On the beach |
Passata la prima notte in cui cerchi di ammortizzare il jet lag è ovvio che il primo impulso sia quello di conoscere l'isola, il quadratino di terra dove sei stato confinato, non fosse altro per quella sindrome da naufrago che vuole dare un'occhiata in giro per cercare disperatamente le fonti di acqua e di cibo, e se trova qualche Venerdì a cui chiedere informazioni, come se non sapesse che, avendo pagato, nel caso, saranno loro a trovarlo. Le isole dei resort non sono propriamente isole deserte, ma bisogna dire che chi le ha pensate fa di tutto per cercare di fartelo credere, cercando di mimetizzare i vari servizi come meglio può e lasciando il più possible lo spazio alla sensazione della spiaggia solitaria dei mari del sud. L'esplorazione dell'isola, che che ti proponi evidentemente di fare per prima cosa, non è poi così difficile e impegnativa, come del resto avevi immaginato. Si tratta alla fin fine di una lingua di sabbia ricoperta di palmizi ed altra vegetazione, di circa 1500 metri di lunghezza per 400, con esposizione dei lati lunghi nord-sud. Ben occultati nella vegetazione lungo la spiaggia sono stati costruiti una fila di circa 500 bungalow che praticamente circondano quasi interamente l'isola. Al centro le parti comuni; occultatissimi i servizi tecnici e le abitazioni di chi lavora. Non manca ovviamente il lungo pontile di accesso delle imbarcazioni con accluso ristorante fighetto sedicente italiano; dalla parte opposta i due ormai consueti pontili ad arco per i bungalow sull'acqua che sembrano essere ormai molto di moda e caratteristica chissà perché di ogni resort che se la tiri e che si rispetti.
Il giro dell'isola lo fai al massimo in un'oretta, fermandoti continuamente a guardare il mare o a saggiare la sabbia. Alle tue spalle la vegetazione della parte centrale, sembra fittissima e non lascia trasparire il fatto che l'altro mare sia a poche decine dimetri. La parte più affascinante è la lunga lingua sabbiosa sottile al margine est dell'isola, che diventa sempre più esile mentre si allunga tra le acque, fino a perdersi nel blu e che segna anche la linea naturale dell'atollo di Ari, non lontano infatti, al di là di un piccolo braccio di mare, scorgi l'altra isoletta che contiene il minuscolo aeroporto dove sei appena arrivato. Questa propaggine bianchissima dà, come nessun altro punto, la sensazione della spiaggia solitaria che si perde nell'oceano, così com'è, circondata di piatta acqua turchese. I cespugli verdi arrivano fin sulla riva più estrema, qualcuno solitario, quasi sfidano le piccole onde che risalgono la battigia. In fondo nella passeggiata incontri poche persone, i più approfittano per riposare rintanati nella solitudine del loro pezzo di mare, limitato davanti al loro bungalow, con una cornice perfetta di palme ad arco, riparati anche dai raggi più violenti di un sole comunque mordace, anche se in parte coperto. Insomma, la classica transumanza dal letto al lettino, che in fondo cerca chi si dirige verso questo tipo di vacanza. A lato opposto un altro pontile minore, diciamo più di servizio, dal quale vedi l'altra piccola isola che fa da contorno, dove c'è un minuscolo villaggio.
