venerdì 27 settembre 2024

France sud 4 - Parc des Grandes Causse e Cevennes

Nidificazioni di grifoni - Gorges della Jonte - Francia. settembre 2024


Attorno a Millau

Sarebbe invero il momento di arrivare in paese per cercare un letto dove dormire, visto che non ci si è ancora pensato, ma aggirarsi per le stradine che scavallano colli bellissimi e anche piuttosto solitari in questa Francia Occitana, così poco popolata, dove i paesini sembrano quasi abbandonati e le strade li attraversano tra due ali di piccole case dalle finestre chiuse e le persiane sbarrate, mette un po' di tristezza. Anche qui i giovani se ne saranno andati verso le sirene della città, anche se queste colline sono davvero bellissime. Cerco di arrivare fino in cima ad un piccolo monte dove stanno raggrumate una decina di case in mezzo alle quali spunta una minuscola abside e un mozzicone di campanile, attraverso una stradina stretta e scoscesa, ma ai primi muri, la strada è in pratica, così ripida da non essere più percorribile. Nessuno intorno, i simulacri di un paio di minuscole stalle, deserte all'apparenza, niente più latte per formaggi di qualità quassù, tutto è scivolato a valle dove la vita è più facile. Però che panorama di monti lontani, sono le Cevenne che racchiudono tra le loro valli altri piccoli tesori naturalistici. Sto per girare la macchina quando in fondo alla valle, ben visibile tra i costoni lontani, tra di loro appare un'altra delle meraviglie questa volta studiata dall'uomo. Sono linee che alla distanza sono talmente sottili da essere visibili con difficoltà, eppure dividono il cielo e la terra con tratti decisi come tagli di Fontana su una tela azzurra, colpi di katana attraverso le nubi. 

Millau

Si tratta del viadotto di Millau, un'opera prodigiosa, inaugurata nel 2004, il più alto ponte strallato d'Europa, tra i maggiori del mondo, 7 pilastri col più alto di ben 341 metri, più della torre Eiffel che per i francesi rimane sempre un punto di riferimento, che sostengono una autostrada larga 32 metri, di due chilometri e mezzo, insomma un'idea per il ponte di Messina, ma qui sembra che i costi, sono stati di circa un decimo, anche se sono passati 20 anni. Il ponte che passa in un balzo la profonda valle del Tarn, ha risolto un problema logistico fondamentale per una strada che scendeva in basso fino alla cittadina di Millau, creando in estate ingorghi di ore che ora vengono bypassate in un paio di minuti. E' il progresso ragazzi, ma è anche bellezza pura, tanto che non ci si può esimere dal fermarsi a guardarlo e a goderne la purezza delle linee. Pensate che in pratica è riprodotto anche sulle banconote da 500 euro, dato che tutte le banconote europee sul retro raffigurano un ponte, ma l'immagine è stata leggermente modificata pur essendo riconoscibilissima, per non dare ai francesi la soddisfazione di avere sugli euro addirittura due ponti visto che sui 5 euro c'è già il ponte di Gard e anche se va bene che quello l'avevano fatto i Romani, concederne due su sette ai Francesi erano troppi anche per le loro grandeur, così si è provveduto alle piccole variazioni che lo dovrebbero rendere anonimo e non riferibile se non ad una struttura di fantasia. 

Il viadotto di Millau
Sono i bizantinismi di Strasburgo, ma le cose stanno così. Seguo la strada che via via gli si avvicina dandomi punti di vista sempre più affascinanti, fino ad arrivargli proprio sotto e poi per poco non mi faccio arrotare da un insensibile automobilista che percorre la strada di fretta, mentre cerco di fare una foto tra i piloni. La natura sarà pur bella, ma l'opera dell'uomo che magnifica la sua genialità, ragazzi, è davvero tanta roba. Scendiamo dunque lasciando i prati che cominciano a prendere i colori dell'autunno ed entriamo a Millau, una piccola cittadina occitana che presidia la valle del Tarn ed i grandi parchi naturali all'intorno, quello delle Grandes Causses e quello delle Cevennes, che poi sono adiacenti. Mi ero scelto una casetta che affittava stanze appena fuori dal centro, questione di 500 metri, qui si gira comodamente a piedi, ma quando ci arrivo vicino, mi trovo di nuovo nelle panie, perché non avendo prenotato e non essendo questo un hotel se pur piccolo, non troverò nessuno che presidia il fortino. Infatti giro intorno alla casa guardingo, quando arriva una provvidenziale signora, che altri non è se non la mamma della proprietaria che viene a fare le pulizie, essendo la casa gestita come AirB&B. La madama telefona alla figlia e sistemiamo il tutto brevi manu e così ci sistemiamo in tempo per poter uscire di corsa a fare un giro in centro. Il paese col suo piccolo centro antico è assai piacevole, tutto ruota attorno alla piazza centrale ed a qualche via adiacente e nulla più. 

