lunedì 8 aprile 2019

Taste of Paris


I giardini dietro Notre Dame

Una fermata
Avrete notato, dai post di questi giorni, che mi sono assentato un attimo. Invitato da amici carissimi, infatti, mi sono ritagliato una breve vacanzina (tenete conto che sono in vacanza già per tutto l'anno), nella ville lumière, città che mi ha sempre affascinato e che ho trovato ancora più piacevole. Tenuto conto che ci sono già stato sei o sette volte, sono stato attratto proprio dal fatto che avrei potuto dedicarmi a questa scappata, senza l'affanno di itinerari precisi da seguire o cose da vedere, spuntandole dal calepino che mi accompagna, anzi questa volta non me lo sono neppure portato, proprio per lasciare spazio all'improvvisazione del momento e quindi flaner pour la ville senza una meta precisa. Devo dire che la piacevolezza di un tempo soleggiato ancorché freddo è stato di grande aiuto per farmi godere al massimo di questa, come vogliamo chiamarla, pausa spensierata. Intanto il TGV che pur non essendoci ancora il famoso buco, ti fa arrivare a Parigi in sei ore,che non fai neanche in tempo a mangiarti il panino che ti eri portato dietro e a finire il fascicolo di sudoku, distratto come sei dalla meravigliosa campagna che scorre al tuo fianco, prati verdi di smeraldo e quadrati infiniti dove la colza ha fatto esplodere il suo giallo vivo ed effimero, collina basse ed ondulate punteggiate di bianche charolaises che brucano pascoli recintati da siepi e poche case spargole. 

Vetrate
Genti non ne vedi staranno tutte dirigendosi verso la capitale col gilet giallo nascosto nella scarsella.  Passano un paio di gendarmi gentili a controllare ii documenti, in cerca di qualche negrotto nascosto tra le valigie. L'ossessione perdura, tuttavia la politica ha bisogno di dimostrare dura fermezza o che almeno tenti di fermare lo scorrere dell'acqua con le mani. La gare de Lion è già nel cuore della città e percorrendo in taxi le vie del centro, già ti comunica la scorrevolezza che si ottiene quando disponi di una rete di trasporto pubblico capillare ed efficiente. Il senegalese alla guida, di stazza imponente, quasi mi abbraccia quando gli racconto che in Italia Uber è stato messo al bando, ah, paese felice che rispetta i tassisti e si fa carico dei loro problemi e intanto mi alleggerisce di trenta euro. Come vedete i problemi cambiano aspetto a seconda della parte da cui li guardi. Intanto raggiungiamo la nostra meta, il quartiere della Muette a Passy, nel XVI arrondissement, ragionevolmente centrale, sulla rive droite, che contiene anche il Bois de Boulogne. La zona è deliziosamente tranquilla ed elegante, leggermente in discesa verso la Senna dove arriva fino al Trocadero. Quasi da ogni parte si ha la sensazione di trovarsi proprio di fronte alla Tour Eiffel. Un bel colpo d'occhio non c'è che dire. 

L'ingresso
Il fatto di essere nel centro comunque lo hai immediatamente vedendole vetrine rotte dai casseur di sabato scorso e dagli sbarramenti previsti per la tornata del sabato che sta arrivando. Quel plaisir, insomma. Anche alla mattina presto il quartiere è già in moto, la gente fila veloce verso gli autobus e la metro; impressiona il fatto che quasi nessuno utilizzi la macchina, anche se sui bordi dei marciapiedi, nelle zone sempre più ridotte dove ci sono parcheggi, compaiono molte colonnine per il ricarico delle auto elettriche. Sicuramente è un bidone ecologico, ma se così va la demagogia, diciamo che la città è preparata. Quasi ad ogni angolo ci sono rastrelliere di bici comunali (elettriche), che evidentemente qui nessuno ruba o vandalizza, anzi la gente si avvicina, traffica col telefonino e poi se ne va tranquillamente pedalando con la baguette di traverso. Ma soprattutto compare un fenomeno, evidentemente nuovo, che colpisce lo straniero in visita calato dalla montagna. Ad ogni stazione di autobus o di metrò, ma anche in molti altri luoghi di aggregazione, monumenti, aree turistiche, magazzini o altro, in schiera o apparentemente abbandonati, file di monopattini elettrici che poi vedi sfrecciare continuamente lungo i viali e le strade. Non mi è chiaro assolutamente come funzioni la cosa, visto che non ci sono aree segnalate, ma appaiono spesso abbandonati qua e là senza una specifica modalità. 

