domenica 20 marzo 2016

Festival dell'Oriente - Torino

FESTIVAL-torino2016



Si chiude oggi a Torino il Festival dell'Oriente che includeva quest'anno anche un padiglione dedicato al Festival Irlandese. Io ci sono stato ieri sera e quindi ne parlo oggi tranquillo quindi di non influenzarvi troppo. Diciamo che partire da Alessandria per passarci una mezza giornata è cosa che si poteva tranquillamente evitare. La parte Irlandese diciamo assolutamente superflua, in pratica una mensa aziendale dove una folla imbarbarita si avventava in code chilometriche per azzannare a caro prezzo uno stinco che altrove avresti tirato in testa al ristoratore certo di dargli la punizione che gli spettava, facendogli piuttosto male. Io dopo la ulteriore coda per pagare ho fatto due ulteriori code per pagare ed avere ad 1 Euro, un vassoio di carta su cui mettere i piatti, ma si sa, io calo giù dalla montagna con la piena e queste cose non le potevo nemmeno immaginare. Per fortuna le posate di plastica, subito rotte cercando di incidere il marmoreo stinco, le davano a gratis e senza coda. Un po' di ragazzotti annoiati che portavano a casa qualche soldino vestiti di pelli ed elmi cornuti di fianco ad improbabili lastre di polistirolo simulanti Stonehenge (ma che c'entra con l'Irlanda, boh, l'avranno spostata nel frattempo) e due orchestrine che nel frastuono rimbombante si avvertivano solo come un rumore diffuso di sottofondo. 

Dell'Oriente c'era invece un primo padiglione ripieno di bancarelle di fuffa biologicoveganaturistica, massaggi vari e benessere del corpo, della mente e soprattutto del portafoglio dei proponenti, ma questo fa parte del marketing di moda, quindi spazio al business per carità, che se no si abbassa il PIL. L'unico padiglione accettabile, è stato il terzo che oltre ad un innumerevole numero di bancarelle di paccottiglia orientale, quella che ci fa sbavare e riempie le nostre valige al ritorno ad ogni viaggio da quelle parti, anche un congruo numero di ristoranti tematici e soprattutto un paio di palchi dove si alternavano spettacoli abbastanza interessanti e provenienti dai vari luoghi esotici, dai suonatori coreani, a danzatrici varie, thailandesi, indiane, balinesi, Bolliwoodiane, tamburi giapponesi, maneggiatori di katane e chi più ne ha più ne metta. Essendo il penultimo giorno i prezzi hanno cominciato a scendere e il sale rosa dell'Himalaya, ormai te lo tiravano dietro a 4 € al chilo, neanche dieci volte quello del Monopolio. Un vero affare insomma da riempire il bagagliaio. Per chi avesse voluto avere un prolungamento di giochi carnevaleschi, nel pomeriggio all'esterno, battaglia coi sacchetti di polveri colorate tipiche dell'Holi indiano, per la gioia dei ragazzini che hanno portato poi per il resto della giornata sul corpo e sul viso le stigmate orgogliose e colorate dell'avvenuta festa. Per il resto, per me solo il grande piacere di reincontrare dopo tre anni, la carissima Perla, mia guida durante il viaggio in Vietnam, che ora studia in Italia e che ho potuto abbracciare con commozione. Tutto il resto è noia.

Con Bao Ncoc Nguyen Thi (Perla)



4 commenti:

Simona ha detto...

Già lo scorso anno chi ci è stato mi ha consigliato di evitarlo, può essere accattivante per chi in oriente non c'è mai stato.
Però la prossima volta che vieni a Torino fammelo sapere! !

Enrico Bo ha detto...

Ma sì comunque c'era una marea di gente, quindi vuol dire che interessa. Nei prossimo mesi avrò occasione di rimanere a Torino un po' più a lungo e ti vengo a trovare sicuro.

Laura ha detto...

Ti sei perso Arnel con la sua squadra di lotta filippina...
Comunque lui era molto negativo sul l'evento in generale.

Enrico Bo ha detto...

@ Laura - Accidenti se avessimo saputo, mi interessava molto! In effetti è stato molto deludente.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!