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venerdì 15 aprile 2011

Bala i ratt.

Che bellezza la Svizzera con le montagne , la neve e le vallate, con Heidi e le caprette che fanno ciao, i cucù e la cioccolata tanto buona, per non parlare degli orologi e dei formaggi, gruyère incluso di cui vado pazzo. E così proprio sul formaggio bisogna puntare per intercettare il sentiment (come si dice ora) della gente, anzi a questo punto della gent, se si vuole accalappiarne i voti, che poi alla fine, diciamolo è l'unica cosa che conta. Allora proprio da una bella forma di Emmenthaler, quello coi buchi, è partita la simpatica campagna elettorale dell'UDC , partito della brava gente del Canton Ticino, detta Bala i ratt. Per renderla ancora più attrattiva e divertente, con sagacia tipicamente Luganese (o Luganica , come si dirà?) si è pensato di mettere attorno alla forma, ormai sbocconcellata, tre ratti da fogna in rappresentanza dei nemici da combattere, degli affamatori del popolo ticinese. Il primo, ratto Fabrizio, con tanto di casco in testa e canottiera, è il frontaliere varesotto che fa il piastrellista, mangiatore a ufo dei poveri tartassati svizzerotti; il secondo, Giulio, che sgranocchia un bel pezzettone di formaggio, anch'egli con tanto di tricolore sul petto, ha uno scudo con Tre Monti per difendersi dai proiettili che giustamente gli vengono tirati, mentre il terzo, Bogdan, con tanto di maglietta europea e mascherina alla bassotto si sta rubando un bel sacco del formaggio medesimo.

La campagna va avanti da mesi ed è proseguita con il manifesto  Ronfa i gatt, dove grassi gattoni dei partiti concorrenti anch'essi ormai rimpinzati dormono alacremente mentre i ratti malefici, hanno ormai divorato quasi per intero la forma di formaggio. La campagna ha avuto un finale entusiasmante con l'ultima opera Sem a la fruta, i cui gli odiosi ratti padani ormai ingrassatissimi, finito il formaggio divorano anche un grappolone di uva. Anche se si tratta di roba in fondo riciclata dagli anni trenta nel paese vicino, la lista ha stravinto le elezioni naturalmente, perchè in fondo la brava gente ha bisogno solo di sapere che ci sia qualcuno che la difende dalle orde di barbari padani che vanno a rubar loro il pane (e anche il formaggio) e l'importante è trovare un sud per ciascuno con cui prendersela e su cui gettare le colpe per nascondere i propri problemi e le proprie incapacità. Però se non fosse per il video inquietante a cui potete dare un'occhiata qui, con bei bambini dalle facce pulite e mamme felici attorno agli odiosi ratti, che meriterebbero come minimo di essere rinchiusi in un bel campo con un po' di filo spinato attorno per poter far stare un po' più tranquille quelle brave famigliole, un po' di soddisfazione ci sarebbe a veder questa gente a Bellinzona che grida ai Borghezio, ai Trota, ai Calderoli, ai Bossi un bel Fora di ball a piena gola. L'unica grana è che questi dobbiamo invece tenerceli qua.



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lunedì 21 febbraio 2011

Barzellette sui Carabinieri.

Oggi partiamo da un argomento faceto, tanto per alleggerire un po'. Ma da qui vorrei portarvi ad un ragionamento più generale, tanto per farla cadere dall'alto. Dunque, penso che sia anche dalle piccole cose che si può partire, per capire meglio la mentalità di un paese. Questo fa parte dei tipi di generalizzazioni che credo siano accettabili. Ad esempio ho constatato che le barzellette sono molto interessanti per trovare punti di contatto tra popolazioni diverse, comuni modi di pensare o al contrario differenze invalicabili. Dovunque sono andato, ho sempre cercato di farmene raccontare qualcuna tanto per costruirmi un' idea del tipo di umorismo del posto. Le categorie delle barzellette stesse sono poi altrettanto indicative. In Italia un caposaldo assoluto sono le quelle sui Carabinieri. Bene, come potrete ben verificare, questa iconizzazione di un gruppo sociale o etnico per identificare uno stato assoluto, in questo caso la stupidità, è tratto comune in tutte le culture.

