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giovedì 10 gennaio 2019
mercoledì 9 gennaio 2019
lunedì 7 gennaio 2019
domenica 6 gennaio 2019
Recensione - F. Vargas - Il morso della reclusa
Ecco l'ennesimo libro del commissario Adamsberg, svagato, tignoso, e perso nelle nebbie della sua mente contorta e intuitiva, proprio come piace ai suoi affezionati. La Vargas non si smentisce e racconta con le consuete divagazioni questa ultima avventura del suo commissario, queste volte alle prese con uno strano caso, di ragni mordacie di fobie complicate, che solo lui sa riconoscere tra ricordi di un lontano passato e i contrasti nel suo posto di lavoro. Non delude, giallo ben congegnato anche se già verso la metà si intuisce il filo conduttore che porterà al finale obbligato. Ben scritto come sempre, si lascerà leggere tenendovi impegnati per un po'. Adatto agli amatori del genere e soprattutto agli ammiratori della Vargas. Un po' lo stesso loop in cui viene preso l'appassionato di Montalbano.
sabato 5 gennaio 2019
Recensione - M. Malvaldi - La misura dell'uomo
Un giallo rinascimentale di piacevolissima lettura. Certo letteratura di consumo, per carità, non parliamo di capolavori letterari, ma io ne sono rimasto avvinto e in poco meno di quattro ore me lo sono delibato tutto, seguendo la vicenda di Leonardo alla corte di Ludovico il Moro, del complicatissimo caso da dipanare, con le sue implicazioni di economia politica assai ben studiate. Raccontato in maniera ingegnosa e con uno stile assai accattivante, che di certo ha avuto lontane ispirazioni dal Nome della rosa, anche se di ben diverso livello, ti invoglia a seguire la vicenda fino in fondo e cercarne la soluzione. Bene ambientato, con la parte storica molto accuratamente controllata, insomma, ve lo consiglio, soprattutto se avete visitato recentemente il museo leonardiano a Vigevano e il castello Sforzesco di Milano dove la vicenda è ambientata. Rilevo che l'autore è rimasto colpito come me, alla lettura della lettera-curriculum di Leonardo, scritta di suo pugno e inviata a Ludovico per essere assunto come ingegnere di corte, dove elenca i suoi, si direbbe oggi, skills. Dieci capacità, tra cui architetto di fortezze, esperto idraulico, progettista di armi, disegnatore di costumi e organizzatore di spettacoli di corte e infine come decima esperienza: "Tra le altre cose sono anche discreto pittore", cosa che mi è parsa di godibilità assoluta. Lo consiglio caldamente come lettura scacciapensieri.
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venerdì 4 gennaio 2019
Taste of Oman 3 bis
Sopra
il divano
Fumo
di narghilè
Con
nuovi amici
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mercoledì 2 gennaio 2019
Aspettando di partire
Allora eccoci qua, l'anno nuovo è arrivato e possiamo lasciarci alle spalle tutta la chiacchierata classica di questo periodo. In effetti ormai sto solo battendo il tempo nell'attesa di partire per il parcheggio Mariuccia di Malpensa. Un tizio ieri mi chiedeva, allora hai tutto pronto? Mah, sì, ma anche no, nel senso che da un po di tempo, mi preparo sempre meno, forse per un malinteso senso di esperienza che mi conduce a non stare lì a fare tante elucubrazioni prima, per far sì che si goda più durante, raccogliendo la parte emozionale e rimandando tutto il ragionamento e le considerazioni al dopo. In realtà l'idea di un viaggio nasce molti mesi prima; per questo che sta arrivando, almeno un anno fa, poi lo schema si arricchisce di punti focali e nasce lo scheletro portante, poi la fase critica è la ricerca dell'appoggio giusto locale, dato che ormai ho capito che che questo è il modo di viaggiare che alla mia età preferisco e ritengo sia anche più consono alle mie possibilità, infine un po' di discussioni per mettere a punto un itinerario più preciso e il suo budget; infine mi lascio andare in attesa di partire.
E' diventato sempre più cruciale questa fase di disinteressamento all'informazione precisa dei luoghi da vedere e da esplorare, forse proprio per questa idea che mi è diventata sempre più convincente, che apprezzo di più la sorpresa e la meraviglia, di fronte ai punti importanti e quindi in questo caso inattesa, che l'arrivare a vedere luoghi lungamente indagati per contfrontare la realtà visibile con le attese spesso troppo magnificate e quindi proprio per questo deludenti. Ricordo che questo dubbio me lo insinuò tanti anni fa, la mia visita al Grand Canon negli stati Uniti. Ne avevo visto così tante meravigliose immagini e cartine e tanto a lungo studiato gli itinerari, che il dispiegarsi davanti a me di quella pur meravigliosa realtà, fu assolutamente inferiore all'aspettativa e nessuna immagine, men che meno quelle scattate dalla mia povera manina da aspirante e miserevole fotografo, poteva essere pari a quelle su cui avevo sognato. Quei tramonti spettacolari, quei colori senza pari al mondo si stemperarono nella vista di immagini belle sì, ma sempre un po' piatte ed omogenee, in ogni caso già viste e più in bella copia, roba a cui dare una ripassata con Photoshop insomma anche se allora neanche era stato inventato.
