giovedì 16 febbraio 2017

Madagascar 31: Nosy Bé


Tramonto a Nosy Bé

La spiaggia di Bemoko
Nosy Bé, l'isola dell'oceano indiano, il paradiso vacanziero, la punta di diamante del turismo malagasy, insomma l'interessante officina su cui discutere su  uno dei fenomeni del nostro tempo. La base consiste nella presenza di un posto bello a prescindere, con peculiarità interessanti quando non uniche che lo rendano spendibile; una popolazione che possa fornire forza lavoro per attività e servizi, meglio se altrimenti priva di possibilità economiche di sviluppo; investimenti esteri che mettano in moto un meccanismo che a ruota smuove anche lo spirito imprenditoriale locale a diversi livelli; la creazione di un brand attrattivo per l'utenza internazionale. Questi sono i presupposti che devono avere i luoghi da inserire in questo giro, in un tempo in cui la domanda internazionale formatasi attraverso la globalizzazione, è in crescita costante anche in questo decennio dominato da una crisi economica non ancora conclusa. Nosy Bé è stata catalogata tra i luoghi che più o meno rispondevano a tutte queste condizioni. Terra esotica, circondata da un mare delizioso e buono per gli amanti di tutto quanto è legato a questo elemento, da chi vuole il relax sulla spiaggia di sogno a chi vuole approfittare delle delizie della barriera corallina con le sue meraviglie subacque. 

In paese
Flora e fauna particolare ed unica che attiri i naturalisti; background francese che può mantenere riminiscenze di gastronomia e hotellerie già su un buon punto di partenza. Dimensioni e popolazione ideali, situazione politica tranquilla e senza scossoni assieme al resto dell'arcipelago che offre tutta una gamma molto ricca per infinite soluzioni di tour giornalieri; posizioni riservate per resort di lusso e zone abbondanti anche per un turismo secondario a budget limitato; non ultime, opzioni per vecchi bavosi che benché riprovevoli si presentano sempre in questi luoghi. Per questo è stata scelta e il business si è sviluppato in questa direzione. Ora il discorso è: tutto questo è un bene o un male per coloro che qui ci vivono? Gli abitanti se lo dovevano augurare o è stata una maledizione? Io credo che a questi interrogativi sia molto difficile dare una risposta corretta ed univoca. C'è il discorso teorico. Se tutto fosse svolto in maniera corretta ed attenta, certamente i risvolti positivi sarebbero preponderanti e l'abbondante flusso di denaro in arrivo potrebbe distribuirsi più o meno correttamente dando luogo ad un ciclo virtuoso di cui tutti o almeno la maggior parte potrebbero beneficiare. 

Al villaggio
Poi c'è la inevitabile realtà, connaturata con la naturale avidità umana, che comprende corruzione, sfruttamento e volontà di depredare al massimo tutto ciò che è possibile, sentimenti che ancorché antipatici, sono propri ed inevitabili della nostra specie e dovrebbero essere frenati al massimo, poichè non del tutto eliminabili, da un intervento di controllo politico amministrativo che ne moderi le conseguenze peggiori. Infine, anche quando tutto questo avesse successo ci si potrebbe domandare se è un bene che in seguito a questo impatto, indubitabilmente molto forte, non si snaturi definitivamente la cultura, la vita ed alla fine l'anima di un popolo, abituato ad altri ritmi, ad altre attese di soddisfacimenti materiali e morali. A questo dubbio forse non è corretto che rispondiamo noi dall'esterno decidendo se è bene che un popolo viva nella fame e nella miseria con una vita media inferiore ai 50 anni e condannato all'analfabetismo, pur deliziato dalle sue cerimonie tradizionali, dalle cure dei suoi sciamani, costruendo con perizia millenaria le sue capanne di frasche, cosa che fa soprattutto impazzire il turista alla ricerca delle realtà incontaminate, oppure se a poco a poco la disponibilità di beni faccia migliorare la qualità di vita, per lo meno di quella materiale, anche se a discapito della serenità di chi non sa cosa come si vive nel resto del mondo, della cultura ancestrale, dei ruoli di importanza della società tradizionale.

