronte solo l'oceano grigio che però al minimo accenno di comparsa del sole nordico si colora di un azzurro leggero. Dopo un po' raggiungi Bonaventure un insediamento antico, parola incongrua per noi abituati allo scorrere dei millenni, ma che ha un senso in questa terra così recente per la storia dell'uomo. Il villaggio è un seguito di case di legno molto vecchie, alcune hanno forse più di un secolo e la stradina sterrata che va oltre al porto, conduce fino ad un lungo molo in pietra dove fa bella mostra di sé un vecchio faro, il primo di tanti che stanno qui a guardia di una costa, di certo un tempo pericolosa. Sulla serie di massi, la statua metallica di un pescatore allunga verso la linea orizzontale del mare la sua canna ritorta. Una pipa gli pende tra le labbra mentre aspetta il pesce del suo destino. La pesca è poi questo alla fine, l'attesa di un incontro.

Foliage
L'aria è fredda e frizzante, un carattere comune a cui bisognerà abituarsi nei prossimi giorni. L'atmosfera del nord, in cui gli sbuffi di respiro che ti escono di bocca, condensano subito e l'umidità che rimane sulla barba è subito gelida. Il vecchio bar del molo ha un aspetto malandato, una casa di legno che ha visto altri pescatori in altri tempi entrare a riscaldarsi. Non c'è nessuno all'interno e chiamo a lungo, nella speranza che nella grande sala arrivi qualche rubiconda ostessa a farmi un tazzone di caffè bollente. Invano, il luogo appare abbandonato, come se una astronave aliena avesse appena addotto i pochi avventori disponibili, lasciando tutto il resto intatto, le prugne fresche ancora lì, in un vassoio sul bancone per chi se ne volesse servire. Approfitto e a questo punto rinuncio al caffè, ma mentre stiamo uscendo qualcuno scende da una scala scricchiolante del piano superiore. Una faccia assonnata, barba incolta e capelli arruffati, che si è appena coperta di un maglione sdrucito che dice: - E'chiuso. - Ce ne andiamo tirandoci dietro l'uscio. Questo è ancora uno di quei posti dove si lascia la porta aperta andando a dormire.

La costa nel parco Forillon
Più avanti la strada si mantiene un poco più alta della riva segnando il margine di una falesia che crea corti strapiombi sull'acqua e dopo un centinaio di chilometri ecco il faro di Cap d'Esprit e il bel tratto di costa di fronte all'isola di Bonaventure col suo omonimo parco popolato di colonie di sule bianche. Qui bisogna rimanere in religiosa contemplazione almeno per un po' di fronte ai grandi faraglioni che si protendono nel mare, scavati dalla forza delle onde che ne hanno plasmato la superficie ripida come staccandone a forza di unghiate ruvide e cattive, brani di roccia ansiose di creare il buco rotondo che la attraversa da parte a parte, icona emblematica della furia della natura. E' lo spettacolo del nord. In piedi su un prato verde a contemplare il mare che adesso, azzurro carico, sembra dormiente. Ma ormai siamo alla parte estrema della penisola e la cittadina di Gaspé da cui ricava il nome, giace ben riparata all'interno di un fiordo profondo. Di fronde una ulteriore piccola penisola si protende nel mare tendola al riparo. Una ventina di chilometri che racchiudono il bel parco del Forillon, una foresta che ricopre completamente il capo, aspro e roccioso, scendendo fino alle spiaggette ciottolose ai margini dell'oceano.


Fauna acquatica
Qui il foliage è quasi completamente dispiegato e il rosso degli aceri sta avendo il soppravvento sulla tavolozza di gialli delle altre latifoglie. Ai bordi della strada che lo percorre e lo attraversa, piccole deviazioni ti portano sulla cima di falesie a picco sul mare o a scendere fin sulla riva per toccare con mano il gelo di quell'acqua azzurra ed ingannevole, adesso calma e gentile, ma che ha lavorato con furia la costa circostante e la massa di pietre e roccia che ne fanno cornice lo dimostrano, così come i tronchi scortecciati e bianche che giacciono tra gli scogli. Le sule e gli altri uccelli marini gridano la loro canzone precipitandosi giù tra i canaloni. Tra le acque, nere se osservate dall'alto, fanno capolino i musi curiosi di otarie grasse che sguazzano protette dal grasso lucido e incuranti della temperatura. Il mare del nord, non può esserti amico, non può invitare nessuno ad abbandonarsi tra le sue braccia. Sta lì, ti osserva indifferente al tuo interesse di ricercatore del sublime, senza incertezze di sorta. Non gli interessa di stupirti con la sua dura grandezza, semplicemente non considera la tua presenza, tecnicamente inutile, come nel dialogo tra la natura e l'Islandese, al limite si lascia guardare.

Il faro di Bonaventure


SURVIVAL KIT


Sulle spiagge
Tutta la costa sud della Gaspesie è molto panoramica in special modo la parte terminale. Di tanto in tanto, tra un faro e l'altro, ci sono piccoli parchi naturali che si possono anche visitare velocemente oppure decidere di trascorrervi più tempo, con la possibilità di lunghe passeggiata nella natura. Tutto è piuttosto selvatico e fai da te, per cui bisogna organizzarsi dopo aver eventualmente chiesto ragguagli ai vari centri di orientamento che sorgono all'ingresso di ogni parco. Lo dico qui anche se ormai è inutile, ma nel 2017 l'ingresso di tutti i parchi nazionali canadesi era gratuito, in occasione della ricorrenza del 150° dell'indipendenza del paese. Diversamente, come per gli Usa, potrete comprare il biglietto valido per l'auto di volta in volta (viaggiatori inclusi), o quello che vale per un anno per tutti i parchi che ovviamente si ripaga automaticamente alla terza o quarta visita. Lungo la costa sud, segnalo sicuramente l'Ile de Bonaventure, con traghetto che parte dal molo di fronte all'isola e il parco del Forillon (non meno di un paio d'ore per il giro completo in auto con due o tre soste nei punti più panoramici).


Un bar

Il faro di Cap d'Esprit
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