sabato 16 dicembre 2017

Usa 18 - Montréal


Foliage tra Québec e Montréal


La casetta in Canadà
La strada che collega Quebec a Montreal è un rettilineo con poche curve di oltre 250 km, che si snoda, mai parola si rivela essere meno adeguata di questa, in una bellissima foresta. Non puoi resistere alla possibilità di abbandonarla, chiamandoti fuori dalla teoria di enormi camion e SUV sproporzionati che fanno apparire minuscole le pur grandi macchine in circolazione, percorrendo quindi una sorta di complanare che costeggia la principale tagliando di tanto in tanto gruppetti di case. Evidentemente sono molti che preferiscono abitare fuori città, in questi boschi magnifici, anche se l'arrivo dell'inverno non deve rendere la vita così spassosa come sembra in questa stagione di mezzo. Non saprei come si mette con le zanzare d'estate, visti i continui spazi di acqua stagnante che costellano le radure, incantevoli peraltro in questa stagione, ma anche ad agosto non deve essere facile. Queste file di casette lungo le strade, seminascoste tra gli alberi rossi e gialli ti fanno davvero venire voglia di abitare qui; il senso di tranquillità e di pace sembrano avvolgere ogni cosa; forse è vero che la gente esce lasciando la porta di casa aperta o mettendo la chiave sotto lo stuoino o nella fioriera a lato, per lo meno questo si dice da queste parti. 

Il centro
Non senti neppure un cane che abbai, eppure ce ne sono, le motoslitte sono ancora ben coperte in garage, anche se i segnali di attenzione fanno prevedere che presto dovranno essere tirate fuori e preparate per l'uso. Insomma l'impressione generale, goduta facendo due passi sotto veri e propri archi di fogliame creati dalle chiome degli alberi che si abbracciano attraversando i due bordi delle strade più minuscole, che fatichi a comprendere se conducano ad una altra piccola abitazione, nascosta nella foresta, una sorta di riparo di zucchero alla Hansel e Grethel, è che da queste parti si viva bene, quantomeno si possa trascorrere una vita tranquilla, forse fin troppo tranquilla. Di certo le uniche attività visibili sono la rasatura dell'erba del sempre vasto praticello all'inglese che circonda la casa, a cui si dedicano i panciuti mariti continuamente e che, visto il clima deve avere una ricrescita talmente veloce, da provocare una indefessa attività nel tempo libero dell'uomo di casa, interrotta, temo, soltanto dal barbecue del fine settimana a cui invitare il vicino. Come sempre la bellezza più grande può accoppiarsi alla noia mortale e allora, meglio vivere in un basso napoletano o in una periferia degradata in mano agli spacciatori? 

La cattedrale
Certo ci sarebbe più vita, sicuramente più adrenalina, quantomeno per sfuggire agli scippi, anche se forse si potrebbe aspirare ad una terza via. Insomma può essere un altro degli argomenti da dibattere. Intanto continui a risalire il San Lorenzo, ora fiume normale, ora dilatato in continui laghi e spazi aperti occupati da isole, specie alla confluenza di altri fiumi, dove la quantità di acque raccolte in questi immensi bacini formano dedali di terre emerse e frastagliati arcipelaghi coperti di verde. Più o meno a metà strada arrivi a Trois Rivières, una vera e propria città, con un piccolo centro storico e la solita anonima distesa sconfinata di case e casette che si estendono nella piana dinnanzi al fiume. C'è poco da dire delle tante città come questa che incontri dovunque nel continente.  Anche le cose da vedere, in fondo latitano e gli sforzi fatti per magnificare i pochissimi punti di interesse sono commoventi. Basti dire che, se date un'occhiata su internet, tra le dieci cose da visitare è citato l'ufficio del turismo, dove sono sicuramente gentilissimi e attenti alle richieste, ma non è che abbiano molto da fare o da mostrare. 



