venerdì 16 febbraio 2018

Maldive 2 - Sun Island


Alone on the beach

Dunque come dicevo ieri, trovato il volo, è stato necessario scegliere il posto dove spiaggiarsi per una settimana all'ombra dell'ultimo sole, come avrebbe detto Faber. Se vai su Trip, hai l'imbarazzo della scelta per quanto riguarda sia alberghi che resort veri e propri, alcuni dei quali a prezzi davvero allettanti, tipo 60 Euro al giorno a camera, in isole dove non molto lontano ce ne sono a prezzi 10 volte più alti. Comunque si è deciso di non scegliere soluzioni, anche se più convenienti che fossero nei pochi villaggi o cittadine, nel timore che poi le spiagge non fossero pulite o paradisiache come vengono spacciate altrove, ma di dirottarci su un isola totalmente occupata da una sola struttura, certo meno eccitante e naturale, ma più "garantita". Dopo lungo pensamento abbiamo finito per scegliere Sun Island, dove i pareri sono abbastanza positivi, e la cifra era comunque allettante, tale da far temere il bidone. Così alla fine, solito parcheggio Mariuccia alla Malpensa, solita notte senza chiudere occhio sulle poltroncine dei voli classe bestiame e arrivo mattutino all'aeroporto di Malé mentre il cielo minaccia monsone anche se per la verità, dovrebbe essere finito da un pezzo, ma si sa, ormai non ci sono più le mezze stagioni. Gli atolli, gemme di smeraldo bordati di bianco su un pavé di zaffiro, scorrono sotto di te.

Non si può dire che sia un brutto spettacolo, anche se sei il solito criticone, poi finalmente viene il momento della planata su una lingua di sabbia che dall'alto sembrava davvero troppo piccina. Praticamente una striscia di asfalto in mezzo al mare, di certo portata a misura necessaria artificialmente. E' l'isolotto di Hulhulé, atollo di Malé nord, a qualche centinaio di metri dall'isola di Malé, completamente ricoperta invece dalle case della capitale dell'arcipelago. Ma di questa ci occuperemo l'ultimo giorno, adesso ci preme raggiungere la nostra meta finale per controllare di non esserci preso il bidone. Comunque i timori di non sapere cosa fare da classici turisti fai da te, viene subito fugata. L'isolotto contiene davvero solo la pista e le costruzioni dedicate ai servizi dell'aeroporto stesso. Come riesci ad arraffare la valigia, mentre un aereo dopo l'altro vomita la sua torma di vacanzieri da tutto il mondo, anche se da un po' cominciano ad essere prevalenti gli orientali, affamati di sabbia farinosa, sei subito immesso in un salone completamente intasato di minuscoli stalli numerati, più di un centinaio, ognuno dei quali è il referente del tuo albergo o resort che sta lì ad aspettarti a braccia aperte, ti prende in carico, raduna il suo piccolo gregge atteso da quello sbarco e lo conduce alla parte domestica dello scalo per farti imbarcare i tuoi bagagli sul successivo trasporto, barca se sei vicino, aereo se lontano, minuscolo idrovolante se sei disperso in qualche isolotto che non abbia vicino piste più ragguardevoli.


Così vieni rapidamente smistato come un pacco verso la tua destinazione finale, un altro piccolo aeroporto dove nuovamente vieni prelevato caricato su un pulmino che ti trasborda su un barcone che infine da fuoco ai motori per raggiungere il tuo isolotto finale, i bagagli seguiranno, no problem, tutto è sotto controllo. Infine il pacco arriva alla destinazione finale, viene preso in carico dal relativo addetto che gli dà le istruzioni, le informazioni del caso, gli mette la chiavi in mano e lo trasferisce su apposita macchinetta, ovviamente elettrica, capirà qui la natura si rispetta al 100%, scaricandolo davanti al suo bungalow, che aspetta sereno con gli asciugamani sul letto attorcigliati a forma di cuore con relativi fori di ibisco sparsi come se piovesse, tanto perché ci si ricordi della consuetudine orientale (ma avevamo visto non solo orientale) di un adeguato bakshish. Bene sprofondiamo pure nel lettone per testare il materasso poi toccherà trasferirsi sulla spiaggia. Beh bisogna dire che nonostante il costo ragionevole, l'isola corrisponde a quanto pensavi di trovare quaggiù, la spiaggia è a venti metri al di là di una cortina di palme e la gente vacanziera che la sta popolando, pur essendola struttura piena all'80% non dà l'impressione di essere numerosa. Ma che riposo, bisogna subito andare a testare il mare. Inforcato il costume, le ciabatte e l'asciugamano ecco la riva in leggera discesa, l'ansa di farina bianca su cui il piede affonda deliziosamente facendo croc e l'acqua cristallina che sciaborda tranquilla.

