sabato 27 aprile 2019

Andando per castelli nel parmense

Rocca Sanvitale a Fontanellato

Il cortile della Rocca Sanvitale
Bisogna proprio dire che questa è una terra straordinaria. Naturalmente voi ghiottoni penserete soltanto ai profluvi di parmigiano, salame, prosciutto e culatello, accompagnati dalle varie paste ripiene, la torta fritta e chi più ne ha più ne metta. Ma fatti non foste a viver come bruti, accidenti, pensate dunque anche allo spirito e a pascervi di bellezza e vedrete che qui ne avrete in abbondanza. Questa infatti è anche terra di castelli che punteggiavano la collina e la piana come una rete incredibile, per conclamare possessi da parte dei signorotti locali, che fin dal tardo medioevo si aggiravano da queste parti come cani da caccia che segnavano i territori, schizzando qua e là per manifestare la loro presenza. Nell'area dell'ex ducato di Parma e Piacenza, uno di quegli staterelli in cui si divideva il paese, quando ancora l'Italia era serva di dolore ostello, ne sono rimasti più di una ventina e uno più bello dell'altro, che rendono piacevolissimo percorrere le valli che scendono dall'Appennino e poi la bassa passando da uno all'altro per godersene le differenze e i molti ambienti interni che ancora conservano gelosamente. Oggi non voglio parlarvi dei più famosi, come Torrechiara o la reggia di Colorno, che da soli meriterebbero un post dedicato, ma di qualcuno che ingiustamente potremmo definire minore, quasi li prendessimo a caso.

Abbazia di S. Benedetto - Priorato
Visto che oggi siamo nella pianura che si stende a nord della via Emilia, cominciamo da Fontanellato, dove al centro del paese sorge la Rocca di Sanvitale, dal nome della famiglia che da castello difensivo presente già nel XII secolo, trasformò questo castellotto in fastosa residenza, abitandola per secoli, fino all'ultimo dopoguerra quando l'ultimo conte, rimasto senza eredi lo vendette al Comune. A pianta quadrata e ancora circondato da un maestoso fossato, il castello alza le sue torri mostrando loggiati eleganti, alcuni dei quali ancora riccamente affrescati. Le grandi camere interne ed i saloni di rappresentanza mostrano arredi e decorazioni davvero interessanti, ma la vera chicca dell'edificio è la camera del Parmigianino, vero gioiello prezioso che il conte Galeazzo Sanvitale affidò alle cure del giovane artista allora soltanto ventenne che lavorava nel Duomo di Parma alla scuola del Correggio, nel 1523, intuendone le grandi doti. L'affresco, che ricopre completamente il soffitto e la parte superiore delle pareti di una camera cosiddetta di meditazione e riposo, a cui si accedeva da una sola porta, racconta il mito di Diana e Atteone, circondato  con grazia da una teoria di deliziosi putti. La volta si apre al centro mostrando il trompe l'oeil di una ampio squarcio di cielo, secondo la moda lanciata dal Correggio.

Il templare Guidone Pallavicino
La camera si è miracolosamente salvata, dal costume di ricoprire il tutto di calce corrosiva, come avvenuto per le molte altre camere, durante le pesti ricorrenti, tra le quali la più pesante fu quella di manzoniana memoria, proprio per l'essere isolata dalle altre. Durante questi momenti infatti la porta veniva sbarrata a tutti e adesso ce la possiamo godere ancora perfettamente conservata. Altrettanto piacevole è il paesino che circonda il castello, magari lasciatevi pure affascinare dalla varie botteghe che offrono le specialità culinarie di cui vi ho già accennato, da asporto o da consumare direttamente ai tavoli, anche se non capirete bene se si tratta di gastronomie o gioiellerie. I ravioli vengono venduti a numero tanto per capirci. Anche all'intorno del paese potrete vedere cose interessanti, come il famoso labirinto verde di bambù della Masone di Franco Maria Ricci, il più grande del mondo e dal quale certamente non uscirete senza l'apposita piantina, per visitare le sue collezioni di arte. E ancora la parrocchiale di Santa Croce in paese o a un paio di chilometri, la chiesa di San Benedetto nella frazione di Priorato, abbazia benedettina con adiacente Canonica (aperta solo al mattino). A soli quattro chilometri poi a Fontevivo, c'è l'Abbazia Cistercense di S. Bernardo dall'ampio chiostro e l'imponente chiesa basilicale di impianto romanico.

