lunedì 9 febbraio 2015

Albe e tramonti a Bagan



  
Eccoci qua, stiamo dolcemente scivolando verso la fine ed è giusto che il pezzo forte, la botta finale, quello che deve rendere il tutto indimenticabile lo si tenga all'ultimo, centellinandolo e facendo un po' desiderare. così te lo assapori di più e anche se è una cosa di cui hai già visto tante immagini, sai che non ti potrà deludere. E come potrebbe! Bagan è uno stato dell'anima che solo una visione di insieme ti può dare. Forse anche cercare di descriverla è un pretenzioso ed inutile esercizio, meglio sarebbe lasciarsi andare, respirare, guardare ed assorbirne le vibrazioni. Nella pianura arida ai bordi dell'Irrawadi, 4000 templi di ogni forma e dimensione innalzano i loro pinnacoli tra alberi radi e piccoli campi coltivati. Ci arrivò anche Marco Polo, e dove non è stato il nostro compatriota, trovandola al culmine del suo splendore e giudicandola uno dei più bei luoghi del mondo. Devi spendere qui il tuo tempo, soprattutto all'alba e al tramonto, quando la luce che avvolge la piana è assolutamente unica e difficile da descrivere. Sceglierti un tempio qualunque, cercare nelle sue viscere le scalette segrete che portano ai gradoni superiori e poi piano piano salire il più in alto possibile. Da lassù ti si aprirà un panorama senza uguali che abbraccia chilometri intorno. 

Dopo le quattro e mezza l'aria comincia a colorare di oro tutto quello che sfiora e mentre cerchi di salire più in alto, a poco a poco si disveleranno intorno a te costruzioni magiche di templi in rovina, di pagode di mattoni con larghe crepe che i terremoti impietosi hanno provocato nei secoli, guglie orgogliose che invece svettato emergendo tra gli alberi. Più in là gli stupa si trovano a mucchietti come aggregati tra loro secondo geometrie a lungo studiate per parere come gettati a caso dal cielo a punteggiare la pianura, mentre più lontano, l'orizzonte è disegnato da punte aguzze, da ogive misteriose, da blocchi squadrati massicci o minuti per la distanza. Intanto che il sole scende, tutto si colora di ocra sempre più densa e spessa, il mattone diventa arancio vivo, il verde assume quella colorazione giallo carico che prelude al tramonto, i bianchi della calce nuova dei restauri approssimativi, si macchiano di ambra e l'oro degli zedi ancora in funzione cominciano a brillare. Intanto una sorta di leggera foschia, di nebbiolina magica sale dalla bassa polverosa e tutto sembra avvolto da fumi artificiosi per un finale di spettacolo preparato apposta.

Ad est i templi sono circonfusi da una luce così innaturale da farli apparire avvolti in una nuvola dorata, mentre ad ovest si trasformano a poco a poco in semplici silhouettes sempre più scure, fino ad arrivare al nero sullo sfondo giallo oro del sole che scende dietro colline lontanissime. Poi tutto diventa rosso, via via più scuro, poi viola a preludere l'arrivo della notte, che però tarda ancora a lungo, mentre nel cielo, la tavolozza si sfoga ancora per un po', lasciandoti lì a goderne senza la minima voglia di andartene, con il desiderio che questo spettacolo non finisca mai. E invece si ripete ogni giorno e se hai la fortuna di star qui un poco, ogni sera sarai attratto da questo spettacolo sempre diverso che va in scena senza deludere mai nessuno. Ogni volta sceglierai un punto differente, per avere le stesse emozioni. Come si fa a non cadere preda della fede, se tutto quanto ti circonda emana una luce che sembra provenire dall'interno, quasi trascendente e sovrannaturale. Ma non è finita, perché non dovrai perderti neppure le albe, quando, poco dopo le cinque, il nero della notte si rischiara lentamente per dare nuove sensazioni, nuovi colori, più rosati, mentre la pianura è avvolta di brume che i templi lasciano solamente indovinare, quasi fosse tutto un paese delle fate che non è ancora convinto se essere sogno o verità.

Forse ti immagini di vivere in un libro di Tolkien oppure quel fumo lontano è provocato dal battere degli zoccoli dell'orda mongola che sta per imporre anche qui il suo dominio, ma, mentre immagini e sogni, ecco che dalle fronde di alberi lontani proprio dietro il gruppo di templi più maestosi, si alzano le mongolfiere. Palloni colorati che si librano in alto lentamente, illuminati dal sole, raggi radenti che saettano sugli alberi come lase di un gioco fantasy, mentre la fiamma del fuoco le spinge ancora verso l'alto come in una festa orientale delle lanterne. Il vento leggerissimo del primo mattino le sposta verso sud con estenuante lentezza, come palloncini sfuggiti dalle mani di bimbi che rimangono là a guardare in atto, anche loro colpiti e attoniti, perché la bellezza ferma anche le lacrime. Quando il sole è ormai alto ed il rosa si è mutato in oro, i palloni sono ormai lontani, hanno eseguito il loro compito, da un lato appagando un turismo di un lusso incongruo al cospetto della realtà che le circonda e dall'altra costruendo, senza volerlo, un sogno grafico inatteso e per questo ancora più bello. Dall'alto dei gradoni vedi gruppetti che si muovono con ritmi antichi, carrozzelle tirate da cavalli stanchi che percorrono i sentieri di terra tra i templi come già facevano 800 anni fa.