Un palazzo della Vieille ville

Certo c'è sempre un bel parco cittadino dove andare a correre e a fare sport, una anonima chiesa di un centinaio di anni, un museetto cittadino, magari un punto della città segnalato per esservi accaduto qualche sconosciuto fatto storico e così via. Certo che il turista americano deve contentarsi e ben si comprende che vada via di testa se solo arriva in qualunque luogo dell'Europa e dell'Asia. Basti pensare che è sufficiente un pezzo qualunque, tirato fuori dalle cantine di un nostro museo e prestato per una mostriciattola, per far accorrere fiumi di visitatori in visibilio. E' comprensibile ed è anche una cosa scontata, ma tanto vale sottolinearla, solo per ricordarci quanto petrolio da sfruttare abbiamo sotto le chiappe, tanto per dire l'ennesima banalità, ma mi è proprio scappata. Comunque, criticando criticando, piano piano si arriva a Montreal, l'altra grande città del Quebec, ormai quasi al confine dello stato con l'Ontario. Qui ormai lo snobismo quebechiano si stempera un poco e la città è una vera e propria metropoli di quasi tre milioni di abitanti, moderna e cosmopolita dove l'inglese ed il francese godono alla fine di pari dignità, considerato che quasi il 30% degli abitanti è di etnia estranea, latina, cinese, africana o asiatica.

Mai più senza birra
Qui gli spazi si allargano e la visita a piedi diventa più impegnativa, tuttavia fattibile nella parte storica delle vie del centro, che si incrociano ordinatamente su un graticcio squadrato attorno alla Main, formate da edifici ottocenteschi di pietra nera, severi ed imponenti, a partire dalla maestosa cattedrale sulla piazza Jacques Cartier. Poi il quartiere scivola lentamente verso il porto dove la zona diventa decisamente più turistica con piccole vie costellate di negozietti di paccottiglia classica. Ma è possibile che in tutto il continente, questa specifica merceologia per turisti, quella dei ciapapùver, come dicono i mandrogni, sia ancora più brutta, insulsa e kitch che in tutto il resto del mondo? Eppure è così, non si può negare e credetemi non è solo questione di gusti differenti. Per fortuna, nella vasta area pedonale, ci sono anche tutta una serie di locali dove puoi fermarti nei dehors, a godere di qualche raggio di sole quando c'è e mangiarti una tartelletta ai frutti di bosco o berti una buona birra, mentre riposi i piedi fumanti. Quando la stagione lo consente è piacevole davvero starsene beatamente al sole sulle sedie in ferro battuto, mentre attorno a te scorre la gente, chiaramente in vacanza, mentre qualche artista di strada suona il suo strumento o fa girare le palle. 

La città coperta
Il sole scalda comunque e l'aria sempre frizzantina è quasi piacevole sulla pelle. Già perché qui siamo ormai bene addentro al continente e il mare è lontanissimo, non lasciatevi incantare dai larghi spazi d'acqua, creati dal fiume. Qui l'inverno è terribile, per molti mesi all'anno, neve, ghiaccio, vento polare, il famigerato blizzard e un freddo da far cascare i denti, quindi da un lato si approfitta del breve tempo in cui la temperatura è godibile, per il resto dell'anno ci si organizza. Ecco dunque una delle caratteristiche interessanti della città, alla quale merita dare un'occhiata. Infatti proprio perché siamo in una metropoli in cui la vita deve giocoforza continuare con gli stessi ritmi tutto l'anno, si è creata una vera e propria città alternativa, parte coperta, parte sotterranea, con una serie di corridoi, tunnel, camminamenti che collegano tutti gli edifici del centro commerciale, che è piuttosto vasto, per un totale di oltre 32 km, dove per molti mesi all'anno la vita continua regolarmente come se l'inverno non esistesse. Il Resò (dal francese reseau - rete) è stato creato oltre cinquanta anni fa ed ha continuato ad ingrandirsi, includendo centri commerciali, locali di ogni tipo, negozi, uffici pubblici, teatri, sale concerto, musei e luoghi di divertimento, incluse ben sette stazioni della metropolitana. 

