Piccola danzatrice di quattordici anni |
Suggerirei a tutti gli interessati di non perdersi assolutamente la mostra che raccoglie a Torino, alla Società Promotrice delle Belle arti nel Valentino, una serie di opere di Degas provenienti dal Museo D'Orsay. La sequenza dei pezzi esposta è davvero completa e presenta tutti gli aspetti di questo artista unico, incontestabilmente tra i più grandi della fine '800, cominciando dai ritratti, decisamente includenti le problematiche psicologiche del tempo, ai primi capolavori con i quadri di soggetto storico in cui traspare già bene la sua lontananza dall'Accademia e proseguendo con la serie dei cavalli che comprende il famoso Défilè davanti alla tribuna, quasi un manifesto del suo futuro lavoro. Grande spazio ai bronzi che illustrano bene la sua attenzione allo studio della scomposizione del movimento che si compiva in quei tempi attraverso la cosiddetta cronofotografia. Infine le ballerine a cui il suo nome rimane indissolubilmente legato, con capolavori come Prove di balletto in scena e Fin d'arabesque in cui traspare il suo progressivo e totale distacco da una vicinanza affettiva ai suoi soggetti, visti sempre di più come corpi da scomporre e da trattare come veri e propri manichini di studio da disarticolare nelle giunture, con i loro sguardi assenti a rappresentare un ambiente grigio e triste, sottolineato dalla tecnica dell'olio diluito che ingrigisce ed opacizza la scena.
Bagnanti sull'erba |
La serie finale dei nudi, così lontani dalla carica sensualità di Renoir, ancora una volta pezzi di carne ripresi nella loro più banale realtà, che procede via via verso uno schematismo riduttivo che si allontana sempre di più dal realismo, indicando con chiarezza la strada che porta a Matisse e a Picasso, con le Bagnanti sull'erba del '06, ormai pure forme racchiuse da una linea. Sono certo che rimarrete impressionati, se non addirittura sgomenti dal bronzo, l'unico esposto durante la sua vita (tutti gli altri sono stati fusi postumi dalle cere ritrovati nel suo studio), della Piccola danzatrice di quattordici anni, opera inquietante che raffigura nello sguardo quasi scimmiesco, tutto quello che l'autore pensa di questo mondo, il condizionamento assoluto, il disprezzo per le origini popolane di chi apparteneva allo spettacolo ed in generale verso tutti coloro che riteneva inferiori. Ricordo per chi non lo sapesse che Degas fu un antisemita arrabbiato e tra i più accaniti accusatori di Dreyfus nel famoso caso che divise la Francia e che dimostra bene quali fossero le radici che generarono il nazismo e i suoi simpatizzanti in Europa. Così le origini umili e i tratti antropologici (le teorie di Gall e di Lombroso erano molto popolari nella follia razzistica di fine '800) condannano già la ballerina bambina alla depravazione o alla prostituzione futura, legate come sono indissolubilmente secondo l'autore, alle caratteristiche biologiche e sociali. Come spesso accade, non sempre il sommo artista coincide con un grande uomo. Anche questo un altro motivo di riflessione molto interessante a cui porta questo appuntamento. Avete tempo fino al 27 gennaio.
6 commenti:
Fantastico!
Poi l'arte di Degas è assoluta. Pensa te che io ho letto anche i Promessi Sposi, per dire.
@Juhan - e io ieri sera ho frequentato il primo di una serie di incontri su "letture manzoniane"! Che cumbinasiùn
mica mi diventi democristiano vero?
Speriamo di no! A vedere Degas devo andare.
@Juhan - E' l'aspirazione segreta di ogni anziano...
@Marco - Bravo non perdertelo.
Che telepatia! Stavo proprio pensando alla mostra di Degas e mi è apparso il tuo post.
Ci vado appena ho il giorno di riposo :)
Posta un commento