mercoledì 22 gennaio 2020

Scampagnata a Torino




La Consolata
Ieri ho colto l'occasione per prendere come si dice tre piccioni con una fava. Dunque partiamo dal fatto. La mia GS (gentile signora) aveva la necessità di risolvere un problema riguardante la vaccinazione per la febbre gialla. Un tempo, quando nel lontano '72, l'aveva fatta, aveva dieci anni di validità, scaduti i quali avevamo gettato via il librettino giallo ormai inutile. Puoi mica tenere tutti i pezzi di carta che infestano la casa? O fuori loro o fuori noi, evidentemente. Ora l'OMS ha stabilito che la regola dei dieci anni non vale più e che, fatta una volta, vale per tutta la vita. Ma se non hai il documento i paesi che la vogliono non ti lasciano entrare e non dovresti neppure rifarla perché sempre gli stessi santoni dell'OMS hanno stabilito che dopo i 60 anni non è una buona cosa farla. Insomma il classico Catch 22. Come risolvere il problema? Allora era stata fatta a Torino, perché ad Alessandria non sapevano ancora cosa forse e a domanda, la scambiavano con le pagine gialle. Quindi tocca andare a vedere di persona, dato che al telefono dopo tre giorni di telefonate a vuoto, premi 1, premi 2, ho dovuto rinunciare per sfinimento. Così eccoci con il nostro treno delle 8:30, sempre per non fare incazzare Greta, che arriviamo di buon passo, cercando di respirare poco per non morire e facendo lo slalom tra i monopattini che ormai sfrecciano in ogni direzione, fino in via della Consolata dove c'è l'ufficio vaccinazioni internazionali.

Al Bicerin
Fortunatamente tocca subito a noi, che se avessimo tardato ancora 5 minuti ce ne saremmo trovati davanti una decina. Devo dire che le signore addette sono state di  una cortesia ineccepibile e alla fine scopri che se tu vai a chiedere cortesemente e con un sorriso, tutti si fanno in quattro per risolvere il tuo problema. Comunque per farla breve, naturalmente non c'era nulla digitalizzato, ma la signora ci ha detto di andarci a fare un giretto e tornare dopo una mezz'oretta che sarebbe andata a cercare manualmente in archivio, così dopo 30 minuti eccoci in possesso del librettino giallo con tanto di prova di vaccinazione effettuata 48 anni fa. Insomma, chi si lamenta dei servizi pubblici dovrebbe farsi prima un esame di coscienza, direi. Rimaneva quindi tutto il giorno a disposizione pur avendo sfruttato la breve attesa per dare un'occhiata dopo tanto tempo alla chiesa della Consolata, proprio dietro che è uno spettacolo barocco da perderci la vista. Non dimenticate inoltre che di norma si fa l'abbinata, infatti nella piazzetta antistante c'è lo storico locale Al Bicerin, citato da tutti i grandi torinesi dell'800 e immortalato da Eco nel Cimitero di Praga. Il locale, aperto da oltre 250 anni è delizioso, un vero esempio di locale storico sabaudo, con le sue profilature in legno, le boiseries alle pareti, i piccoli tavolini di marmo e le decine di vasi di vetro con le pastiglie ai vari aromi sugli scaffali. 

La mole
Ovviamente tralascio di parlare del Bicerin, la squisitezza assoluta di caffé cioccolata e panna con due biscottini di accompagnamento da sorbire ad occhi semichiusi, inventato proprio qui per saziare coloro che, digiuni, uscivano dalla comunione del mattino dalla chiesa antistante. Insomma un appuntamento obbligatorio per chi passa da questa parte della città, con opzione zabajone con panna per chi non sopporta il caffé. Anche Cavour e De Amicis ne andavano pazzi e la signora alla cassa, ci marcia gigioneggiando sulla rendita di posizione, alla faccia delle decine di succedanei tarocchi che sono sorti come i funghi ad ogni angolo. Tanto se vuoi il vero bicerin, l'originale e non il vile succedaneo è qui che devi venire. Ma come completare la giornata? Naturalmente, per insensata fretta, io che controllo tutto sul pc prima di partire, non avevo visto che la mostra su Mantegna a Palazzo Madama era chiusa di martedì, per fortuna quando sei in una città di questo calibro hai solo l'imbarazzo della scelta. Dunque eccomi con pochi passi in più, percorsa la via Po della mia giovinezza, fino quasi al fondo, al Museo Accorsi dove è ancora aperta la spettacolare mostra su Vittorio Corcos, artista che ha lavorato a cavallo tra l'800 e il '900, del quale si fatica a vedere qualche opera in giro (aperta fino al 16 febbraio, 8 euro, ridotto 6). 

Una sala della mostra di Corcos
Ebbene, anche se le opere esposte non sono moltissime, devo dire che si tratta di capolavori assoluti. Questo ritrattista, assai famoso, anzi sulla cresta dell'onda al suo tempo, ha una capacità assoluta di cogliere gli sguardi dei suoi soggetti raccontandone l'anima, al di là della sua spettacolare abilità tecnica. Dai visi delle bellissime donne che ti guardano dalle pareti di questo palazzo (tra l'altro a sua volta molto bello) trasuda una cosciente malinconia che avverte la fine del momento felice della Belle epoque, la decadenza inarrestabile di un momento dannuziano fatto di sospiri, di amori torbidi e vestiti elegantissimi, quando una signora non poteva uscire senza guanti, anche la bimba che gioca nel fango con le formine li esibisce, con il timore inespresso di un mondo oscuro che si appresta ad investire l'Europa segnando la fine di un'epoca felice. Davvero non lasciatevela scappare.

Una samurai
Poi c'è rimasto ancora il tempo per dare un'occhiata al mio adorato MAO, dove oltre ai quattro piani delle collezioni permanenti che non mi stanco mai di ripassare, c'era una bella temporanea sulle donne samurai giapponesi (aperto fino al 1 marzo, 10 Euro), con spettacolare esibizione di armi antiche, armature, bellissimi ventagli da guerra, lunghe ed affilatissime na-ginata e dipinti della delicatezza ed eleganza quali solo i giapponesi sanno fare. Insomma una giornata spesa bene unendo l'utile al diletto.

Corcos - Lo sguardo

4 commenti:

Simonetta ha detto...

Che piacere leggerla!

Enrico Bo ha detto...

@Simo -Il piacere è tutto mio! grazie

Simona ha detto...

Adesso devo cercare il mio libretto di quando ho fatto lo stesso vaccino, chissà dove l'ho messo! Ma soprattutto, che viaggio hai in cantiere?

Enrico Bo ha detto...

@Simo - Tranquilla anche se lo perdi, vai alla Consolata e con 12 euro ti passa la paura.
Per il viaggio, per scaramanzia fino a quando non ho i biglietti in tasca taccio......

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