Al porto
E' un'esperienza diversa ed interessante passeggiare in questa seconda città, cosa che dimostra come la capacità umana di adattamento superi qualunque situazione limite. La città e il freddo, la città e il ghiaccio, questo è il tema costante che pervade il sito, con la sua squadra di hockey, rivale storica di Toronto e oggetto di continui sfottò, col suo fiume presto ghiacciato ed il grande parco sull'isola del fiume dove ancora fanno da grande attrazione tutte le infrastrutture costruite per le Olimpiadi invernali del 76, nove anni dopo l'esposizione universale con la Biosfera, ex padiglione degli Stati Uniti, lo stadio olimpico e la torre di 175 metri, che resta coi suoi 45°, la più inclinata del mondo. Appena al di là di uno stretto canale l'isola di Notre Dame, dove si corre uno dei gran premi di Formula 1. Certo l'ideale sarebbe girarla in bicicletta, essendoci qui la pista ciclabile più lunga del nordamerica e anche perché gli spazi da percorrere sono notevoli, magari fermandosi a mangiare una tradizionale "poutine", patitine e formaggio fuso, un classico street food locale.

Ingresso a Chinatown
Potrai così continuare poi, degnamente corroborato se vuoi goderti ancora ad esempio, dopo aver attraversato una vivace Chinatown dai mille negozi pieni di roba asiatica, l'ampio parco cittadino di Mount Royal situato proprio dietro la Vieille ville, che in questa stagione dispiega tutta il suo splendore, col rosso vivo degli aceri che contrastano con il verde dei prati perfettamente tenuti. Qui puoi farti un giro tra le bancarelle degli agricoltori che portano la loro produzione di verdura in città, dato che anche qui ormai incombe la supercazzola del teobiologico e del famigerato chilometro zero. Adesso intanto è tempo di zucche, che si ammucchiano a centinaia con il loro arancione vivo e sfacciato come in ogni dove. Insomma, la città dei Pepsi come la chiama il resto dei canadesi (che qui si trova solo quella), val bene una sosta e quindi giustamente abbiamo dato. Ho deciso invece di saltare Ottawa, per mancanza di tempo, d'altra parte non si può fare tutto e qualcosa indietro bisogna pur lasciare se vogliamo avere la scusa di voler tornare, come diceva una mia amica. Dunque timone a ponente verso l'avversaria storica di Montreal, la modernissima Toronto, di cui parleremo la prossima volta.

Grattacieli del centro

SURVIVAL KIT
Il primo grattacielo
Montreal - 267 km da Quebec sulla riva sinistra del san lorenzo, più panoramica, circa 3 ore di auto. Alla città va dedicato come minimo mezza giornata piena, senza contare visite a musei (c'è anche quello della Barbie) o altri luoghi. Per l'isola di S. Elena occorre calcolare altro tempo, almeno un'altra mezza giornata. Se siete in auto considerate che molti parcheggi prevedono una tariffa flat che vale per tutto il giorno ma è piuttosto onerosa, tipo 20 C$ e quindi se prevedete di spostarvi qua e là dovete scegliere soluzioni orarie a parchimetro (Tutto pagabile con carta di credito). La cattedrale di Notre Dame, imponente in stile neogotico, si visita a pagamento, 6 C$. Sulla mappa distribuita all'ufficio del turismo (zona porto), è indicato un percorso a piedi che consente di vedere bene la Vieille ville, la Chinatown e l'area turistica. Di lì allungando un po' (oppure con una fermata della metro) arrivate all'area commerciale per un giro nella Montreal sotterranea. A 35 C$ c'è un giro sull'Anphi-bus che porta in tutte le zone interessanti della città e poi si butta nel San Lorenzo per raggiungere l'isola e farvi avere un punto di vista diverso della città. Comunque se pianificate la visita del Canada Orientale, questa città non si può saltare. Ovviamente l'autunno è il periodo migliore, ma anche l'inverno col fiume ghiacciato deve avere il suo fascino. Appena fuori città il parco delle Laurentians mountains.





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1 commento:

Juhan ha detto...

Bellissimo, come al solito. Cominciavo a temere per la mancanza della poutine (di cui la wiki da la pronuncia locale)ma tutto OK. A parte Réso con l'accento spostato, ma è senz'altro il correttore automatico.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!