L'ile vert - Parc des calanques - Francia - settembre 2024 |
Il mattino ha l'oro in bocca diciamo noi, ma gli inglesi pensano che the early bird catch the worm, peccato che alle 7:00 a.m. in queste cittadine di mare a fine stagione, di vermi da mangiare non ce ne siano punto, essendo chiuso ogni bar visibile e di boulangerie col cavolo a trovarne, se pure ci saranno, così le petit déjeuner rimane nei sogni proustiani, come ieri mi ero dovuto accontentare delle madeleines anonime del supermercato, se pur con gocce di cioccolato. E' pur vero che non contenevano olio di palma per salvare (fintamente) il mondo e gli oranghi indonesiani in particolare, ma di certo non il burro di campagna, quello sì che avrebbe conferito il giusto profumo destinato a farmele ricordare negli anni a venire, ma solo, credo, olio di semi vari o di colza, tolto al triste destino di fare vernici dopo averne controllato, almeno lo spero, il corretto contenuto di acido erucico. Ma dopo questa dotta anche se inutile considerazione, contentiamoci dell'oro in bocca, così che oggi mi son fatto bastare qualche anonimo Digestiv, il tondo biscotto che gli anglosassoni non danno neppure ai cani e dopo ci mettiamo subito in marcia perché il tempo è poco ed i chilometri tanti. Così schiaccio sull'acceleratore per guadagnare strada ed arrivare ancor di primo mattino a Le Ciotat, cittadina semindustriale, certo sul mare, ma più famosa per i cantieri che per le spiagge.
La scelta era data dal fatto che qui i prezzi degli alberghetti sono ben inferiori a quelli della vicina e più titolata Cassis e anche dal fatto che qui parte la strada detta Route de Crêtes, che intendo percorrere con calma, prima di pranzo. Così vengo subito preso dal nervosismo in quanto il B&B che avevo individuato in centro, è sparito dai radar e io, ma vuoi che non ci sia una camera, ci andiamo direttamente, rimango così con un palmo di naso a compulsare il telefonino, va bene che diceva che ce n'era solo più una disponibile, ma vuoi che non sia il solito avviso acchiappa gonzi? Invece stavolta no, di camere non ce ne sono più. Va bene ci penseremo dopo. Intanto inoltriamoci per la nostra strada panoramica, tra l'altro molto ben segnalata, che sale subito verso l'alto consegnandoci una magnifica vista panoramica della cittadina che abbiamo appena snobbato e che, vista da quassù, tra massi di roccia erosi dal vento ed una spettacolare macchia mediterranea profumata di resine e aromi, pare decisamente più accattivante di quanto non sembrasse dal basso. Si supera subito il cosiddetto Coeur d'Honoré con alcune rovine a forma di cuore ed il bel ponte naturale, attraverso il quale puoi vedere ancora la costa di Le Ciotat, poi entri a pieno titolo nel Parc national des Calanques, a buona ragione considerato una meraviglia della natura, con alcune delle scogliere più alte d'Europa a picco sul mare (anche se per la verità, questa strada rimane al margine del parco che infatti comincia ad ovest di Cassis).
La baia di Cassis |
E' sorprendente come un paesaggio ed un terreno come questo, che giustamente si può definire selvaggio, sia in effetti quasi un parco cittadino, trovandoci qui a pochissimi chilometri dal centro di Marsiglia, una delle maggiori città del paese. Cammini dunque nella cosiddetta garigue, macchia di arbusti duri e difficili da penetrare, che sopravvivono bene anche con la scarsa piovosità di questo tratto di costa, non appena lasci la strada, dove hai lasciato l'auto in uno dei tanti slarghi, per arrivare fino agli strapiombi via via più alti, man mano che la strada sale ed i lecci lasciano il posto ai pini d'Aleppo. La vista ad ogni affaccio è assolutamente spettacolare, lontano spiccano le isole davanti a Marsiglia, les iles de Riou e sulla tua destra intravedi la serie dei calanchi che si allineano irregolarmente lungo la costa al di là di Cassis. Quando poi arrivi alle scogliere di Soubeyranes e Cap Canaille, il punto più alto della strada a 363 metri, puoi goderti il colpo d'occhio della baia al completo e della costa del parco, e l'arco della spiaggia de l'Arène che sembra disegnato a mano, con la sua sabbia bianchissima e l'acqua verde smeraldo. Una balconata perfetta tra rocce calcaree scolpite dal vento, che paiono davvero opere d'arte. Qualche passo sui sentierini che seguono il crinale è assolutamente consigliato anche ai gatti morti come me, perché i punti di vista cambiano continuamente, attenzione a non inciampare sulle pietre accidentate, che poi vi lamentate delle ginocchia sbucciate e delle storte alle caviglie.