Castello di Roccabianca

All'interno conserva una interessante madonna in trono attribuita all'Antelami e la bella e inquietante lastra tombale di Guidone Pallavicino, cavaliere templare, ricordato, oltre che per le sue celebrate gesta, soprattutto perché donò la corte all'Abate. Ma lasciamo Fontanellato per trasferirci, tra campi ubertosi di frumenti già alti e accompagnati dal verde accecante dei prati polifiti punteggiati di ranuncoli e margheritine in fiore, veri tappeti trapuntati che appagano l'occhio e che ospitano, perse tra i viottoli di campagna, piccole pievi come quella di San Genesio, a San Secondo Parmense, che ospita anch'esso un pregevole castello, la Rocca dei Rossi. In parte dirupato, ma che conserva una maestosa torre ed all'interno una superba sala, quella delle Gesta Rossiane, affrescata con storie dell'Asino d'oro di Apuleio, perfettamente conservate. Ancora un salto di neppure venti chilometri ed eccoci a Roccabianca, dove perfettamente tenuto nei suoi magnifici contafforti difensivi è un'altro gioiellini dei Rossi, costruito dal Magnifico Pier Maria Rossi. grande capitano di ventura che sembra avesse oltre cinquanta tra torri e castelli per segnare i propri territori, per l'amante Bianca Pellegrini, di cui vi verrà raccontata la triste ed incompiuta storia durante la visita. Non mancate di salire fin sulla torre centrale (un centinaio di gradini) da cui avrete una magnifica vista dell'Appennino e nelle giornate più limpide fin del Torrazzo di Cremona, che comunque coi sui 112 metri è il più alto campanile in muratura del mondo.


Rocca Meli Lupi - Soragna
Il castello è ora di proprietà delle distillerie Faled, noti produttori di Nocino e non solo, per cui il castello che mantiene ampie sale di rappresentanza, può mostrare anche, una bottaia di invecchiamento con spazio per la stagionatura dei culatelli, tanto per dire, anche se durante la mia visita, le catene pendevano miseramente vuote e nude, orfane del mirabile salume. Ma, oltre ad un piccolo museo della distilleria, anche una bellissima acetaia di balsamico, invecchiato qui per almeno 15 anni nelle piccole botticelle di dimensione calante, dove il pregiato prodotto viene trasferito di anno in anno. Nel negozio di rappresentanza potrete assaggiare ogni cosa, compreso qualche goccia del prezioso balsamico, vediamo poi se resistete dall'acquistarne almeno un boccettino (10 cl, 12 euro). Se avrete voglia e tempo potrete arrivare poi fino a Soragna dove al centro dell'abitato potrete trovare la Rocca Meli Lupi con i suoi spettacolari saloni splendidamente affrescati, dove sembra si aggiri ancora il fantasma disperato di Donna Cenerina, brutalmente assassinata dal cognato nel 1573. Già che siete qui non perdetevi l'interessantissimo Museo del Parmigiano che vi permetterà di conoscere da vicino tutti i segreti del re dei formaggi.

La Rocca dei Rossi - San Secondo


SURVIVAL KIT


L'acetaia della Faled
Rocca di Rocca di Sanvitale - Fontanellato - Aperto tutto l'anno salvo il lunedì - Visite guidate . Percorso completo 8 euro - Foto all'interno chissà perché vietate.
Rocca dei Rossi di San Secondo - San Secondo Parmense - Aperto da marzo a ottobre Sabato e domenica - Solo visite guidate di 1 ora - 6 euro
Castello di Roccabianca - Roccabianca - Da marzo a ottobre- Sabato e domenica. Solo visite guidate di 1 ora circa - 6 euro
Rocca dei Meli Lupi  di Soragna - Aperto tutto l'anno con orari diversi escluso il lunedì - Visite guidate - 6 Euro
Labirinto della Masone - Fontanellato - Aperto tutto l'anno tranne il martedì e con orari diversi. Intero 18 euro
Per gli orari precisi e i differenti prezzi dei biglietti, gruppi, ridotti , ecc. consultate i vari siti che vi ho linkato. Forse c'è anche un passi che permette di vedere tutti i castelli del circuito.

Madonna in trono - attribuita all'Antelami

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