Estuario del san Lorenzo |
Il San Lorenzo |
Le 6 di una mattina livida del grande nord. Freddo e nebbia bassa, in realtà è ancora notte e il San Lorenzo si stende davanti al molo come un mare caliginoso e senza fine. Se poi, confidando sulla bassa stagione, non hai prenotato, devi metterti in coda di primo mattino, anzi di notte, non si sa mai che non ci sia posto. Infatti nella coda dei senza biglietto, gira gira, sono il primo della fila. Poi con calma cominciano ad arrivare gli altri nelle due file vicine. I camion, quelli dormono direttamente qui nel grande parcheggio, sagome scure cariche di qualcosa che va a nord. Verso le sei e mezzo, quando un lieve chiarore illumina l'atmosfera ripartendosi in maniera uguale nella nebulosità dell'aria come una lampada alogena grigia che comincia a scaldarsi, qualcuno sembra muoversi, ombre opache grandi cabine abitate, vere e proprie camere da letto. Qualche barbaccia ispida compare dai finestrini appannati mentre dal fondo del molo una figura lugubre e ingobbita viene avanti lungo la fila di macchine brandendo un taccuino e una torcia. Dopo aver appurato l'accuratezza della mia posizione, ricevo una specie di biglietto e poi aspetto gli eventi, tanto ho capito alla fine caricano tutti.
Il ferry di Matane |
Infatti quando ormai è chiaro, anche se non vedi ancora la superficie dell'acqua, dopo aver caricato tutti i camion del piazzale a marcia indietro, è la nostra volta, eseguo la mia gimkana e arrivo nello spazio assegnato, poi basta risalire le scalette e sei nel salone dove tutti si buttano al banco della colazione. Il tavolo dei camionisti è proprio vicino al mio. Arrivano uno dopo l'altro con piattoni giganti ripieni di pancake colanti sciroppo d'acero, frittatoni ripieni di formaggio e ricoperti di pancetta abbrustolita, tutto colesterolo buono direbbe Greggio. La nave parte, la nebbia si alza un poco, la linea diritta dell'orizzonte separa due grigi uguali di questo mare-fiume che devi attraversare se vuoi lasciare la striscia di terra che forse non è ancora Canada vero. Solo l'altra sponda ha il diritto di chiamarsi tale, una terra di foreste e di neve, con pochi uomini e molto silenzio. Ci vogliono più di due ore per traversare, poi arrivi e scendi seguendola fila che subito si disperde lungo la strada solitaria che risale l'estuario. Sei quasi sempre solo e la scarsità di curve invita a schiacciare il pedale anche se i saliscendi e la scarsa potenza dei motori americani, uniti alla rozzezza dei cambi automatici, limitano lo scatto.
La spiaggia di Tadoussac |
Però è piacevole guidare in libertà, gli unici segnali sono quelli che avvisano di fare attenzione agli alci e quelli dei limiti di velocità. Già, bisogna starci attenti perché qui, come negli Stati Uniti, le multe sono salate, anzi, pensate che in presenza di lavori sulla strada addirittura raddoppiano, e ve lo ricordano ogni volta che cominciano. Accidenti ma quanti lavori stradali fanno da queste parti! Ogni decina di chilometri ci sono barriere e avvisi, che poi c'è subito il limite dei 50 e se eri su un rettilineo ai 100 (consentiti eh, va bene, invece dei 90, suvvia un po' tolleranza, non state a fare i sofistici) ci metti un po' a rallentare, che poi intanto non c'è nessuno. Cioè no, c'è qualcuno in fondo alla discesa, al termine del rettilineo, anzi proprio in questo momento ti sta puntando contro qualcosa, tipo una pistola laser, accidenti, vuoi vedere che ha proprio beccato me? Infatti, eccolo là mentre sto planando verso il fondo della valle che mi fa un segno inequivocabile di parcheggiare accanto al bordo della strada, dove c'è un apposito spazio tra le barriere. E mo' cosa gli diciamo?
Laghi |
E' un ranger alto due metri circa, con classico cappello da giubba rossa. Scelgo il francese, tanto per fargli simpatia, ma lui mi aggredisce subito, dicendo che andavo ad almeno 40 chilometri oltre il limite, supposto dei 50, che esagerato e probabilmente è stato ancora buono. Bofonchio qualche cosa, touriste italien, je n'ai pas vu la limite. L'occhio diventa più severo e mi sottolinea che c'erano quattro avvisi consecutivi. Mi controlla la partente, poi come per non parere mi butta lì: - Ma lo sa che devo farle 1500 $ di multa? - La mazzata è forte. Trasecolo, lo avevo capito che questa era una giornata cominciata male; faccio la faccia disperata del turista beccato con le conchiglie illegali o i denti di facocero barbuto all'aeroporto, prometto che farò la massima attenzione, giuro che il controllo della velocità sarà la mia cura principale in futuro. La guardia rossa mi tamburella un po' sul blocco delle multe, mi fa notare che ancora cinque chilometri e la multa sarebbe stata di 10.000 $ con sequestro del mezzo, poi mi dice di levarmi dai piedi e di andare più piano e fare attenzione ai segnali.
Tadoussac |
Insomma sono stato miracolato. Riparto con le orecchie basse del cane bastonato, col condimento delle giuste giaculatorie dei te lo avevo detto, da parte di chi mi accompagna. Mi fermo al limitare di un bosco e scendo di fronte alle rive del laghetto delizioso nascosto dietro le prime file di alberi, un po' per respirare aria fresca, riprendere fiato e infine accucciato dietro ad un cespuglio di bacche rosse per liberarmi del peso che ormai bloccava completamente il mio delicato tubo digerente. Spero di non aver fatto niente di illegale, al massimo avrò turbato gli alci nascosti nel bosco. Ne fosse venuto fuori una di quelle bestiacce malefiche, continuamente annunciate come un pericolo costante e mai viste nella realtà. Comunque procedendo a bassa velocità, tanto per non incorrere nella ghigliottina, arrivo di conserva a Tadoussac, la cittadina famosa alla confluenza del Saguenay con il San Lorenzo e corro subito a prenotare un giro in barca per vedere le famose balene che nella zona dovrebbero pullulare. Peccato. Sono quasi le due e l'ultimo battello utile è appena partito, sarà per domani. E' proprio una giornata storta insomma.
SURVIVAL KIT
Tadoussac -Il porto |
Traversata - Il ferry parte da Matane a orari diversi secondo le stagioni, due volte al giorno, una verso Godbout e ritorno e l'altra verso Baie Comeau. Ovviamente se risalite il fiume sarebbe più comoda la seconda destinazione che vi fa abbreviare la strada di quasi 100 km, ma dipende a che ora arrivate in zona. Il primo viaggio è comunque alle 7 di mattina. Il costo per gli over 60 è di 82 C$, macchina inclusa. La traversata dura 2:20 minuti. Controllate gli orari sul sito per pianificare l'itinerario. In stagione è meglio prenotare.
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