Qui il tempo non passa. Forse sarebbe addirittura inutile trascorrere il resto della giornata, prima del tramonto successivo, spostandosi tra tempio e tempio, certo tutti bellissimi ed interessanti, con le loro statue giganti ed i loro affreschi dai colori smaglianti, alcuni, quasi spenti dal tempo e dall'umidità invasiva, altri. Molti, chiari ed esposti alla forte luce che penetra dai porticati, tanti invece, che devi andarti a cercare alla luce delle torce nei visceri bui delle pagode più segrete. I tanti nomi, già li hai dimenticati all'uscita, ma è meglio così, questa fase mnemonica e catalogatoria non deve turbare la visione di insieme, il colpo d'occhio globale, il delicato turbine emotivo che ti rimarrà per sempre non appena nel tuo ricordo riaffioreranno i colori, le forme sfumate, la skyline di aghi diritti che punteggiano questa pianura unica e assoluta. Venite via con me dunque in silenzio, ebbri di bellezza e di sensazioni, a gustare il ricordo. Forse avrei fatto meglio invece di proporvi questa lunga e tuto sommato inutile tiritera a mostrarvi solo una serie di immagini, ma forse anche queste, per la pochezza dell'autore non basterebbero. Abbiate pazienza.




SURVIVAL KIT

Bagan - E' la chicca finale del viaggio, assolutamente imperdibile. 4000 templi costruiti tra l'XI e il XIII secolo in un area di 67 kmq. Bisognerebbe starci almeno tre notti. In questo periodo è tassativo non perdere neppure un alba o un tramonto, che si godono dalle balconate dei templi più alti, ogni volta ne sceglierete uno diverso, per colpi d'occhio sempre differenti. Il sito è immenso, si gira comodamente in macchina (con la quale ovviamente si vedono più siti), con le biciclette ( 2000 K al giorno, molto faticoso dato che l'afa è forte anche in inverno e le strade sterrate e polverose) che ogni albergo affitta, l'ultima moda sono le bici elettriche (5000 K o più, dipende dalla stagione). Molto turistico ma sempre affascinate è lo spostarsi in tonga, la carrozzina tirata da un cavallo (almeno 15.000 K) che però è molto lenta e vi permetterà di vedere pochi templi. L'accesso all'intera area per più giorni costa 10.000 K. Il periodo migliore va da ottobre a febbraio (alta stagione in cui i prezzi schizzano in su), poi caldo infernale e poi piogge e afa dura. Ovviamente ci sono sempre un sacco di turisti che comunque, data la vastità dell'area, si disperdono, tranne che nei punti topici al tramonto. E' necessaria una buona pila per vedere molti interni bui e procurarsi una mappa della zona su cui segnarsi un itinerario per vedere almeno i templi principali senza perdere troppo tempo.

Balloons over Bagan - Sfizio per turisti di lusso, non nella stagione delle piogge. Sicuramente un punto di vista unico e irripetibile anche per il costo, che include trasporti in macchine d'epoca, spuntini da mylord e champagne. Chi avesse questa disponibilità o volesse fare una follia, tenga conto che l'esperienza della durata di un'ora circa, costa 350 $ a testa! il che equivale a circa 5 stipendi mensili medi di un birmano e che quasi nulla di questa cifra rimane in questo paese, dato che la società è straniera. Al momento ho visto 17 mongolfiere levarsi in volo e considerando che ognuna porta 10 passeggeri paganti, significa che ogni giorno l'incasso è di 59.500$ mance escluse per circa 6 mesi all'anno, ma dovrete prenotare molto tempo prima perché i posti sono tutti occupati. Vedete voi.

Questo elenco ha un ordine logico di 3 visite, poi vedete voi:

1 - Mingalar zedi
2 - Myinkabar Hu Pyank 
3 - Mya Zedi
4 - Mya Phaya
5 - Manuhar Pagoda
6 -Abeyanada Patho
7 -Nagar Yon
8 - Thambula Patho
9 - Phayan Thone Su
10- Tayike Pyay Paya
11 -Dhammayangyi Patho
12 - Lawkananda Paya

1 - Sulamani Patho
2 - Pant Phaku Gyi
3 - Pyat ada (tramonto)

4 - Shwe sandaw (tramonto , la più affollata)

1 - Shwezigon Paya
2 -Htilominlo Patho
3 - Ananda Ok Kyaung
4 - Ananda Patho
5 - Thatbyinnyu Patho
6 - Shwegugyi
7 - Tan Kyi Paya
8 - Maha Bodhi Paya
9 - Ketspoli  (monastero di tek)
10 - Bu Paya



Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:
Flying away
Duro tornare a casa



2 commenti:

peteranna ha detto...

Molto belle le foto, altrettanto i testi.

Enrico Bo ha detto...

@pet - Grazie mille e benvenuti da me!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!