sabato 25 gennaio 2020

Cina 37 - Li Jiang, il centro del Cha Ma trail


I mulini

Murales
Cortile
E così anche il lago Lugu con le sue signore supposte sbarazzine, quantomeno le anziane che ancora circolano, ce lo lasciamo alle spalle e risaliamo il territorio montuoso e travagliato verso Li Jang. Sul fondo delle valli strette ed incavate scorrono fiumi impetuosi, tributari dello Yang Tzé che incontriamo un poco più avanti quando le rive si stanno già allargando parecchio prima di arrivare ad una delle tante dighe che ne sbarrano il corso per nutrire la insaziabile brama di energia di questo paese in progresso talmente tumultuoso che non si riesce quasi a seguirne i progressi, se solo consideriamo che la loro crescita attuale supera il 6%, anche se è la più bassa di sempre. Questa è la forza incredibile della Cina. Il mondo forse se ne stupisce, ma non i cinesi stessi che sono certo non faranno una piega di fronte alla notizia di questi giorni, che per far fronte all'epidemia partita a Wuhan, costruiranno un ospedale da mille posti in dieci giorni; anzi qualcuno criticherà la cosa, visto che in occasione della SARS di qualche anno fa ne hanno costruito uno analogo addirittura in sette giorni. Qui funziona così, numero, determinazione, obbedienza, nel bene e nel male. Così ragionando arriviamo a Lijiang (丽江 - Il bel fiume), la città simbolo di questa provincia, quella che meglio la rappresenta, caposaldo della via del thé e del cavallo, quel cha ma trail che portava nei secoli al desolato e spopolato altopiano tibetano. Oggi, accanto alla città nuova, come tutte le altre in furiosa espansione, c'è l'antico centro, molto ben conservato e ricostruito nelle parti mancanti, con perfetta rispondenza a quella architettura Naxi che l'aveva eretta nel XIII secolo durante la dinastia Song.

Canale
La cittadina è stata devastata nel 1996 da un fortissimo terremoto che ne ha raso al suolo quasi un terzo. Oggi di questo evento non c'è più traccia e tutto il centro storico, patrimonio Unesco come i dintorni, è diventato uno dei cardini del turismo del sud della Cina. Tutta l'area naturalmente è chiusa alle auto private, quindi lasciamo la nostra e con un taxi raggiungiamo l'interno delle mura dove un paio di baldi ragazzotti ci aspettano per portare le nostre valigie fino all'albergo, una antica casa tradizionale sulla via che scende lungo il fianco della collinetta fino alla piazza centrale. A qualcuno di certo potrà dare fastidio che tutte le case siano ormai occupate da negozi, locali, bar e alberghetti e che per le vie strette che le attraversano ci si debba fare largo tra una folla di turisti, ma questo è il turismo di massa ragazzo, fattene una ragione e non sarà la nuova SARS a risolvere il problema. Tuttavia non si può negare che il paesino sia delizioso. Un susseguirsi di vicoletti tra i tetti spioventi, mentre in basso le case sono affacciate su una serie di canali e rogge che percorrono tutta la città-fiume. attraversati da oltre trecento ponticelli in pietra tutti diversi, illuminati dai colori delle lanterne a palloncino che occhieggiano tra aiuole fiorite, piccoli giardini, balconi verdi di piante che si affacciano sull'acqua che gorgoglia. Da un lato è così bello che sembra finto, dall'altro bisogna considerare che il paese e almeno due terzi delle costruzione sono così da almeno duecento anni e passeggiare su questo antico selciato, dà una sensazione particolare.

Le pozze familiari 
Così vado meditando mentre mi sgranocchio una deliziosa anatra croccante davanti ad un ponte a schiena d'asino che scavalca il ramo del fiume che attraversa le case. La pelle perfettamente fritta scrocchia sotto i denti, le strade, pure affollatissime nella penombra creata dalle luci fioche, potrebbero essere le stesse percorse dalle carovane che risalivano la valle. Forse anche allora qui c'era un certo affollamento, locande, alloggi, caravanserragli, magazzini per le merci. Ci ritiriamo presto, dalla grande vetrata della nostra camera, una lunga distesa di tetti arcuati illuminati dalla luna, un cane abbaia lontano, il rumore della città è soltanto un leggero brusio che si confonde col rumore dell'acqua. Al mattino presto invece c'è poca gente in giro, la città si sveglia con calma e non ama la folla. Si può passeggiare per le stradine ed i vicoli che appaiono decisamente più intimi e privi di una determinazione temporale. Oltretutto non essendoci veicoli di alcun tipo, neanche potrebbero muoversi, data la ristrettezza delle vie e gli angoli acuti tra le case, e la maggior parte dei negozi ancora chiusi, la sensazione di un mondo trapassato è ancora più accentuata. Lo so, bisogna accontentarsi di queste suggestioni, ma se pensate che ci siano ancora nel mondo, luoghi antichi, ben conservati e sconosciuti, siete fuori strada davvero. Qui puoi fermarti ad ogni passo ad ammirare le antiche case, le porte dipinte, gli stipiti scolpiti, i disegni sui muri, i minuscoli templi nascosti nelle pieghe dei vicoli o semplicemente sederti sul bordo di una roggia, prima di attraversare il ponte che la scavalca.