Così da quel momento ho cominciato a studiare sempre meno i punti che avrei inserito nei miei itinerari, fidandomi di coloro ai quali mi affido, nella speranza che non mi facciano perdere quelli più importanti ed in aggiunta, godere di quelli imprevisti e non programmati con troppa attenzione, che diciamola verità, l'esperienza mi dice che saltano sempre fuori in qualunque viaggio, percorrendo una qualunque strada sconosciuta sulla quale ti avvierai. Per gli aspetti pratici, cose da portare, bagagli e simili, ho per fortuna chi se ne occupa anche per me, potendo così limitare il mio intervento all'attrezzatura fotografica, un trinciaunghie, il coltellino svizzero e poche altre cosette. Quindi, in effetti, quando hai ormai il biglietto in tasca, hai cambiato un po' di dollari se servono e, concluso l'accordo in questo caso con il vecchio amico Ashish in India, un nome, una garanzia e il nuovo contatto Bulu, in Bangla Desh, devo solo aspettare che scada l'ora della partenza.
E devo dire che l'aspetto anche con una certa impazienza; tra l'altro, ho davvero voglia di togliermi da questa insopportabile aria che mi rintrona le orecchie ogni giorno da ogni TV. Ma di questo non ho tanta voglia di parlare. In verità mi piacerebbe, ma alla fine è una cosa che non riesco mai a fare, leggere qualche cosa che mi mettesse in sintonia col luogo che sto per vedere, non guide o roba simile, che ho e comunque non leggo affatto, quasi per dispetto, ma qualche libro di viaggio o romanzo, tanto per calarsi nella parte insomma. Mi hanno parlato bene de Il paese delle maree, che sembra raccontare bene l'aria del Bengala, ma alla fine non ho neanche avuto il tempo di occuparmene, di cercarlo, così l'ho rinviato. Anzi se qualcuno avesse notizia di dove si trova questo titolo in ebook, meglio se gratuito, tanto per non smentirmi, me lo faccia sapere. Per il resto ho ancora qualche giorno per continuare a domandarmi cosa mi sto dimenticando. Magari domani vi racconto come è nata questa idea di viaggio.
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martedì 1 gennaio 2019
Cronache di Surakhis 85: L'anno che verrà.
"Ma sì, da oggi è un nuovo anno e bisogna essere positivi. Non conta quanto sia pessima la situazione quanto enormi ed importanti saranno i disastri prodotti da questa gente. Prima o poi raccoglieremo i cocci e andremo avanti come si è sempre fatto. Avete pessimi governati, non lamentatevi, li avete votati e adesso loro si sentiranno in dovere di fare quanto avevano voglia di fare, a loro favore e a vostro danno. Li avete autorizzati voi." Questo era lo schema del discorso che Paularius intendeva diffondere per tutti i canali su cui poteva ancora intervenire efficacemente. Purtroppo da quando la situazione gli era sfuggita di mano ed i capipopolo peggiori in assoluto che si fossero mai visti, si era impadroniti del potere assoluto riducendo il Senato a un circolo di burraco, non riusciva più a controllare nessuno e temeva sinceramente che la ghenga dei crikkettini e delle gilde non avrebbe mollato la greppia per molto tempo ancora. Già Surakhis si era completamente isolato da tutti gli altri pianeti della confederazione galattica ed i danni economici erano sotto gli occhi di tutti, ma la gente alla fine se ne fregava alla grande, ebbra di soddisfazione da quando era stata liberalizzata la caccia all'Andromediano, come sport di massa domenicale.
Intanto qualunque lavoro doveva essere svolto in nero, anzi quello ufficiale era stato addirittura abolito per decreto in nome della libertà di fancazzismo e della honestà. Paularius ufficialmente sosteneva il governo, meglio non mettersi contro quella gente, ne andava della testa e quante ne erano già cominciate a rotolare giù dal palco eretto sulla pubblica piazza di Novigorad, mentre le anziane sdentate giocavano alla playstation sotto la ghigliottina elettronica che pronunciava le sentenze a gettito continuo, alzando la testa solo per gridare un ormai stanco evviva, giustizia oppure uno vale uno, neppure più tanto convinto. Intanto nella periferia, tra le caverne scavate nelle montagne di immondizia, le bande dei tifosi manganellavano senza pietà chi non si scappellava al passaggio del Gran Ministro, che infondo aveva concesso a tutti la libertà di difendersi. In verità, grazie a molte delle ultime leggi promulgate sulle armilibere, la popolazione era diminuita del 30% e l'ente erogatore delle pensioni aveva avuto un gran beneficio. Alla fine, pensava Paularius, tutto torna e anche questa fase sarebbe stata superata, anzi, ripartendo poi dal fondo, gli schiavi non avrebbero avuto più di tante pretese, sarebbe bastato ridargli un po' di lavoro nelle miniere e libero accesso a qualche casa di piacere di terza serie, una sera la settimana e tutto sarebbe rientrato nella normalità. L'importante era tenersi fuori dalle grane più grosse. Cancellò tutto il discorso che aveva appena impostato e riscrisse un più semplice ed esaustivo:
Felice anno nuovo a tutti!
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