La Seine
Sono dotati sul manubrio di un Qcode, su cui appoggiare il telefonino, ma non ho capito come il giri meccanismo. Comunque sfrecciano dappertutto e anche piuttosto velocemente sui marciapiedi, cosa anche alquanto pericolosa, bisogna buttarci un occhio insomma. Intanto la RER, il treno veloce, ci deposita proprio davanti a Notre Dame, il centro logistico cittadino. Chissà come è, mi sembra meno imponente dell'ultima volta che ci ho alzato lo sguardo. E' una cosa tipica, credo per tutti i monumenti famosi, a forza di verderli in foto bellissime e di immaginarli nella fantasia del ricordo, ti appaiono sempre meno esagerati dal vivo. Pure i grandi portali con gli strombi accuratamente scolpiti da schiere di santi ed angeli, hanno una imponenza che incute rispetto mentre penetri all'interno. Non c'è neppure la coda e le grandi navate scure ti immergono nella consueta atmosfera della cattedrali gotiche, colorata dalla luce delle mille vetrate e dai rosoni superbi, che a mio parere rappresentano davvero il punto di meraviglia di questa cattedrale, assieme alla magnifica serie di sculture che ricoprono la parete posteriore del coro. Diciamo una rivisita obbligatoria, un ripasso necessario da fare ogni volta che si passa di qui. 

Louvre
Anche perché ti consente di fare un passaggio nei giardini retrostanti la chiesa, oggi messi perfettamente a punto, rasati, imbellettati e che risplendono sotto il sole di aprile, mostrando una parata meravigliosa di alberi coperti completamente di una fioritura bianca e violetta, così carica e fastosa che ti invoglia a fermarti su una panchina a godertela tutta, pur nella costante incertezza se volger l'occhio verso i contrafforti grigi delle mura esterne o rimanere incantati dal lento fluire della Senna sottostante, con la sua serie di ponti che si susseguono fino all'orizzonte lontano come in un gioco di specchi che paiono moltiplicarli all'infinito tutto intorno a te, così come il gran numero di battelli strapieni che trasportano il loro carico di genti, transumandola su e giù per il fiume con gli sguardi al cielo e le bocche spalancate di fronte a tanta meraviglia. Certo la maggior parte di coloro che ti circondano sono turisti, senti tutto un florilegio di lingue che si inseguono, di richiami e di volti chiaramente estranei a questa cultura, tuttavia questo è forse il più grande business della capitale e bisogna misurarsi con esso. Passiamo il Pont Neuf e scorrendo lungo il bordo del fiume dove stanchi bouquinistes non hanno neppure la forza di magnificare ai passanti le loro stampe, i vecchi giornali, le foto d'epoca rifatte e la varia paccottiglia da turista, palle di vetro con la neve che cade incluse.

Tuileries
Ci buttiamo allora nel quartiere latino, godendo della sua confusione, dei suoi negozietti e dei tanti locali che offrono colore e coquillage. Qualche banco sugli angoli offre ostriche fresche di dimensioni mostruose e gamberoni ancor più invitanti, ma non è ancora l'ora della pappa e intanto siamo arrivati fino al boulevard Saint Germain. Meglio ritornare verso il fiume, tra viuzze popolate di negozietti etnici e gastronomie gourmand. Gira gira ecco che siamo già sul fianco del Louvre, che allunga le sue braccia distese in avanti verso les Tuileries quasi volesse abbracciarle. Qualche foto di rito, tra l'arco e la piramide, che oramai ha perso il suo effetto dirompente e diventa un oggetto di consueta conoscenza, come fosse lì da secoli. Certo ci sarà pure il sole, ma nello spazio aperto tra i giardini, pur magnificamente fioriti, tira un aria gelida che consola. Siamo al nord c'è poco da fare e per noi mediterranei fa sempre freddo, anche se sei circondato da ragazze sbracciate che si fanno i selfie tra aiuole di tulipani sfrangiati dai colori smaglianti. Ma che bello passeggiare così senza una meta precisa, godendoti gli spazi di questa città fantastica, accogliente per il turista, che ci lascia il grano, sempre tesa a mostrargli il suo lato migliore. Quasi  non ti accorgi dei chilometri, la strada ti è lieve, circondato come sei dalla serie infinita di palazzi d'epoca in ordine omogeneo che caratterizzano la nobile perfezione di questa capitale. 

Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

1 commento:

Anonimo ha detto...

excellente page sur notre belle capitale ! Merci
Jac.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!