sabato 16 febbraio 2019

Bangla Desh 2 - Uscire da Dacca con il traffico


Traffico

Lavorazione del cotone
Molti mi hanno detto che questo paese ha molti punti di contatto con l'India di una quarantina di anni fa e questo, per la verità, potrebbe essere per me un altro punto di interesse aggiuntivo. L'aeroporto di Dacca, che pure è una capitale di una ventina di milioni di abitanti sembra confermarlo. Anche se tutto rinnovato, mostra per sempre l'essenza di un hub periferico. La coda per i visti è ragionevolmente breve e la pratica si esaurisce in fretta, giusto il tempo per chiacchierare con un milanese che arriva qui periodicamente per un business di maglie. Già, qui sembra che si venga soprattutto per far affari col tessile, ricorderete la strage di qualche anno fa in un ristorante popolato di importatori del settore, molti italiani. D'altra parte questa è una delle cose per cui il paese è noto nel mondo e anche, credo, il suo principale cardine dell'export, grazie ai salari tra i più miseri al mondo, la tradizione di tessitura e la materia prima a disposizione, che data l'entità, viene adesso importata dalla vicina India che ha, udite udite, salari ormai troppo alti. Certamente, anche i cinesi delocalizzano qui e in Cambogia, perché c'è sempre un sud più a sud nel mondo insomma. Comunque il tipo dall'accento marcatamente lombardo, è stranito dal fatto che qualcuno arrivi fin qui per turismo.

Una "fabbrichetta" tessile
Non ha mai messo il naso fuori di Dacca, né evidentemente la cosa gli interessa più di tanto; ha solo una cosa in mente, fare quello che deve e filarsela via il più velocemente possibile, nessun tipo di empatia con quanto lo circonda, anche che, evidentemente lo fa più ricco ad ogni passata o forse proprio per questo. Ehi non vuole certo essere un giudizio di merito, ognuno faccia un po' quello che crede. Cerco dispiegargli le mie motivazioni, racconto dei luoghi che spero di vedere, ma mi risponde uno sguardo vuoto e perplesso, della serie, per carità, tante teste, tante idee. Uno sbattere di timbri e poi ce ne andiamo ognuno per la propria strada, a raccogliere le valigie che misteriosamente arrivano sempre e ad assaporare l'umido dolciastro dell'aria vera al di fuori dell'aerostazione, dove l'amico Bulu ci aspetta con le classiche coroncine di fiori di ordinanza. Regoliamo i conti e poi siamo nelle mani di Eussuf per immergerci definitivamente nella marmellata di traffico (traduzione pari pari, ma molto evocativa, mi sembra) della capitale. E' sempre la solita storia, dopo il lungo viaggio e la notte saltata, chiederesti a buon diritto, ore di giusto riposo in un albergo accogliente, ma il tempo tiranno e il braccino corto calcolano con attenzione anche i ritagli, quindi via subito a macinare strada per l'itinerario previsto, guadagni un giorno e a dormire ci penserai quando arrivi a casa, per riposare (e per sempre) ci sarà tempo tra qualche anno.

Trasporti
Dacca è la città che immaginavo, un insieme sterminato di costruzioni cresciute disordinatamente, di cui non riesci a riconoscere un centro od una parte distintiva, corrose dall'acqua del monsone, dalla muffa dell'umidità in estate e ricoperta dalla polvere durante l'inverno, che si posa con incessante democraticità su tutto quanto si fermi anche solo per un attimo. Moltissimi sono dotati di apposita mascherina, artigianale o di ordinanza e anche il niqab femminile, che qui imperversa, ricordiamoci di essere in un paese a stragrande maggioranza musulmana, appare una utile difesa a questa cipria che pervade l'aria e di attacca la mucosa della gola, costringendoti a tossire con frequenza. E non solo polvere. Sta di fatto che le strade, strette e contorte, di certo non previste per questo tipo di sviluppo, sono completamente intasate di un traffico avvolgente e pervasivo fatto di ogni tipo di mezzo, camion di tutte le dimensioni, nella maggior parte carichi all'inverosimile, che ripartono con pompate di fumo nero e caliginoso che costringe a chiudere anche gli occhi e auto appena uscite da uno sfasciacarrozze generoso e indietro col lavoro, inframmezzate da carretti, motorini, biciclette, risciò a pedali, tuktuk strombettanti e dalle lamiere rattoppate, negozi su ruote e trasporti spinti a mano o trainati da animali ansimanti e magri all'inverosimile, come la maggior parte dei loro trasportati.