Moules marinieres |
Credo che tutta questa bellezza sia accentuata dalla chiarezza dell'aria, quell'aria della Francia del sud di cui vi ho più volte detto che, a mio parere è il vero catalizzatore che scatena la reazione magica in questi luoghi. Quella che magnifica i colori della roccia, i gialli carichi delle ocre, i bianchi e grigi del calcare, il verde carico delle conifere e tutte le sfumature dell'autunno che sta arrivando, insomma una vera gioia degli occhi. Non stupisce che da queste parti sia Matisse che Dufy si siano fatti ispirare per i loro colori violenti e decisi e non ci sono dubbi che la Côte sia stata fonte inesauribile per i pittori della fine '800 francese. Intanto quando vedi che la strada precipita verso la costa, quasi ti dispiace che sia finita e le prime case della periferia di Cassis sono lì che ti aspettano. Il paese è davvero gradevole, una chicca attorno al porticciolo, che giustamente è stata gemellata a Portofino, date le similitudini e passeggiare davanti alle barche è davvero un bello struscio, anche perché è il momento di scegliere il ristorantino acchiappaturisti dove cadere. Certo che se avete qualcuno che vi consiglia il locale giusto è meglio, noi siamo finiti comunque discretamente in uno dei tanti sul porto, vedendo semplicemente il menù esposto, così mi sono scofanato un bel chilozzo di moules marinières, servite in una gran pentola nera e la mia gentile signora il pôelon du pecheur, una sorta di zuppa di pesce con patate varie. Discreto e senza infamia, considerato anche il costo di 19 euro.
Calanco di En-Vau |
Due passi nel paesino per digerire e poi alle due a prendere la barca per il giro dei calanques dal mare. Bravo, ma a piedi mai dite voi, sei nel paradiso del randonneur e trovi sempre il modo per scamparla! Che vi devo dire, la vista dei calanchi dal mare è giudicata una delle meraviglie imperdibili della costa quindi lasciamoci guidare da chi ha esperienza. Quindi, mentre il tempo gira al nuvoloso, accidenti, prendiamo il biglietto per 8 calanchi (29 euro), quello da 9 è stato nel frattempo abolito, visto il tempo. Così partiamo con la barca mezza piena e ci gustiamo il bel giro di due ore, che ti porta davanti ad ogni insenatura facendoti godere, le pareti a strapiombo, l'acqua cristallina, le formazione rocciose davanti alle quali puoi sentirti libero di vedere figure fantastiche a cui dare nomi e le spiaggette sul fondo ancora gremite di gente che percorre i sentieri a picco sulle rocce tra una insenatura e l'altra. Naturalmente più arrivi lontano e più i camminatori diminuiscono secondo la logica che meno cammini e meno fatica fai.. Alle nostre spalle l'isola verde deserta e, credo popolata di fauna marina, con le sue scogliere profonde, paradiso dei subacquei. Insomma un gran bel giro, se non fosse che quando hai bisogno di una toilette, necessità probabilmente forzata dalla scofanata di cozze subita due ore prima, sarebbe bene averne una a disposizione e quando questo servizio in tutti i sensi, latita, non è proprio una bella cosa.
