martedì 2 aprile 2019

Central India 9 - Villaggi Gond


Pulizia

Ambulante
L'India rurale, coi suoi campi verdi circondati da boschi, che risalgono le colline mutandosi in foreste selvatiche, con i suoi piccoli paesi che sorgono appena al di fuori di strade piccole e contorte o che si raggiungono con piste di terra polverosa, pronte a mutarsi in fango rosso al primo sentor di pioggia, ti dà un senso di serena tranquillità, di immobilità temporale che sfuma tra i pastori seduti come statue a guardia di greggi o di gruppi di donne che si lavano nelle anse delle rogge o sui gradini dei serbatoi di accumulo. Questa parte di India, lontana dalle grandi città è quanto di più dolce e per nulla affannato che tu possa pensare. Qui il tempo si è fermato, frase fatta classicissima, ma qui senti bene che non è più l'uomo che lo rincorre in affanno, ma piuttosto è l'attesa che prevale, dell'arrivo della pioggia, della frescura della sera, delle pianticelle che senti crescere nel campo. Queste aree sono prevalentemente abitate da popolazioni tribali, gruppi diversi di Adivasi (quelli che c'erano prima), genti dravidiche che le occupano dalla notte dei tempi , ancor prima dell'arrivo degli Arii, le genti del nord che arrivarono oltre tremila anni fa portando la loro cultura ed i loro dei. Gli Adivasi si sono adattati, ne hanno assorbito molte delle abitudini e la religione, che viene imposta per prassi comune ai popoli conquistati, mantenendo però quel legame con la natura proprio del loro passato ed isolandosi sempre di più nelle zone più selvatiche, dove i "nuovi" li hanno lasciati campare.

Il cortile
L'induismo c'è. ben chiaro ed evidente, ma essendo religione inclusiva che racchiude e accetta nel suo politeismo sincretico qualunque altra divinità venga proposta, ha fatto sue tutte quelle entità che il popolo Gond ha portato con sé dalla notte dei tempi, le presenze spirituali che sono contenute nei grandi alberi dei boschi, nelle rocce che dominano i villaggi, nel sole, nella luna e in tutto quel manto luminoso che ogni notte ricopre la terra in un abbraccio protettivoe che magari siporta sullapellein piccoli tatuaggi che li raffigurano. Il vicino Orissa, con le sue jungle fitte, è lo stato che ne ospita il maggior numero e varietà, ma molte tribù sono rimaste anche qui nel Chhattisgarh, ai piedi e tra le colline Maikal.  I Gond sono l'etnia più numerosa, quasi tre milioni di persone, che parlano dialetti molto simili al Telugu, la lingua di origine dravidica dravidica del vicino Andra Pradesh. I loro villaggi sono sparsi qui attorno, ai bordi dei campi coltivati al limitare delle foreste. Ce ne sono almeno tre vicino a noi, facilmente raggiungibili attraverso stradine di campagna. Al primo arrivi seguendo un lungo terrapieno tra grandi alberi di acacie e tamarindi. I bambini giocano seminudi vicino ad una pozza d'acqua, le case si susseguono lungo la strada che ne forma l'asse principale. 

L'apparecchio TV
Sono costruzioni piuttosto complesse che presentano un lungo porticato antistante l'intero fronte strada e coi tetti ricoperti di coppi. All'interno generalmente trovi un grande cortile, anche circondato da un portico su cui affacciano tutte le stanze; di lato la zona dove sono confinati gli animali, qualche bovino che serve per il latte e per il lavoro dei campi. Alle pareti quadri di divinità, in un angolo un vecchio televisore ben protetto da una scatola di cartone. Ci vivono generalmente due o tre famiglie imparentate tra di loro. E' ancora mattino presto, ma in casa ci sono solo più anziani e qualche donna intenta a preparare chapatti per il pranzo. I bambini si preparano per la scuola, mentre quelli del turno pomeridiano invece giocano fuori. Le pareti esterne delle case sono tutte colorate di vivaci tinte pastello, azzurri carichi, verdi brillanti, ocre chiare. Spesso sui muri sono vergati con precisa attenzione gli slogan della politica, circondati dai simboli dipartito. Qui i manifesti elettorali costano troppo e si preferisce dipingerli direttamente sui muri, così rimangono più a lungo, inneggiando ai politici di turno. La gente ti riceve in casa senza problemi, ti offre una sedia e un assaggio di quello che sta preparando. Ci sono prodotti che seccano al sole, frutti raccolti nel bosco, baccelli di tamarindo. 

