sabato 24 febbraio 2018

Maldive 8 - Ultimo giorno sulla sabbia

On the beach


 
Corso da bagnino di salvataggio
Ecco qua, gira gira è arrivato anche l'ultimo giorno sulla spiaggia. Butto l'occhio intorno disperatamente per cercare qualche appiglio, una scusa per prolungare il soggiorno, ci sarebbero ancora un sacco di cose da fare, da vedere, alla faccia di tutti quelli che pronosticavano che mi sarei annoiato a morte. C'è poco da dire, a far niente non si sta poi così male, specie se sotto i piedi hai questa farina bianchissima che ti entra tra il pollicione, il trillice e il minnolo e davanti vedi solo questa superficie cristallina e verde azzurra che, tanto per usare una frase mai sentita, ti vien voglia di berla. Così fai ancora due passi nel bosco di palme alle spalle della spiaggia, dai un'occhiata al giardino di orchidee, saluti le olandesine che passano in bici coi parei svolazzanti e fai finta di non conoscere i quattro tamarri dalla parlata laziale tatuati dalla testa ai piedi, anche sui robusti addominali i maschi, sulle chiappe procaci le femmine, che si sono spiaggiati davanti a te. Quanto a tatuaggi bisogna dire che anche i tedeschi e la gente dell'est europeo non scherza, vedi cose che ti fanno pensare subito all'utilizzo futuro per paralumi di classe, ma ognuno faccia un po' quello che gli pare, non credete? Intanto arriva un gruppo di cinesi ancor più caciaroni, ma questa è una loro caratteristica, tutti vestiti uguali, si direbbe in divisa di qualche azienda che ha pagato il viaggio premio. 

Sul set 
Sono scatenati soprattutto nelle foto di gruppo, le fanciulle specialmente tutte intente a saltare nello stesso tempo, unisono di difficile effettuazione essendo le zuzzurellone almeno una quindicina e tutte dotate di prolunga telescopica da selfie, senza la quale è ormai assolutamente impossibile viaggiare. Sono romanticamente coperte di veli trasparenti che tendono a mostrare più che a nascondere le loro forme tozze che illustrano bene come, esercitandosi, potrebbero fare le uova da in piedi senza romperle. Srotolano striscioni, sicuramente inneggianti alla ditta che ha pagato e mostrano chiose di denti da far invidia ad un tirannosauro. Poi tutti in acqua a bearsi degli spruzzi. Passano le libiche con cui ho socializzato ieri, traslando con mollezza i loro maestosi culoni da ipernutrite, lanciandoci saluti. Poi viene a rintracciarmi l'ormai amico khazako, bramoso di inviarmi via whatsapp, i filmati che ha fatto in acqua ieri, in cui è stato immortalato il mio incontro con la tartaruga. Lo abbraccerei non fosse che è alto oltre due metri, largo come un armadio e non vorrei che mi baciasse in bocca per ultimo saluto come faceva tempo fa il suo conterraneo Kural. Poi bisogna lasciarsi andare a mollo in questo mare, sono le ultime botte e ci staresti dentro delle ore anche se ti vengono i polpastrelli rappucciti. Mi muovo un po' più lontano da riva, tanto sono dotato della mia collaudatissima maschera da sub (e non è una roba da carnevale), con cui posso agevolmente tenere la testa sotto l'acqua indefinitamente, guarda un po' e godere fino in fondo bevendo il dolce calice. 

Gita sociale
Ad un tratto mi trovo circondato da un centinaio di grossi pesci argentei che cominciano a girarmi intorno. Mi trovo nel cilindro immobile, mentre tutti ruotano all'unisono. Che spettacolo! Raccolgo conchiglie giganti anche se so che poi non si possono portare a casa, sarà poi vero, in teoria, non sarebbe permessa neppure la sabbia! Se ci pensi in fondo non è così sbagliato, visto che tra qualche decennio tutto l'arcipelago sprofonderà definitivamente sotto il mare. Si respira profondamente, anche se in fondo fa caldo, ma vuoi l'arietta marina che un pochino tira sempre, vuoi la sensazione di libertà che ti dà l'assenza di vestiti, tutto congiura per farti stare bene, anche se in effetti ti è venuto il raffreddore, un po' di tosse, strani punti rossi sulle gambe dovuti a qualche misterioso ma sicuramente malefico insetto e anche se da qualche parte sei comunque scottato nonostante le tonnellate di creme sparse a doccia con convinta ed inesorabile continuità. Sì il sentiment continua ad essere positivo. Meglio andare a farsi una pina colada al ristorante sulla punta dell'imbarcadero, tanto c'è l'offerta speciale dell'happy hour e vivere costa la metà. Sul mancorrente della terrazza si posa un grande airone grigio. Sembra venuto apposta per mettersi in mostra in un set fotografico. Sposta il lungo becco a destra ed a sinistra come un attore consumato per farsi notare certamente oppure per contratto stabilito a favore di ripresa. Non vola via neppure se ti avvicini spudoratamente, tanto è evidentemente abituato. 

