lunedì 11 dicembre 2017

Usa 15 - Il fiordo di Saguenay


Il parco di Saguenay



Il fiordo di Saguenay

Dopo la mezza delusione baleniera, il programma sarebbe quello di risalire il fiordo formato dal fiume Saguenay e l'omonimo parco che ne occupa le rive, una bellissima foresta che ricopre le sue coste a volte ripide e contorte. Una unghiata profonda che risale verso nord ovest il territorio del Quebec fino al lago Saint Jean. Qui ormai si sono dispiegati in pieno tutte le sfumature di colore che la stagione impone e la varietà di essenze forestali impiegano completamente la tavolozza a partire dai verdi cupi delle conifere fino a tutta la varietà di gialli delle latifoglie ed infine alla gamma dei marroni, mentre i rossi degli aceri stanno cominciando a conquistare il campo per il finale ultimo show dell'anno prima della caduta della neve. Un paesaggio completato magistralmente dalle venature blu dell'acqua che fa capolino continuamente tra i rami degli alberi dietro le curve della strada, nei bracci minori laterali formati da piccoli corsi d'acqua e da una miriade di laghetti iconograficamente oleografici, da cartolina insomma. Se spunta un raggio di sole, tutti i colori si ravvivano di colpo come illuminati da un filtro di photoshop, le sfumature si magnificano e si moltiplicano al'infinito. 

Laghetti
Quando invece la pioggerellina continua, fredda e fastidiosa scende da un cielo uniformemente grigio, tutto si appiattisce, così come la voglia di  scendere e fare quattro passi tra i boschetti fino alle rive morbide che ti portano a contatto con l'elemento liquido. Tante stradine laterali conducono attraverso gallerie di fogliame colorato a case isolate o gruppi di piccole costruzioni di vacanza fatte di tronchi come nella più classica tradizione delle casette in Canadà, come recitava una canzone dei miei tempi. Vedi ancora qualcuno che evidentemente ama passare le sue vacanze in questi boschi selvatici e allo stesso tempo gentili, anche se la sensazione è che si stia cominciando a sbaraccare. L'ambiente certamente non è mai stato così bello, neppure durante la breve estate, ma sta arrivando l'inverno, le temperature cominciano a scendere, i camini ormai fumano di continuo anche durante il giorno ed è ora di caricare le macchine e sbarrare le porte per tornare in città, che poi magari è un altro paesino di quattro case, lasciando spazio libero al bosco ed ai suoi abitanti abituali, che non badano alle stagioni. Le teste dei caprioli e chissà di quali altri soggetti stanno ormai sempre più di frequente, facendo capolino dietro i tronchi e brucano l'erba tra le canoe ormai ritirate sulla riva erbosa. 

Affluenti laterali al fiordo
Il Sainte Marguerite è un affluente secondario del Saguenay, che scava nel fianco del monte una stratta fenditura e termina nel fiordo principale con un porticciolo grazioso, circondato da casette di legno con qualche struttura turistica. Peccato che piova, ma qui davvero la sensazione di paciosa tranquillità ti inviterebbe a rimanere almeno un poco, a goderti l'ambiente, chi sa, a prendere un'imbarcazione per pagaiare lentamente tra i riflessi degli alberi nell'acqua scura che si colora ad ogni spazio delle sempre diverse sfumature circostanti. Un mondo molto slow tanto per seguire il mood del momento. Ma l'altra acqua, quella che cade dal cielo con costante tediosità, non concede tregua e allora conviene proseguire verso il lago principale, una vastissima superficie di acqua in un ambiente ormai piatto in cui una forma di agricoltura estensiva ha preso il sopravvento sui boschi e l'uomo, essere estraneo e divoratore di spazi che ne ha ormai conquistato il predominio, pur essendo presente in misura apparentemente non invasiva. Si vedono fattorie sparse su un territorio piatto e solo leggermente ondulato dove indovini grandissime superfici coltivate. 