Lavatoio
Qualche donna stende al sole i panni appena lavati, altre strofinano le stoviglie con terra e cenere. Le ragazze con le divise scolastiche blu, con le camicette azzurre, si sistemano le lunghe trecce nere le une con le altre,pettinando a lungo prima, le lunghe chiome corvine. Fuori, sulla strada, senti uno strombettare allegro, arriva una grande motocicletta con appendici da ogni lato; è un vero e proprio negozio ambulante che gira per i paesi con le povere cose necessarie a chi non ha il tempo per andare ai lontani mercati, casalinghi, qualche pentola di varie dimensioni, prodotti per l'igiene, calze, forcine per capelli e tutto l'ambaradan, che vendevano gli ambulanti nei paesi dei nostri nonni. Al limitare del paese un gruppetto di ragazze staziona attorno al pozzo, una scusa per chiacchierare, chissà se spettegolando su qualche vicina assente. Appena fuori del secondo paesino, circondato sa una fila di alberi maestosi, tra i quali primeggia un grande banjan ombroso, sotto il quale sosta un vecchio forse in attesa della morte, c'è un enorme specchio d'acqua circondato da gradinate, che in questo periodo di secca sono quasi completamente scoperte. Diverse donne sui gradini al limite del lago, lontane dagli sguardi degli uomini, tutti lontani nei campi, si stanno lavando con cura; qualcuna, più lontana sbatte con furia su una pietra piatta stoffe colorate. 

Madwa Mahal
Cherki Mahal
Le risciacqua più volte detergendole dal sapone prima di riporle in una bacile di alluminio ed allontanarsi verso il villaggio, mantenendolo in equilibrio sula testa, con una deliziosa ed elegante andatura regale , da modella che sfila scalza su una passerella di terra nuda. Al limitare del terzo villaggio, c'è anche una scuola. I ragazzi piuttosto grandi escono tutti, facendoci grandi saluti, nel vederci passare. Nessuno li richiama all'ordine, forse la novità della giornata, forse è già l'ora della ricreazione. Nel bosco infine compaiono uno dopo l'altro, le altre costruzioni perdute, che assieme fanno parlare di complesso dei templi di Bhoramdeo. Dapprima il tempio di Istalic, piccola meraviglia, costruito interamente in mattoni, il cui rosso aranciato si scolora un poco quando il sole è ormai alto nel cielo, attenuandone l'intensità. Poi, isolato in una radura, il Madwa mahal, una sola isolata ogiva puntata verso il cielo, dalle costolature profondamente scandite, costruita attorno al 1300 d.C. per il matrimonio del re Ramachandra della dinastia Nagwanshi con la bellissima principessa Ambika. Forse proprio per questo motivo, reca sui muri del recinto esterno 54 formelle che riportano le posizioni più classiche del Kamasutra, diresti un auspicio o un libro di istruzioni indirizzato alla fertilità del matrimonio. 

Le formelle del Madwa Mahal
Chissà se quel piccolo regno aveva un ministro della famiglia che incitava i sudditi alla riproduzione con questi metodi, che magari potrebbero essere suggeriti nei moderni congressi che si occupano di questi argomenti. Infine il piccolo tempietto detto Cherki Mahal, che conserva al suo interno la pietra naturale non scolpita raffigurante un sacro lingam shivaitico. Poi un'ultimo villaggio, apparentemente più isolato e più povero. Una donna anziana che intreccia foglie secche trattenute da un cordino,  forse per formare un riparo al caldo che arriverà, pesante e insopportabile tra un paio di mesi; una donna che allatta seduta su un charpoi di corda malandato, sotto gli occhi amorevoli dell'altra figlia ormai grandicella, che apprende alla scuola della vita i suoi compiti futuri. Poi, mentre il sentiero si popola di una grande mandria di zebù dalle lunghissime corna lunate, che lo attraversa a passo lento, in cerca di erba più fresca, all'improvviso riappare nella radura il grande tempio nel quale stamattina all'alba abbiamo assistito alla puja, ormai deserto, popolato solo di scimmie, come una pagina del Libro della jungla. Il sentiero prosegue tra il frinire delle cicale, tra gli alberi del bosco. Non manca molto per raggiungere il nostro rifugio, nella calma piatta del mezzogiorno. Sotto il pergolato di buganvillee nel giardino il tavolo è già pronto. Qualche cosa bisognerà pur mangiare per recuperare le forze.

Prima della scuola


Al pozzo
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