La barriera è lontana qualche centinaio di metri. Questa è una piscina naturale dove l'acqua arriva giusto alla gola, la goduria massima per uno scadente uomo di mare come me. Neanche il tempo di ricoprirsi di sugne varie, protezione 50, che noi delicatini siamo sensibili all'eritema e poi ti lasci andare in un liquido amniotico che ti carezza dolcemente la pelle, ti trastulla dandoti un piacere sopraffino e che ti dà subito la voglia di rimanere lì vita natural durante. Quando la pelle dei polpastrelli è completamente rappuccita (espressione alessandrina che non saprei come tradurre bene, ma ritengo ben comprensibile comunque) è ora di uscire per un po' e trascinarsi sulla spiaggia come un'otaria panciuta per rosolarsi un attimo, ben attento a non trascorrervi troppo tempo, pena la micidiale scottatura da tropico, che comunque sarà inevitabile nel prosieguo dei giorni, spostandosi al più presto sotto le fronde di qualche albero fronzuto, purché non sia una palma da cocco (non da olio mi raccomando, non sia mai che poi faccia male se la sua ombra ti sfiora) in quanto questi pesanti frutti, nel  momento in cui cascano maturi dall'alto e vi colpiscono in pieno il melone, sono in Oriente causa di morte circa cento volte di più del morso dei pescicani, più o meno, statistiche alla mano, 500 cadaveri all'anno, quindi attenzione prima di stendere l'asciugamano a cosa c'è sulla perpendicolare.


Mica bau bau micio micio. Intanto siamo sui trenta gradi e dopo poco bisogna ritornare in acqua per raffreddare la temperatura corporea, dove, del resto, la temperatura è di poco inferiore, per rivoltolarsi ancora e ancora in quel brodo primordiale che ti indurrebbe al sonno, non fosse altro perché hai saltato la notte. Ma bisogna resistere ancora a lungo, prima che scenda la sera che qui comunque, essendo più o meno a cavallo dell'equatore, scende invariabilmente alle sei tutto l'anno. Il sole cala di colpo alle nostre spalle, il cielo si colora subito di rosa, vergognandosi quasi di non aver chiesto il permesso di ritirarsi ed è subito buio. Sà, andiamo a rassettarci un poco, cercando di scacciare indietro il sonno impellente. Controlliamo al meglio le dotazioni dell'alloggiamento cercando un qualche motivo per potersi lamentare un po' con l'addetto che corre subito ad ingraziarsi i nuovi ospiti, che so io, un malfunzionamento del frigo o qualche altra magagna, poi il tizio corre via con promessa di risolvere immediatamente. Va bene. E'arrivata l'ora di andare a fare il controllo della sala ristorante dove il monumentale buffet aspetta la torma di truppa affamata che si lancerà tra i tavoli imbanditi. Diciamo che per noi, incaricati di testare i servizi di hotellerie (sarebbe poi mica un brutto mestiere per un pensionato, se pagato almeno delle spese vive) è un lavoro più che un piacere, un lavoro duro, ma qualcuno dovrà pur farlo.


SURVIVAL KIT

Sun Island Resort & Spa - Nalaguraidhoo - South Ari Atol - Isola di circa 1500 metri x 400, interamente occupata da questo resort, di proprietà maldiviana. Capienza di circa 1000 ospiti con 500 bungalow ben mimetizzati tra le palme. Clientela internazionale prevalentemente russa e asiatica, con anche molti mediorientali. Meno frequenti gli europei (almeno nella nostra settimana). Quattro categorie, Standard 20 m2 (interni ma a una trentina di metri dalla spiaggia), Standard Beach, sulla spiaggia, Standard beach de luxe (un po'più grandi 25 m2) e water bungalow, sull'acqua, di 30 m2. Il nostro bungalow (quello più basico) era bello pulito, nuovo, con ottime dotazioni, cortiletto con vasca all'aperto, TV, Frigo, AC, free wifi buono, 2 bottiglie di acqua da 500cc al gg.. Rifanno la camera due volte al giorno. La struttura è abbastanza nuova per cui si mostra abbastanza efficiente. I pasti sono serviti a buffet in una struttura centrale che contiene altri servizi, la piscina, il bar, la palestra, la sala da ballo, vari sport di sala, bigliardi, squash ecc. Sono disponibili altri ristoranti a pagamento in altri punti dell'isola (italiano, thai), un spa e il centro sport acquatici con le varie offerte di escursioni. La pulizia è ottima e il personale estremamente servizievole. Il buffet è come di consueto in questi posti molto vario ed abbondante, con sezione italiana, cinese, indiana, giapponese ed internazionale. La qualità però è media senza acuti particolari. L'acqua a volontà  è inclusa nel prezzo. Il pacchetto per due persone di 7 notti, mezza pensione che include quanto sopra con i servizi gratuiti del resort, il volo da Malé di circa mezz'ora su ATR 42, il trasporto in barca dall'aeroporto interno all'isola è costato nella settimana del 20 novembre, 625 $ a testa + 260 di volo interno. In questo momento, in altissima stagione le camere sono offerte in mezza pensione a 235 Euro al giorno (820 a sett. a testa). Bisogna saper aspettare le offerte e approfittarne al volo. Giudizio complessivo positivo, considerando soprattutto il rapporto qualità/prezzo.



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