giovedì 5 maggio 2011

Recensione: Panahi - Offside - 2006

Un altro interessante film iraniano, che si è meritato tra le altre cose un Orso d'argento, a dimostrazione che si possono fare cose interessanti e divertenti con quattro soldi. Il problema è come sempre avere le idee. Qui i punti sono due, il confronto di valori tra i sessi in una società chiusa e diversa come l'Iran e una passione universale, così uguale e comune a culture anche distanti tra di loro. A Teheran si svolge la partita finale tra Iran e Bahrein per arrivare alle finali del Campionato del mondo di calcio 2006. E' un momento storico per il paese e la follia calcistica sconvolge la città in una attesa spasmodica. Un gruppo di ragazze, anch'esse appassionate, vuole assistere alla partita della vita, ma le regole vietano alle donne l'ingresso allo stadio per il motivo che possano sentire le parole sconvenienti che vengono pronunciate dagli uomini durante la foga del tifo, assolutamente bandite all'interno delle case. Ma la passione travolge la prudenza, così un gruppetto di ragazze si traveste da uomo per assistere alla partita, ma viene intercettata nelle perquisizioni ai cancelli e portate in un recinto dai soldati, in attesa di essere consegnate alla polizia della moralità pubblica.

E' in questo spazio franco, che si dipana il dialogo surreale tra le ragazze e i soldati, sull'assurdità di questa condizione con una serie di spunti divertenti e teneri, dove la punizione più tremenda rimane quella di non poter assistere alla partita che si svolge a pochi metri e di cui si sentono soltanto i boati senza percepirne lo svolgimento. Un non luogo dove le incongruenze della situazione cozzano tra di loro con risultati a volte esilaranti. Nella festa generale a cui darà il via l' insperata vittoria, tutti verranno accomunati in una gioia che cancella tutto e durante i caroselli simili a quelli che avvengono in tutte le città del mondo, le ragazze riusciranno a mescolarsi e a scomparire tra la folla. Una speranza di aiuto a superare problemi gravi attraverso cose leggere ma universali. Un film che riesce a essere lieve e divertente, pur  sottolineando una condizione difficile e ancora lontana dalla soluzione. Si vede volentieri, grazie anche agli attori bravi e credibili. 


 



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1 commento:

il monticiano ha detto...

Non mi stupisco del finale di quel film iraniano che hai così ben descritto poichè la vittoria in uno sport così popolare può abbattere molte barriere.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!