Un lemure della riserva
Ho notato che in generale questo infastidisce e viene deprecato soprattutto da chi va in questi posti pensando di trovare tribù di buoni selvaggi intenti solo a salvaguardare la natura e l'ambiente con i loro antichi saperi e diventa nervoso quando, arrivato nel villaggio, gli abitanti si tolgono i jeans e ripongono gli smartphone per calzare il gonnellino di rafia e fare un balletto al suono dei locali putipù. Ragazzi fatevene una ragione, forse la gente sta oggettivamente meglio se i bambini vanno a scuola e poi diventati grandi si ingegnano per avere un pasto decente tutti i giorni, poi arriverà la bicicletta, quindi il motorino ed infine la macchina. Erano più felici quando si dovevano fare cinque chilometri per prendersi una tanica di acqua fangosa e di quattordici fratelli ne sopravvivevano due o tre? Forse, e di questo mi sono sembrati convinti anche molti malagasy residenti (appartenenti però ad una fascia di popolazione media che la macchina ce l'ha e anzi ne vorrebbe una più grande) che rimpiangono una perdita di identità culturale deleteria per un popolo, ma se andate a raccontare queste cose in qualche villaggio dell'interno o ai pescatori dell'arcipelago, state pur tranquilli che vi portano dietro le capanne e poi vi fanno una bella festa, questa sì molto tradizionale. 

Fiori in giardino
Insomma fare i puristi con le necessità degli altri è facile, poi ci si scontra con la vita reale. Poi ci sono ovviamente gli aspetti negativi del sogno. L'aumento dell'inquinamento ambientale, ovviamente prodotto da una maggiore pressione antropica e dai nuovi consumi non ancora digeriti; la deturpazione degli ambienti, che la foga cementificatrice, se non controllata, produce; lo sfruttamento della parte più debole della popolazione che ha meno forza contrattuale. Tutte cose che potrebbero essere mediate e ridotte al minimo dal buon governo se ci fosse. A questo punto dove si inserisce la nostra Nosy Bé? Diciamo che ci si trova in una via di mezzo. Il flusso turistico è abbastanza numeroso e tale che si può dire che tutta la popolazione è impegnata direttamente o indirettamente in questa attività. La costa è stata progressivamente occupata da strutture ricettive che, essendo fatte massimamente da costruzioni basse ed in stile locale, non hanno ancora deturpato più di tanto l'aspetto generale. Il maggior benessere ha provocato un aumento dei prezzi consistente rispetto al resto del paese, ma non sembra abbia incentivato i fenomeni di disordine pubblico che spesso si accrescono in questi casi. 

Un banco di spezie
Una parte dell'isola e diverse zone di mare, sono state protette in modo più o meno severo per mentenere quell'impronta originale che è parte dell'interesse per i visitatori. Insomma per ora potrebbe andare, bisogna vedere se la curva di crescita futura non provocherà peggioramenti esponenziali come è accaduto in molti litorali famosi del mondo (noi con la nostra Liguria dovremmo essere gli ultimi a parlare) oppure se l'accresciuto sentimento di rispetto "ecologico" non aiuterà ad evitare un peggioramento ireversibile. Intanto qui devi goderti il mare e il relax dell'isola tropicale. Bagni, pesci, griglie, pesca e amache tra le palme, al massimo passeggiate sulla spiaggia. Che tra l'altro non sono tutte così spettacolari come quelle delle piccole isolette o come quella di Andilana, all'estremo nord, occupata per il tratto migliore dal famoso villaggio italiano Bravo, che ha dato unpo' il via alle danze, a cui il resto dei visitatori vengono portati in pellegrinaggio. In giro per l'isola poi, non c'è molto da vedere. La capitale è Helltown, il porticciolo a cui arrivi con la barca. Non fatevi impressionare la nome che con l'inferno non c'entra nulla; in realtà deriva dall'ammiraglio Louis de Hell che la fondò ed è un tranquillissimo paesotto con  mercato e traffici vari da cui partire per la location scelta sull'isola. 

