martedì 20 febbraio 2018

Maldive 5 - Il pasto delle razze



Vi ho parlato del mare e della sua bellezza diciamo così esterna, anche perché purtroppo sotto, in quei pochi metri oltre la barriera in cui la luce penetra, illustrandoti quello che chiamavano, quando ero ragazzo, il sesto continente, ha quel piccolo difettuccio di cui vi ho parlato e che si correggerà in qualche ulteriore decennio e che temo, noi non riusciremo ad avere il tempo di tornare a vedere vedere. Per la verità mi dicono che ci sono già alcune aree degli atolli del sud dove i coralli stanno ricrescendo bene e la colorazione variegata ha ripreso a spendere, ma qui attorno è ancora tutto grigio. Ma il mare qui è soprattutto vita marina, splendida e coloratissima, tale per cui basta andare coi piedi dentro l'acqua, anche piuttosto vicino alla riva e senza l'obbligo di superare la barriera e subito vieni circondato da orde di pesci di ogni genere e colore, anche piccoli squaletti e razze che pare di stare dentro l'acquario di Fazio, anche se quella è roba di acqua dolce. Tutto questo è senza dubbio affascinante ma si presta anche a dare spettacolo, visto che qui sei in un posto dove, quando non dormi o riposi o mangi o fai il bagno, sei soprattutto in cerca di cose da fare. Allora una cosa molto simpatica e spettacolare che si può vedere ogni giorno è il pasto delle razze che tutte le sere, al calar del sole viene organizzato ad una delle estremità dell'isola, in una piccola ansa della riva con acqua alta poco più di un palmo. 

Alle sei è ormai tutto buio e qualcuno arriva dalla boscaglia, non molti per la verità, al massimo una ventina di persone, per cui la spiaggia non appare neppure troppo affollata. Ci si avvicina alla battigia che è illuminata da alcune lampade del vicino pontile e qui appare subito nell'acqua, resa dorata dalla luce artificiale, un movimento anomalo che fa schiumare le onde come se qualcosa all'interno di esse stesse ribollendo. Se ti avvicini e guardi meglio, le vedi. Sono gruppi di razze che girano vorticosamente intorno arrivando quasi a sfiorare la riva per saltarne fuori, si direbbe calpestandosi l'un l'altra se avessero i piedi naturalmente. Sono grandi poco più di un metro di apertura alare ed il colore marroncino o anche più chiaro le confonde un poco con la sfumatura giallo vivido che le lampade danno alla superficie del mare. Solo qualcuna ha il dorso scuro picchiettato di macchie nere tra le quali indovini subiti gli occhi curiosi ed attenti. Non c'è ancora nessuno degli incaricati al servizio/spettacolo previsto tra una mezz'oretta, ma gli animali che evidentemente hanno il loro orologio mentale sanno bene che ogni sera a quest'ora, la cerimonia si ripete ed evidentemente si passano la voce, perché continuano ad arrivarne a gruppi veloci fino a che sono ormai più di una ventina. Quando, da dietro le casette di servizio, compaiono due ragazzi dello staff con grandi secchielli pieni di interiora di pesce, questo è anche un buon modo per smaltire questi rifiuti della cucina, e si avvicinano alla battigia, le razze li riconoscono subito ed è tutto un ribollire, uno sbattere ali e pinne, uno sventagliare le code di cui vedi nitidamente l'aculeo velenoso. 

Sembra un gruppo di cagnolini che si affannano attorno al padrone che distribuisce le crocchette. L'uomo lancia a un paio di metri dalla riva, manciate di materiale e le razze seguendo un loro volo planante, con linee sinuose perfette come pattinatori su ghiaccio che si esibiscano davanti ad una severa giuria, arrivano con un incrocio perfetto ad acchiappare quasi al volo il cibo, proprio nel momento in cui tocca l'acqua, rubandoselo le une con le altre e poi via proseguendo la linea con una curva che le porta fuori dal mucchio a terminare l'operazione di ingurgitamento, già pronte poi a lanciarsi nel giro suggestivo. Lo spettacolo è impressionante e la voglia di entrare tra le onde è tanta, ti scatta spontaneo il desiderio di toccare quegli esseri magici al passaggio, di carezzarne i dorsi lucidi, ah se non fosse per quell'aculeo! Ma sarà poi davvero così velenoso? In fondo i ragazzi rimangono lì con i piedi nell'acqua senza nessuna paura e gli animali scorrazzano loro intorno senza sfiorarli, anzi qualcuno viene addirittura a cogliere il cibo dalla mano amica quasi fosse un gattino. Gli spettatori rimangono invece immobili, incantati, quasi rapiti dai folletti che saltellano danzando, alternandosi davanti al ragazzo che lancia il cibo ora qua, ora un po' più allargo per sfoltire il gruppo che tenta di scavalcarsi nell'ansia di arrivare primo. 

Il cosiddetto feeding dura una ventina di minuti durante i quali l'agitazione in acqua prosegue furiosa ed instancabile. Puoi vedere da vicinissimo le bocche spalancate che planano sul groppo di budello e lo ingurgitano al passaggio, poi la vela delle pinne si piega di colpo e l'animale continua la sua evoluzione elegante in cerchi di diametri diversi e tesi a riconquistare una posizione vantaggiosa per il giro successivo. Quando i secchi sono vuoti ed i ragazzi li sciacquano liberandoli delle ultime scorie, gli animali sembrano capire che la pacchia è finita, compiono ancora un paio di evoluzioni veloci caso mai fosse rimasto qualche residuo tra le onde e poi uno per uno, se ne vanno, lasciano la scena lente e maestose come sono arrivate, fate aristocratiche dei mari che tornano nelle acque alte, a giocare forse, a planare eleganti e maestose inattesa di un'altra serata di gala. Davvero uno spettacolo che lascia senza fiato, da godere fino in fondo. Riprendiamo il vialetto tra le palme che conduce al centro dell'isola, sei o settecento metri sotto la cupola stellata; la luna è già alta nel cielo ed il suo gancio dorato ha una posizione anomala rispetto alle tue abitudini di uomo del nord, sembra anche lei coricata sul dorso, sdraiata con le due punte verso l'alto quasi a chiedere una piccola tregua, come se tra queste isole non si potesse far altro che riposare, dormire, sognare.






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5 commenti:

Barbara Nimmo ha detto...

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