Chiesetta di S. Marie des Champs - X sec.

Ci facciamo il triangolo delle vie pedonali, fino alla torre ottagonale, ma anche qui i negozi si avviano alla chiusura. Rimane solo qualcosa nella piazza, qualche bar, dove ci fermiamo e dove finalmente ho l'opportunità di ordinare un croque messieur, sfizio che non mi toglievo da tempo immemorabile, per di più al Roquefort, visto che questa è la zona e gli dà come si dice anche un certo caractère! Alla fine ce ne torniamo passeggiando sotto un cielo che ha voglia di gocciolare ma quantomeno ci fa arrivare fino a casa. Si dice che la notte porta consiglio, per noi invece ha portato un bel po' d'acqua che però ha avuto il pregio di lasciare un cielo quasi pulito, azzurro con qualche sbuffo. Quindi lasciata la chiave nell'apposita cassettina, che ormai così funziona, partiamo alla volta del giro che abbiamo programmato nel parco che contiene uno dei must di questa parte della Francia, le gole del Tarn, meno note delle più famose Gorges del Verdon, ma che risulteranno davvero meritevoli dello sbattimento di arrivare fin quaggiù. L'idea è di fare un bel giro percorrendo da Le Rozier tutte le gole, prima di prendere la strada di casa. Il territorio è molto accattivante, estremamente solitario e selvaggio, ma con strade piccole ma ben tenute. I paesini che si incontrano lungo la via sono piccolissimi, spesso di poche case e decisamente antichi, per la maggior parte le case abitate sono attente ristrutturazioni adibite a case di vacanza oppure a piccole strutture ricettive, bar o ristorantini. 

Le gorges

In pratica il territorio è costituito da un grande scudo tettonico con una sorta di altopiano attorno ai mille metri di altitudine con pascoli e qualche campo di agricoltura marginale, attorno scavato profondamente dai vari fiumiciattoli che percorrono l'area circondandola quindi di profondissimi canyon, dove è possibile fare i più vari sport all'aria aperta, dalla canoa ad ogni genere di trekking. Attraversiamo quindi Le Rozier per inoltrarci nelle gorges del Tarn, giudicate tra le più belle di Francia. In effetti il percorso è bellissimo e siamo lì fermi ad ogni slargo, fermi a guardare in su, tra strapiombi che arrivano oltre i 500 metri. Ci fermiamo colpiti da una piccola chiesetta circondata da un antico cimitero. E' la chiesa di S. Marie des champs, del X secolo con una curiosa parte superiore dove sono situate quattro campanelle invece del classico campanile. Una sensazione di antico e di pace straordinaria. Poi è tutto un seguito di pinnacoli di rocce calcaree, pilastri di pietra e veri e propri colonnati che si allineano, erosi da vento e piogge sulle pareti verticali delle gole, mentre il fiume, in questa stagione poco più di un rigagnolo, segue sul fondo in una serie infinita di meandri bellissimi, ricoperti di boschi che quasi lo nascondono alla vista. Più o meno a metà del primo tratto impressionanti pareti di roccia ocra, ci sbarrano la vista e seguendo le indicazioni ci troviamo di fronte ad uno spettacolo straordinario. 

Nidificazioni di grifoni

Questa è una delle aree francesi dove da qualche anno hanno trovato dimora diverse specie di vulturidi, alcuni dei quali scomparsi da tempo o in via di estinzione e  che ora stanno popolando con successo queste pareti che sono evidentemente per loro un habitat ideale. Si vedono nitidamente le spaccature a metà parete dove si intravedono i nidi coi piccoli in attesa di cibo, ed è poi tutto un andirivieni di grandi adulti che veleggiano attorno prima di arrivare ai posatoi, dove richiudere le ali. Anche quando ci troviamo ad una certa distanza si intravedono questi grandi uccelli con un'apertura alare attorno ai tre metri, segnalati molto bene dall'ombra che, grazie alla posizione del sole e della sua luce radente del mattino presto, si staglia molto ingrandita sulla parete. Uno spettacolo grandioso e come ho avuto modo di appurare successivamente ingrandendo le foto (fatte con una macchinetta che tuttavia dispone di un discreto teleobiettivo), dovrebbe trattarsi di grifoni lanosi o come dicono i francesi di vautours fauves. Le altre specie che è possibile vedere sulle Grandes Causses sono i Gipeti, gli Avvoltoi egiziani e l'Avvoltoio nero, tutti più o meno delle stesse dimensioni, sui tre metri di apertura alare e differenziati soprattutto dalle differenti colorazioni. Staresti ore ad osservarne i lenti volteggi ed a tentare di avvicinarsi il più possibile ai punti dove hanno nidificato, comunque sempre inaccessibili. 