Ciclorisciò
Un bailamme condito da un rumore di fondo altissimo, fatto di clacson, alcuni fantasiosi che ricordano quello multitonale del Sorpasso, altri tradizionali, ma tutti intesi alla dichiarazione di presenza a prescindere ed a ribadire il proprio diritto di passare eventualmente su altrui corpi, visto che tutto è immobile intorno e l'impenetrabilità sembra una legge fisica ancora in vigore. Insomma si avanza a fatica per ore, e la cosa che disarma è che intorno a te non riesci a valutare quel cambio di ambiente che ti possa lasciar capire che stai guadagnando i quartieri più periferici e che si possa intravedere, prima o poi uno smollamento di  quel caos, che lasci spazio ad un flusso di traffico, almeno un pochino più sciolto. Anche quando riusciamo ad immetterci in una strada a doppio senso, più grande, dal tono non dico autostradale, benché ci sia la presenza di caselli, anche se non funzionanti, ma di arteria principale di scorrimento, la colonna non si smolla e procede a singhiozzo. Tutto sembra concesso e giustificato alla fantasia dei piloti, anche con la presenza di poliziotti con delega evidente al traffico, visto che si agitano come matti, schiacciati tra i mezzi che li premono da ogni lato. Ma qui sembra valere tutto, mezzi che procedono in contromano, giustificati dal fatto che la corsia opposta è completamente bloccata e quindi l'unico modo di procedere è invadere la nostra sede stradale creando ulteriori blocchi inestricabili.

Intasamento
Viene subito alla mente la famigerata croce uncinata fantozziana, ma qui il problema sta proprio negli ingorghi causati dagli incroci di flussi che né semafori, ne vigili, appaiono in grado di regolare. Quando la massa di mezzi ha preso spazio, non ce n'è per nessuno e le regole del rosso o delle indicazioni del traffico appaiono come sospese. Tutto ciò è aumentato ed amplificato dalla continua presenza di lavori in corso, evidentemente di miglioramento o ampliamento, ma che sembrano sempre deserti di lavoratori, mentre masse sempre più corpose di gente si accalcano attorno infilandosi tra le auto, sembra al solo scopo di aumentare la confusione. Tuttavia si procede a singhiozzo, circondati da baracche sempre più malandate e noi ci consoliamo al fatto che nell'altra direzione tutto invece appare fermo da ore. Eusuf e l'autista sono assolutamente tranquilli, questa è la regola. Bisognerà abituarsi, d'altra parte questo è un paese spaventosamente sovrappopolato, circa sei volte di più dell'Italia e bisogna farsene una ragione, Maltus lo aveva previsto e qui ce ne abbiamo la conferma. Bisogna soltanto abituarsi, calcolare i tempi in modo diverso e poi tutto diventa parte della coreografia. Intanto sempre per guadagnare tempo, sbocconcelliamo qualche coscia di pollo di un capiente lunch box del KFC che ci consente di arrivare fuori città, (ma saremo veramente mai fuori città?) e procedere a sbalzi e scossoni nella piana infinita di questo delta sconfinato che è diventato nazione.   

Regolamentazione del traffico

SURVIVAL KIT


Visto - E'possibile ottenere il visto all'aeroporto di arrivo, senza richiederlo preventivamente in Italia o come eVisa. C'è un ufficio chiaramente indicato sulla sinistra appena dopo il ritiro dei bagagli, la procedure è abbastanza rapida se non c'è troppa coda, ma in generale gli stranieri in arrivo non sono mai molti. Costo 51 dollari che è meglio avere in contanti. 

Camion
Moneta - Subito dopo ci sono i cambisti per avere un po' di contante, se siete in giro fuori città nonsarà facilissimo trovare occasioni. Il cambio è ragionevole non a strozzo come negli aeroporti indiani. Il cambio è attualmente 1 Euro = 95 Taka (BDT)

Agente di viaggio - Come sempre è fondamentale, per lo meno per il modo in cui sono solito viaggiare in Oriente, avere un affidabile agente di viaggio che si occupi della logistica e che fornisca la macchina per svolgere l'itinerario concordato. Anche questa volta ho indovinato in pieno, grazie al consiglio di amici e vi consiglio caldamente, l'ormai amico Bulu, di cui vi indico le coordinate complete:

Mr. Syed Mahbubul Islam Bulu


CEO Riverain Tours
Ex-Director Public Relation
Tour Operators Association of Bangladesh TOAB
President Tourist Guide Association of Bangladesh TGAB
House No : Ka 72/10,
Shajadpur,Gulshan,
Dhaka- 1213.Bangladesh.
Phone    :  +880 2 8833381
                +880 2 8833382
Fax        :  +880 2 8824401

Hot line  :  +880 1712 292871
          riveraintour@qq.com


Skype: riveraintour

Mi sono trovato benissimo, perfetto e preciso nell'organizzazione, sempre puntuale ed efficiente, ci ha fornito ad un prezzo assolutamente conveniente, quanto concordato e anche di più di quanto mi aspettavo. Inoltre ci ha affidato a Eusuf, una guida assolutamente encomiabile, una persona speciale che sono davvero contento di avere conosciuto e che ci ha supportato nella maniera migliore. Consigliatissimo.


Carico del cotone


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