Pareti per arrampicata |
Comunque l'importante è resistere, evitando anche l'allagamento provocato sui sedili della barca da una graziosa cagnolina che per l'emozione ha liberato potentemente la vescica, lei almeno ha potuto farlo senza troppe preoccupazioni, creando grande imbarazzo alla sua proprietaria che ha dovuto prodigarsi per asciugare il tutto e una certa irritazione negli altri passeggeri. Per fortuna abbiamo evitato almeno la pioggia. Arrivati al porto, una sosta premiata in un bel locale sulla piazzetta, ha permesso anche a me quella soddisfazione a lungo attesa, temendo anche per un attimo un ritardo letale, anche se la coda era anche qui lunga e penosa, mentre la cameriera al contrario era preoccupata soprattutto che ordinassimo la consumazione. Ma così va la dura vita del turista, inclusa la pesante risalita verso il parcheggio che chissà perché è sempre in discesa all'arrivo ed in salita alla partenza. Ci facciamo ancora un tratto di costa, quasi fino a Marsiglia, poi torniamo verso l'interno dove timoroso di rimanere spiazzato, ho provveduto a prenotare un Ibis, vicino all'autostrada, che come si dice almeno sai come caschi. Rimane il tempo per andare a dare un'occhiata al paesino, Saint Cyr sur mer, che per la verità al buio non si mostra più di tanto anche perché in linea con gli altri paesi di mare, qui la stagione è considerata finita e tutto è chiuso o quasi, mentre al bisogno disporrebbe di spiagge di sabbia fine come la Mandrague, oltretutto rigorosamente non fumatori e pure di un calanco sotto il quale è vietato stazionare. Quindi ad esempio, benedetto ancora questo baruccio che raduna gli ultimi turisti rimasti, davanti al porticciolo e ci serve un magnifico polpo alla griglia e crepes à la crème de marrons, che ti compensa della pioggia che intanto ha cominciato a cadere copiosa, per rallegrarti la serata.
SURVIVAL KIT
Route de Crêtes - D141 - Lunga 17 km collega con una serie di curve e controcurve Le Ciotat a Cassis, scavalcando la montagna con viste mozzafiato sui calanchi della parte orientale dell'omonimo Parco. Si possono fare almeno 3 trekking segnalati dalle apposite cartine e dépliant e per percorrerla con calma e con le opportune soste ai tantissimi e comodi belvederi, calcolate almeno un paio di ore prendendola con calma. La strada è giudicata pericolosa e in caso di forte vento viene addirittura chiusa anche a causa della possibilità di incendi, che pare siano piuttosto frequenti. In alcune domeniche è solo pedonabile. La strada è larga e percorribile senza difficoltà. A settembre non ci sono problemi, ma a luglio ed agosto meglio andare di primo mattino per avere la luce e la temperatura migliore e trovare meno affollamento.
Parc des Calanques - Si estende ad ovest di Cassis. I calanchi ufficiali sono 9, i primi raggiungibili facilmente dal paese, la strada è bene indicata, dove ci sono anche belle spiagge ombreggiate di pini. Si arriva in macchina fino al primo quello di Port Miou punto di accesso al parco. Per il secondo Port Pin si arriva in 30 minuti, al terzo En-Vau, spiaggia di sassi e siti di arrampicata. Consigliatissimo il giro in barca disponibile in diverse possibilità, da scegliere direttamente alla biglietteria del porto, dove sono esposte le diverse opzioni, con prezzi da 22 a 32 Euro, per giri da 1 ora a due ore e mezza, vedendo 3, 5, 7, 8 o tutti i 9 calanchi (in realtà compresi quelli minori sono 27). Tenete presente che la barca non ha toilette. Naturalmente nel parco si possono anche scegliere altri svaghi, scalate di pareti di roccia, immersioni, giri in canoa e kayak, visita delle isole come quella del famoso castello di If, prigione del Conte di Montecristo.
La barque de Sophie - Port de la Madrague, 64 Av. de l'Abbé Dol, 83270 Saint-Cyr-sur-Mer, Ristorantino davanti al porticciolo, vicino al parcheggio. Prezzi ragionevolmente bassi e buon cibo. Le crepes a 5 € e piatti da 10 a 15, Pizze. Personale estremamente gentile. Consigliatissimo.
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