martedì 27 aprile 2021

меланхолия



 Parlo spesso con una amico di Mosca, compagno di tante scorribande per la vecchia Unione Sovietica e oltre. Anche lui adesso è nell'età dei ricordi e, anche se più tranquillo essendo uno dei pochi cittadini russi ormai bi-iniettato di Sputnik, mi sembra un po' triste e di umore melanconico, quel classico sentimento russo, la меланхолия, che si crogiola in se stessa davanti ad un bel bicchiere di vodka da 100 cc. C'era una volta una fabbrica di vodka nel nord del Caucaso, sperduta in una di quelle repubblichette di cui nessuno conosce il neppure il nome, la Repubblica autonoma Karachaievo - Cherkieskaja, dove andavamo spesso a piazzare impianti di ogni genere, dato che i proprietari erano un vulcano di idee imprenditoriali nel selvaggio est economico di quel periodo, dall'imbottigliamento delle acque minerali di cui è ricchissimo quel luogo vulcanico, pensate che l'aeroporto è in una città vicina che si chiama appunto Acque Minerali, alla produzione di cioccolatini, per passare da una fabbrica di mobili o un allevamento di pastori del Caucaso. Gli abbiamo venduto anche un vagone di scatole per cioccolatini a strisce milaniste rossonere, dato che il proprietario ammirava moltissimo questa squadra. Pensate che, dato che avevano spesso ospiti, hanno anche comprato un albergo, tanto per accoglierli degnamente. Uno dei soci viveva in una specie di villa fortino con alte mura e torrette con guardie armate agli angoli. Il figlio un bimbetto di dieci anni, serissimo e sempre imbronciato, passava la sua giornata sempre con una guardia del corpo accanto, per timore di rapimenti, allora frequenti per i possidenti di quelle parti, con cui giocava a scacchi, suo unico sollazzo. 

на троих

Per la moglie, saputo che Alessandria era una città di argentieri dovemmo inviare una cassa di stoviglie per 40.000 $. La signora Sacco non sapeva più cosa metterci ed alla fine completò l'ordine con un set di pinze per prendere gli asparagi, di cui dovemmo spiegare l'uso, dato che laggiù gli asparagi non li avevano mai visti.  Le strutture locali sovietiche erano piuttosto basiche allora, anche se il mio amico si premurava di prenotarmi sempre una camera Liux all'Hotel Kimik di proprietà di una grande fabbrica di prodotti chimici che coi suoi fumi impestava l'aria di tutta la città. Per gli stranieri costava 50$, per i locali 1$, quella normale, обычный,  0,50$. Bene, detta fabbrica produceva, una vodka in confezione da 300 cc denominata, на троих,  Per Tre, appunto perché la razione minima quando ci si trova in tre amici attorno ad un tavolo sono i canonici 100 cc, anzi loro li considerano grammi. Qualcuno dice invece che il nome veniva da una espressione russa molto usata, appunto Per tre, dato che la vodka costava 2 rubli e 72 copechi e dando 3 rubli, nelle Stalovaje ti portavano anche il formaggio fuso. Molti allora erano abituati tornando dal lavoro a passare vicino al negozio e alzare la mano mostrando un rublo, segnale convenzionale che significava universalmente: Unisciti con un rublo per tre e la bottiglia veniva consumata rapidamente su un tavolo o nel parco vicino, una sorta di aperitivo. Proprio il mio amico mi ricordava sempre che il massimo per un uomo felice è essere seduto, la sera dopo il lavoro, nella propria casa su una bella e comoda poltrona con al fianco un bel bicchiere di vodka da 100 grammi. Forse adesso qualche problemino di salute gli impedisce di prendersi questo grande piacere e per questo motivo si sente un poco abbacchiato. In fondo però a noi, che siamo ormai imprigionati nel dover vivere di ricordi, basta anche soltanto questo, ricordi che ci sembrano sempre deliziosi e ricchi e carezzevoli, perché è proprio questa la bellezza della vecchiaia, poter farsi accarezzare dai ricordi. Ciao caro Zhenja e Buona Pasqua!


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

la vodka che bei ricordi ........
ora moglie mi consente di bere solo cidro di bretagna ( del carrrefour...)

Enrico Bo ha detto...

beh il sidro è sempre un bel bere, è ha il vantaggio che ne puoi bere molto di più

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