Casa museo naxi
Nella zona che ospita le case più antiche c'è una grande costruzione con all'interno una serie  di cortiletti/giardino che si susseguono circondati da stanze contenenti oggetti e memorabilia di un famoso studioso della cultura Naxi, che qui viveva con la sua famiglia. Sono molto interessanti soprattutto gli studi sulla lingua e la scrittura di questa minoranza i cui ideogrammi sono vicini almeno in parte alla forma più antica dei pittogrammi cinesi. Subisco molto il fascino di queste forme di espressione scritta, che hanno cristallizzato e mantenuto per millenni il sistema dell'ideogramma, del disegno che è una riconoscibile  idea di un significato, di un oggetto, di una sensazione anche astratta. E' in fondo il modernissimo concetto dell'icona che invece nell'area del Mediterraneo era stata abbandonata da quasi tre millenni. Questo di certo era un mondo più chiuso e dalla cultura simile, mentre il nostro ha goduto in maniera moltiplicata dello scambio delle idee che è avvenuto grazie all'opera dei mercanti che attraversavano il nostro piccolo mare mettendo a contatto popoli con conoscenze e saperi così diversi che a contatto sono riusciti a moltiplicarsi in maniera mirabile, attraverso una naturale ricerca di efficienza e semplificazione. Ma come sono suggestive queste modalità di scrittura che alla fine condizionano anche il modo di pensare ed il tipo di sviluppo! Percorriamo poi una lunga via piena di fiori e di localini davvero piacevoli. Ci fermiamo per la colazione da un amico di Apple (lei qui conosce tutti) dove si chiacchiera un po', bevendo un frullato di mango, che ti tira sempre su. L'amico sta staccando dalle finestre gli ideogrammi rossi che evidentemente citavano qualche massima maoista, cosa ancora molto comune.

Case fiorite
Sembra che ormai la cosa sia sentita come un po' troppo nostalgica e vecchio stile. Insomma non a più di moda nell'epoca dell'esplosione economica, inneggiare al grande balzo in avanti e robe simili. D'altra parte i regimi hanno bisogno di scritte giganti per le strade, solo quando la loro estrema debolezza rende necessarie continue rassicurazioni perché i sudditi continuino a credere nell'ideale di base al quale è ancorato il potere. Poi, quando la gente comincia a stare bene, tutto questo non serve più e va nel dimenticatoio che solo i nostalgici continuano a ricordare mentre in tutti gli altri, al più ingenerano un senso di fastidio. Ma un altro classico è che queste scritte sono estremamente resistenti e rimangono ancora ed ancora presenti, anche se sepolte sotto successivi strati di vernice e poi col tempo ritornano alla luce, in superficie, come a voler riaffermare una presenza incancellabile, fare rinascere il senso di un passato mai morto, vellicando piaceri lontani nel tempo ma non nel sentire profondo di alcuni, che autoassolve le vergogne e le brutture derubricandole a piccoli errori edulcorati nel segno di una epopea gloriosa, che magari invece aveva prodotto nella realtà solo risultati luridi e miserabili. Forse questa è una categoria insita nell'uomo, uno dei suoi difetti di fabbricazione, un bug genetico non riparabile che conduce a rifare errori che la storia avrebbe dovuto insegnare a non ripetere, tanto poi ci si richiederà all'infinito, ma come faceva la gente a non capire, a non rendersi conto. Ma il mango è dolce e profumato e va giù come un medicamento, una cura per il malanimo ed i cattivi pensieri.

Il monte del Drago di Giada

SURVIVAL KIT

Durian shop
Li Jiang - Cittadina base del Cha Ma trail che ha avuto il massimo dello splendore durante l'epoca Ming e ha ripreso importanza dopo l'invasione giapponese per i traffici di merci nell'area. A mezza strada tra Tibet e Birmania a circa 200 km da Dali e altrettanti da Shangri La. Al centro di una valle sotto il gruppo montuoso del Drago di giada (dove c'è anche un piccolo centro sciistico), che domina lo sfondo, è attraversata dal fiume che arriva dalle montagne che si suddivide in una serie di canali e rogge in un complesso sistema idrico con vasche e bacini secondari che fornisce l'acqua a tutte le case, suddivise in tre pozze in successione, la prima l'acqua da bere, le altre per lavare le persone e le cose, dandole la patente di una delle tante Venezie sparse nel mondo. Oltre al centro storico (DaYang) appartengono al patrimonio Unesco anche i due piccoli centri secondari di Shu He (con biglietto di ingresso) e Bai Sha ancora molto ben conservati, ma anch'essi ben ripieni di turisti. Centro della cultura della minoranza Naxi, ne conserva molte testimonianze soprattutto nell'architettura tradizionale delle case. Da vedere Il parco Heilongtan (pozza del drago nero) con l'attiguo Museo della cultura Naxi e la casa museo della lingua Naxi. Questo può anche essere preso come punto di riferimento per visitare lo Yunnan.


Il giardino dell'albergo


Reading is boutique hotel - 35, Huangshan - In una casa antica sulla stradina in salita che arriva sulla terrazza superiore, comodo per il taxi, Camere belle e spaziose ben arredate con ampio letto. Bel bagno con buone dotazioni. TV, free wifi, zona thé. Personale gentilissimo, aiuta per il trasporto della valigie. Bellissimo giardino tradizionale. Buona posizione che permette di visitare tutta la città vecchia. 



Un vicolo


Pittogrammi naxi 
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