La spa è invisibile, annegata in mezzo al bosco in un profluvio di orchidee ed ibiscus. Anche i campi da tennis e le altre attrezzature sportive sono circondate da alti alberi che le nascondono alla vista. Non manca un giardino per la continua riproduzione di verde, necessario per ripopolare quanto eventualmente soccombesse alle incognite della natura. Insomma un ecoambiente totalmente artificiale che consente la vita a qualche migliaio di persone tra ospiti ed addetti, su un isolotto che probabilmente non consentirebbe la vita se non a qualche decina di nativi, molto adattabili e come necessario, buoni pescatori. Però tutto sembra perfettamente naturale ed integrato, così per lo meno deve essere la sensazione per il turista che sgancia, inclusa la spiaggia, sempre ben pulita e bianchissima, dato che le alghe che naturalmente il mare rilascia, vengono pulite ogni mattina presto da un esercito di addetti. Inoltre non senti una zanzara nell'aria, ma non perché i tanti pipistrelloni, grandi amici dell'uomo e del suo benessere, che saltabeccano da una palma all'altra se le pappino tutte, ma perché ogni sera alle cinque un trattorino con una gran botte di antiparassitario compie il giro completo della struttura sparando nell'aria una nuvola bianca a cui i rari passanti cercano di sfuggire buttandosi in mare. Se ti beccano lungo i vialetti sei fregato, bisogna darsi immediatamente alla fuga perché lo spargimento della nebbia malefica pervade ogni cosa, anche se solo per pochi minuti.
Quindi niente zanzare tranquilli, però bisogna fare attenzione alle sandflies, malefici insettuculi che potrebbero allignare sulla meravigliosa sabbia bianca e costellare le roride o in alternativa eburnee chiappe di minuscole anche se fastidiose morsicature rosse. Quindi meglio non abbandonarsi sulla sabbia nuda nel bramosia di un abbraccio con la natura naturale, godendo del crunc dello sfarinarsi della spiaggia sotto il peso del tuo corpaccio madido di sudore, ma lettino con materassino plasticato e ascigamano di spugna, meno fascinoso ma, tutto sommato anche più comodo. Insomma bisogna che gli amanti della favola della natura amica dell'uomo, si rendano conto della dura realtà, la natura vera, quella "naturale" non è come se la immagina la gente che la vede in televisione, un po' come quella agricoltura che le favole dei teobioamatori si va raccontando e che tanto successo miete dagli schermi televisivi. La foresta vera è umida, scivolosa e piena di insetti fastidiosissimi, le spiagge dei mari del sud dove non ci sono turisti paganti sono ricoperti da ammassi di alghe nere e marce, spesso puzzolenti, tra le palme egli arbusti si cammina male se qualcuno non vi ha fatto precedentemente degli appositi sentierini e la vegetazione ha sempre la tendenza ad essere spinosa e a graffiare le tenere carni delle turiste, il sole è malefico e feroce e ti stacca la pelle a morsi se non ti ricopri di unguenti vari e quindi non lamentarti se poi sulla superficie dell'acqua c'è la schiumetta.
Tu uomo, comunque faccia, sei, proprio per natura inquinatore a prescindere, per il solo fatto di vivere, di respirare ed esistere ed è solo la limitazione del tuo numero che consente al potere tampone del pianeta di far sì che l'ambiente resista senza troppe mutazioni. Comunque bisogna dire che così come lo vedi è proprio un bel vedere e bisogna ammettere che, di tutto quanto accidiosamente detto, non solo neanche te ne rendi conto, ma anche se lo sapessi non te ne fregherebbe assolutamente nulla del fatto che senza un esercito di persone a loro volta inquinanti, questo, alla vista, meraviglioso ambiente, si ridurrebbe in men che non si dica in un cesso invivibile. I rifiuti vengono portati via al riparo da sguardi indiscreti e trasportati su apposite isole dei rifiuti per essere smaltiti; cibi, combustibile e ogni altra cosa necessaria arriva con la nave; tutto viene consumato e smaltito altrove senza lasciare traccia apparente. Insomma queste isole sono un totale, meraviglioso e godibilissimo artificio globale, che le ha dilatate per farci arrivare aerei e navi, che le ha ricoperte di costruzioni e allo stesso tempo ripulite ed imbellettate continuamente per non far perdere loro l'appeal da cartolina di quei mari del sud che nella realtà neppure esisterebbero. Certo una bella mano la danno anche loro, il colore turchese del mare, il biancore abbacinante della farina di corallo che forma la sabbia, le sfrangiature blu del cielo che si tingono di rosa aranciato nelle albe e nei tramonti, Tutte queste cose non hanno bisogno di manutenzione, ma tutto il resto, quello che poi serve a rendere i soggiorni piacevoli, sì.