Così, praticamente le stesse storielle attribuite da noi alla Benemerita, vengono raccontate in altri paesi per ridere di quella che possiamo definire la stupidità assoluta talmente estrema ed improbabile da venire presentata come status di categoria. Negli altri paesi avviene la stessa cosa a danno di gruppi la cui pochezza mentale non deriva dalla cultura, che inevitabilmente creerebbe disparità e gradazioni all'interno dell'insieme medesimo, ma da una sorta di imprinting genetico che condiziona la sottospecie fin dalla sua formazione primordiale. Per essere accettato tra i Carabinieri, ad esempio, tutto un gruppo di storielle prevede una serie di prove che dimostrino una stupidità non solo acquisita, ma per così dire naturale. Dunque i Francesi hanno come loro bersaglio preferito i Belgi. Forse perché avere vicini molto stupidi è in un certo senso rassicurante. Gli Americani travasavano le loro insicurezze sui Polacchi, un probabile rigurgito di xenofobia dovuto ai timori legati all'eccesso di immigrazione. Successivamente e più di recente la patente di stupidità è passata laggiù ad una categoria trasversale che perde quindi le sue connotazioni etniche: le bionde. Questo passaggio è molto interessante.

E' probabile che in quel paese i risultati raggiunti dal femminismo o comunque da un movimento emancipativo che ha condotto la donna in generale a ricercare ed a conquistarsi una posizione più paritaria e quindi in un certo senso minacciosa per i maschi precedentemente dominanti, abbia contribuito a idealizzare nella bionda, icona dell'estetica fine a sé stessa, edulcorata immagine di un involucro esterno di piacevolezza che racchiude il nulla, questa quintessenza del vuoto mentale, che insieme diverte e rassicura, rivincita costante del maschio che perde costantemente posizioni e della femmina insicura che non si sente fisicamente all'altezza e che invidia comunque un aspetto esteriore attizzatore di attenzioni da parte dell'altro sesso. In Rusia invece le attenzioni sono rivolte ai Chukchi, lontanissimi e mitizzati abitanti della Chukotka, remota regione all'estremo del nord siberiano che arriva al mare di Barentz. Ritorniamo quindi al disprezzo etnico rappresentato da queste faccione rese rosse dal freddo estremo che non capiscono o stravolgono in maniera grottesca le normali situazioni della vita cittadina dei sofisticati moscoviti. Dunque è questa una delle costanti dell'uomo in generale come lo scrollare la testa per negare, comune a tutti i popoli in ogni parte del mondo? Non pare sia così. I cinesi ad esempio, non ragionano in questo modo. Per quanto abbia interrogato gli amici del regno di mezzo su questo argomento, non ne è venuto fuori nulla, se non generiche storielle sullo scemo del villaggio o su un contadino più micco degli altri o un tizio qualunque più facile da prendere in giro.

In questo caso niente ragionamento per categorie, niente volontà di affibbiare una caratteristica negativa, un difetto su cui ridere rivolto ad un gruppo particolare. Certamente le minoranze etniche vengono genericamente considerate inferiori, meno sviluppate, ma ciò non è considerato fonte di divertimento, anzi compito della etnia Han maggioritaria e dominante è proprio quello di incivilirli. Si può ridere della stupidità altrui, ma non se questa è attribuita in toto ad una categoria. Queste diversità secondo me sono importanti e costituiscono una base di ragionamento se vuoi cercare di capire un popolo. Sia che lo consideri avversario, per preparare le corrette contromosse per batterlo, sia se invece vuoi trovare il miglior modo di coesistere per non mettere in atto comportamenti che producano effetti opposti alle intenzioni. Va beh, tanto per alleggerire, mica è detto che anche se si è un po' stupidi non si possa essere colti o poliglotti! Al posto di blocco, il carabiniere istruito:- Alt! Documenti- Digos?- Los documentos, por favor!


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