Souvenir da spiaggia
Isola che viene messa sottosopra ogni 15 giorni quando arriva la nave della Costa Crociere e tutti gli abitanti si mettono al servizio delle migliaia di invasoriche sbarcano in preda alla furia visitatrice. E' il momento della vendemmia e allora tutti i mezzi a disposizione, taxi, minibus e ogni mezzo rotabile si prendono cura, assieme a centinaia di accompagnatori per portare in giro, nutrire e far divertire questo esercito che solo alla sera abbandonerà il terreno di conquista temporanea. Questo giorno è l'incubo dei vacanzieri residenti perché i servizi a disposizione diminuiscono drasticamente, ma è una opportunità formidabile per l'economia locale che aspetta la nave delle vacche da mungere, come la manna dal cielo. Insomma io direi, non fatevi troppi problemi. Godetevi i tramonti, contrattate un souvenir con le donnine sulla spiaggia, così poco insistenti. Trascorrete il tempo nei dopo cena a sorseggiare rum arrangé, con anziani legionari francesi che a 83 anni vengono qui per due o tre mesi ad immergersi a 40 metri, oltre magari a fare altro; chiacchierate lungo la spiaggia con i fai da te scambiandovi informazioni su come risparmiare sui voli eo sulle destinazioni meno battute; andate se vi piace, a pescare il marlin al largo sentendovi Hemingway e godetevi il luogo per i suoi, moltissimi, aspetti positivi, la gente è cordiale, si mangia benissimo e il relax sotto i cocotier (non troppo sotto, che un cocco in testa ti ammazza sicuro) su un'amaca dondolante, bevendo succo di ananas o mango frescho, in attesa del pesce, non hanno prezzo, anzi per la verità ne hanno uno molto modesto.

A colazione
SURVIVAL KIT

Nosy Bé - Isola vacanziera per eccellenza congrande possibilità di scelta nelle sistemazioni, da quelle più esclusive dei resort di lusso ai piccoli B&B dove ci si sente ospiti in famiglia a prezzi per tutte le tasche. Muoversi per l'isola è facile anche se le distanze prevedono sempre l'uso di un auto, taxi o di qualcuno che si improvvisa taxista al momento, anche il padrone di casa. A parte il giro delle spiagge non c'è molto da vedere, (qualche tomba, palazzo del principe, la riserva e qualche spettacolo tradizionale tipo proloco), quindi chi sta qui più giorni usufruisce soprattutto della vita di spiaggia o si sposta in barca negli isolotti circostanti alla ricerca di una delle molte spiaggette solitarie oper la pesca al marlin. Ovviamente posto ideale per snorkelling e diving subacqueo con tutte le possibilità offerte in ogni struttura. C'è chi ci starebbe mesi, chi dopo tre giorni è già annoiato, vedete voi.

In giardino
La maison des Parfums- 504 Bemoko - Delizioso B&B con 11 stanze con terrazzino in legno (40 € con colazione), molto curato in stile lodge africano, ben rimodernato di recente a 15 km da Hellville. Proprietari gentilissimi che si fanno in quattro per accontentarvi e menù di mare di grande gusto. Colazioni imperiali di frutta spettacolare. Free wifi anche nelle camere. Giardino magnifico con fiori di ogni genere. Possibilità diorganizzarsi tutte le escursioni. Ovviamente siamo inAfrica e non vi innervosite per qualche ingenuità come la mancanza della tavoletta del water. Molto consigliato. La spiaggia non è certo quella che sognavate, fangosa per la bassa marea molte ore al giorno. Le alghe colorano di sfumature diverse da quelle turchesi attese, ma praticamente questa lunga costa di qualche decina di chilometri dove sono situate una dietro l'altra tutte le sistemazioni alberghiere, è così. Al di fuori del villaggio italiota ad Andilana, questa è la situazione e se volete immergervi nel paradiso dovete prendere una barchetta e girare.

La sera a Nosy Bé

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