Quindi niente zanzare tranquilli, però bisogna fare attenzione alle sandflies, malefici insettuculi che potrebbero allignare sulla meravigliosa sabbia bianca e costellare le roride o in alternativa eburnee chiappe di minuscole anche se fastidiose morsicature rosse. Quindi meglio non abbandonarsi sulla sabbia nuda nel bramosia di un abbraccio con la natura naturale, godendo del crunc dello sfarinarsi della spiaggia sotto il peso del tuo corpaccio madido di sudore, ma lettino con materassino plasticato e ascigamano di spugna, meno fascinoso ma, tutto sommato anche più comodo. Insomma bisogna che gli amanti della favola della natura amica dell'uomo, si rendano conto della dura realtà, la natura vera, quella "naturale" non è come se la immagina la gente che la vede in televisione, un po' come quella agricoltura che le favole dei teobioamatori si va raccontando e che tanto successo miete dagli schermi televisivi. La foresta vera è umida, scivolosa e piena di insetti fastidiosissimi, le spiagge dei mari del sud dove non ci sono turisti paganti sono ricoperti da ammassi di alghe nere e marce, spesso puzzolenti, tra le palme egli arbusti si cammina male se qualcuno non vi ha fatto precedentemente degli appositi sentierini e la vegetazione ha sempre la tendenza ad essere spinosa e a graffiare le tenere carni delle turiste, il sole è malefico e feroce e ti stacca la pelle a morsi se non ti ricopri di unguenti vari e quindi non lamentarti se poi sulla superficie dell'acqua c'è la schiumetta.
Tu uomo, comunque faccia, sei, proprio per natura inquinatore a prescindere, per il solo fatto di vivere, di respirare ed esistere ed è solo la limitazione del tuo numero che consente al potere tampone del pianeta di far sì che l'ambiente resista senza troppe mutazioni. Comunque bisogna dire che così come lo vedi è proprio un bel vedere e bisogna ammettere che, di tutto quanto accidiosamente detto, non solo neanche te ne rendi conto, ma anche se lo sapessi non te ne fregherebbe assolutamente nulla del fatto che senza un esercito di persone a loro volta inquinanti, questo, alla vista, meraviglioso ambiente, si ridurrebbe in men che non si dica in un cesso invivibile. I rifiuti vengono portati via al riparo da sguardi indiscreti e trasportati su apposite isole dei rifiuti per essere smaltiti; cibi, combustibile e ogni altra cosa necessaria arriva con la nave; tutto viene consumato e smaltito altrove senza lasciare traccia apparente. Insomma queste isole sono un totale, meraviglioso e godibilissimo artificio globale, che le ha dilatate per farci arrivare aerei e navi, che le ha ricoperte di costruzioni e allo stesso tempo ripulite ed imbellettate continuamente per non far perdere loro l'appeal da cartolina di quei mari del sud che nella realtà neppure esisterebbero. Certo una bella mano la danno anche loro, il colore turchese del mare, il biancore abbacinante della farina di corallo che forma la sabbia, le sfrangiature blu del cielo che si tingono di rosa aranciato nelle albe e nei tramonti, Tutte queste cose non hanno bisogno di manutenzione, ma tutto il resto, quello che poi serve a rendere i soggiorni piacevoli, sì.
Sun Island (Nalaguraidhoo) al centro |
E' più che altro una precauzione, ma all'ufficio della salute del viaggiatore, mi avevano raccomandato di non mettere, come ho accennato le chiappe o altra porzione di pelle nuda, direttamente sulla sabbia, in quanto ci sarebbe la possibilità della presenza di insetti chiamati sandflies che potrebbero causare morsicature e successive infezioni. Tuttavia devo dire che non ne abbiamo viste. Però non si sa mai, lo dico per estrema precauzione.
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2 commenti:
Grazie sono stata alle Maldive tutto il tempo della lettura, è stato bello. Un luogo che difficilmente potrò vedere. P
@P Grazie mille, è un gran piacere che questi miei post raggiungano esattamente lo scopo per cui li ho scritti!
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