Grifone in volo

Ci mettiamo quindi, a forza di fermarci, quasi due ore ad arrivare a Meyrueis che dista poi solo 21 km dalla partenza. Facciamo una deviazione di qualche chilometro sulla montagna per raggiungere la grotta di Dargilan, che viene spacciata con la sua sala rosa per una delle più belle di Francia, ma la visita guidata parte solo dopo un ora dal nostro arrivo e pertanto rinunciamo. Riscendiamo dunque al paese dove facciamo un giretto e infine visto che è ancora presto per un boccone rinunciamo con dispiacere alle ravioles de cèpes avec truffles ed entro nell'ufficio dell'ente del turismo che è situato nell'antica torre cittadina, dove sono gentilissimi e mi riempiono di cartine abbinate ad ottimi suggerimenti, visto che si sono convinti che mi fermerò da queste parti come minimo alcuni giorni, viste le tante cose da vedere. Qui, parlando, ci accorgiamo con orrore che questa bellissima gola che abbiamo appena attraversano non è affatto la gola del Tarn, ma la gola de la Jonte, che corre quasi parallela, a dimostrazione della bellezza straordinaria di questo territorio nel quale dove vai, godi. A questo punto occorre un programma alternativo per non essere andati fino a Roma senza vedere il Papa. Risaliamo quindi al centro dell'altipiano che raffigura una specie di rombo, traversandolo per il lato corto ed arrivando quindi a Sainte Enimie, uno dei paesini più belli, almeno così recita il dépliant, scendendo lungo una strada tortuosa, su una spettacolare ansa sul fiume, questa volta finalmente il Tarn, da dove percorriamo tutte le gole riscendendo poi verso Le Rozier. 

St. Enimie

Anche queste gole sono bellissime se possibile ancora più selvatiche come pareti, anche se forse più visitate da gruppi di turisti. I paesini si susseguono, Saint Chély, il bel Chateau de la Caze, trasformato in hotel e nascosto dal bosco sulla riva  del fiume, Hauterives sulla sponda opposta; la Malene e infine Vignes, dove ci fermiamo per un boccone, purtroppo non paragonabile alle ravioles a cui abbiamo rinunciato precedentemente. Di qui, anche per ridare un certo ordine all'itinerario e anche dato che comincia a farsi tardi, traversiamo il ponticello sul Tarn e risaliamo nuovamente sull'altipiano traversandolo di nuovo tutto questa volta sulla diagonale lunga fino a scendere ad Ispagnac. Un giro che vi consiglio se avete solo una giornata da trascorrere da queste parti, ma che di certo meriterebbero maggiore tempo. Di qui prendiamo la corniche des Cevennes, che segue il costone di questa piccola catena interna di montagna come una balconata affacciata sulle valli larghe e davvero molto panoramiche di questa bella parte di Occitania per almeno 75 km,  fino ad Alés, da fare con calma per godersi il paesaggio, poi è un attimo, rifornimento e tre ore di autostrada e sei nella mia bella Mentone dove ti aspetta il letto.

Un ponte naturale

SURVIVAL KIT



Parc regional des Grandes Causses et des Cevennes - Un bellissimo territorio, comodo da raggiungere a nord di Montpellier. Base di partenza è Millau di cui non perdetevi il colpo d'occhio del famoso viadotto, opera di ingegneria notevole e la vicina Roquefort per gli affezionati al formaggio di cui abbiamo già detto. Il parco è molto vasto e merita diversi giorni di visita, Ma l'itinerario che vi ho suggerito vi farà vedere almeno a colpo d'uccello, in macchina, le vie principali, In particolare percorrete la valle del Tarn (circa 50 km) e quella della Jonte, partendo da Le Rozier. Nell'area sono presenti oltre ai vari paesini con molte chiesette, le fattorie fortificate e vari luoghi interessanti, le due Grotte di Dargilan (ingresso 15,80 €) e di Aven Armand, con la più alta stalattite d'Europa. Se potete percorrete almeno una delle gorges in canoa (è pieno di campeggi dove le affittano) e assaggiate le specialità del posto.


Le pareti delle gole del Tarn


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