L'airone
Tre russe abbondanti lo spingono alla fine via con malagrazia, devono farselo loro il selfie, non c'è posto per gli aironi. Poi scendono le ombre della sera e un gruppo di subacquei bardati di mute, torce notturne e bombole scendono dalla scaletta laterale per godersi lo spettacolo notturno. Sotto le sue palafitte il fondale è di 4/5 metri, piuttosto roccioso. Sugli scogli molti granchi sembrano aspettare lo sciabordio dell'onda. Ma appena va via la luce comincia un altro spettacolo nell'acqua illuminata da robusti fari. Tre mante oceaniche dal dorso nero e dall'apertura alare maestosa, non meno di 4/5 metri arrivano planando veloci dal largo e iniziano a volteggiare elegantemente in formazione. Sembra una esibizione di pattinatrici; curve perfette, loop continui per rimettersi in rotta, capovolte accoppiate, è una esibizione in piena regola in cui le protagoniste paiono aspettarsi un punteggio di merito da una esigente giuria. Le grandi bocche rimangono spalancate coni labbri laterali posti obliquamente per convogliare evidentemente ogni residuo commestibile, visto che siamo sempre in prossimità di un ristorante, italiano per giunta, per cui anche loro presumeranno che qui si mangia bene. Quando l'ala si alza scopre completamente nella cabrata il grande ventre bianco in cui indovini i tagli paralleli delle branchie. Sopra, gli occhi globosi guardano sornioni al passaggio e sembrano chiedere un applauso per tanta bravura o almeno un ringraziamento per una gratuita esibizione di bellezza. 

Manta di pancia
Dopo una mezz'ora, silenziose come erano arrivate, se ne vanno, sempre in formazione, la più grande davanti, le altre due appaiate dietro. Lo spettacolo è finito. Rimane il tempo per andarsi a vedere l'esibizione di danze tradizionali e le altre attrazioni che questo tipo di luoghi propone per la bramosia degli ospiti che comunque sembrano divertirsi moltissimo. Intanto sembra che tutti siano al corrente che questa è la nostra ultima notte al villaggio. I camerieri si profondono in saluti e gentilezze ai tavoli, i ragazzi della spiaggia continuano a portarti asciugamani. Fervono insomma, i tentativi di ingrassare le intenzioni di mancia di fine soggiorno, una tradizione conclamata su cui il personale conta moltissimo dato che, come scoprirete se date un po' di corda, i maldiviani purosangue sono rarissimi, mentre abbondano lavoratori indiani, pakistani e bengalesi. Chissà se sono in regola o irregolari, biechi traversatori del mare, più o meno clandestini rubalavoro, guardati di storto dai locali, messi su dal Salvini locale.Tra l'altro in questi giorni ci sono delle grane in città, sembra che si svolgano molti cortei di protesta contro il governo e compagnia bella. Non è che tutto il mondo è paese? Un cameriere viene dal Tamil Nadu e sembra molto soddisfatto di come si campa da queste parti e rimane stupito della mia conoscenza del suo paese, cosa che crea subitanea complicità, quindi mi suggerisce di approfittare del banco del tonno fresco che è appena arrivato stasera, una prelibatezza. 

Prepara la mancia
L'omino che ci spolvera i materassini da spiaggia vicino alla maestosa piscina circondata di palmizi, invece è del Bangla Desh e lavora qui da un paio d'anni. Pare piuttosto soddisfatto anche se non pouò vedere la sua famiglia, qui si guadagna abbastanza bene e le mance sono alte, sottolinea con intenzione, quasi dandomi di gomito. Gli sparo la mia intenzione di vedere prima o poi il suo paese; questo lo conquista immediatamente, estrae lo smartphone e mi mostra immediatamente filmati della famosa spiaggia di Cox's Bazar e delle altre meraviglie del suo paese. Pensare che qualcuno possa desiderare di vederle anche essendo qui, nel conclamato paradiso per la mentalità occidentale, lo eccita e inorgoglisce. In pratica non mi molla più continuando a propormi mete suggestive, compreso il paesino dove vive la sua famiglia. Quasi quasi rinuncia alla mancia, va beh, non esageriamo. Ma alla fine anche questa giornata è finita, devi rifare il sentiero che torna al tuo bungalow e cerchi di rallentare il passo più che puoi per mantenere fino all'ultimo la tua presenza in questo luogo, fingi di aspirarne gli ultimi profumi, gli afrori nascosti come fosse una meravigliosa donna che devi lasciare e con cui invece vorresti trattenerti all'infinito. Gli uccelli notturni lanciano gli ultimi canti, i gechi esibiscono gli ultimi singhiozzi. Quando apri la porta del tuo bungalow tutto il letto è coperto da una corona di fiori di ibisco a forma di cuore. Non fare il tirchio e metti mano al portafoglio che Marvin aspetta nell'oscurità.

Manta
SURVIVAL KIT



I ristoranti extra del Sun Island resort sono due oltre il coffee shop sulla spiaggia e l'oyster bar con grigliata di pesce davanti alla spa. Uno alla fine del pontile dei waterbungalow con cucina thai e l'altro dal lato opposto sul pontile di attracco principale con cucina italiana. Se proprio volete togliervi uno sfizio, diversamente il buffet compreso nel vostro ticket rimane decisamente abbondante e variato. Ovviamente piuttosto cari. I cocktail alcoolici e long drink vengono serviti sui 9 $, le birre 5$.






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