La V dei migratori
Le patate, le oleaginose o i cereali, tanto vituperati da un becero ed ignorante battage che impazza a casa nostra, senza sapere o forse neppure sospettare che, privati di questa fonte, non mangeremmo un pane decentemente lievitato. Ma ognuno si bei pure liberamente delle proprie certezze talebane, in fondo il mondo va avanti lo stesso. Pur essendo un argomento che mi sta a cuore non sarò certo io a fare battaglie in favore di una corretta osservanza della scienza e della verità dell'informazione. Il resto lasciamolo ai vari Report e suoi succedanei che tanta fortuna incontrano oggidì. Ma ormai siamo sulle rive del lago, che ha una forma grossolanamente circolare, ma così grande che anche dalle piccole alture che lo circondano, non se ne scorge la riva opposta. E' un grande specchio d'acqua glaciale poco profondo e dalle rive spesso paludose, habitat naturale per un gran numero di uccelli che arrivano da sud e che stanno ormai abbandonando la zona per andare a svernare negli Stati Uniti, pendolari stagionali alla ricerca del sole, ma fedeli clienti che ogni anno ritornano, ragione definitiva della popolarità turistica dell'intera area. Incredibilmente sulla strada c'è un po' di traffico e benché, grazie ai pressanti limiti, a cui ormai anche io, vista l'esperienza, mi sono, obtorto collo, adattato, si vada pianissimo, ecco formarsi una lunga coda, causata da un incidente che comunque è avvenuto. 

Incidente
Una cosa piuttosto importante dato il numero delle gigantesche ambulanze (l'ho già detto che quaggiù tutto è sempre gigantesco?) che caricano barelle. I lampeggianti bianchi e blu illuminano la sera con un caleidoscopio alternato. Quelli delle macchine della polizia danno una mano a caricare l'intera scena di suggestione da telefilm americano. Una barella sta lì sul bordo della strada col suo pacco caricato sopra in attesa dell'imbarco. Il poliziotto fa circolare ruotando la mano . La coda scorre lenta e come in ogni dove, tutti buttano un occhio, ringraziando di esserne fuori. Arriviamo a Saint Féllicien che sta già facendo scuro. Il paesetto, che non c'entra nulla naturalmente col famoso formaggio francese, ha comunque un ché di turistico, ma anche qui capisci che siamo verso il finale di stagione, almeno a giudicare dal fatto che alcuni motel abbiano già chiuso i battenti. Tocca orientarsi verso un albergo apparentemente più lussuoso. Il gay alla reception mi fa un sacco di feste ed è prodigo di informazioni, oltre a farmi lo sconticino, usuale se lo richiedi. Poi arriva un pullman di tedeschi che travolgono tutti e tutto con i loro valigioni e corriamo a rifugiarci in camera. Mi sa che conviene andare a mangiare una pizza dall'italiano, che sembra qui andare per la maggiore. Domani esploreremo i dintorni, sperando che il tempo sia un poco più clemente.

Sul bordo del fiordo

SURVIVAL KIT
Casette in Canadà
Hotel de la Boréalie - 862 B. Sacre Coeur - Saint Félicien. Sedicente 4 stelle, nuovo in centro paese. Camere spaziose e molto bellecon 2 letti queen a 137 C$. Molto buone le dotazioni, pulito, buon free wifi. Frigo, AC, riscaldamento, TV piatto 50". Dotazioni bagno e doccia molto bella in linea con la classificazione 4 stelle. Personale molto gentile.

Restaurant Bar Marco's Bar - 1140 Rue de Melezes - Saint Félicien - Locale sedicente italiano, come il gemello della porta accanto Tifosi, forse più propriamente ristorante, a giudicare dal dispendio di bandiere bianco rosso e verdi. Come ovvio di italiano c'è assai poco, ma le paste e la pizza sono interpretate in maniera americana. Servizio cordiale e atmosfera classica da pub sportivo. Sempre piuttosto affollato, ma spazioso e ben arredato. Cibo mediocre ma ritengo in linea con la ristorazione del posto. Abbiamo preso una pizza e un piatto di Saint Jaques di qualità medio bassa, tipo tavola calda e due coke per 68 C$.


Sainte Marguerite

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