sabato 17 aprile 2021

Dittature e democrazie

 

da Europa.today 

Ho riflettuto qualche giorno sulla polemica seguita alla definizione data dal nostro Draghi al sultano turco, che sono meritevoli di attenzioni anche se, secondo me, di non facile lettura. Come prima cosa stento a credere che il nostro primo ministro, dato lo spessore del personaggio, che non è certo uno sprovveduto grillino qualsiasi o uno con l'elmo cornuto in testale, le abbia pronunciate senza averle attentamente valutate e che gli siano così sfuggite improvvidamente come una classica gaffe di inesperienza. Sarei più propenso a ritenere che le abbia dette con un fine preciso che tuttavia in questo momento mi sfugge. Certo gli sarà stato chiaro che ogni cosa detta a quel livello va ben al di là del discorso tra amici nel quale si può dire qualunque cosa e di certo ben di peggio. In questo caso, invece, le frasi pronunciate vengono attentamente valutate e centellinate con la lente di ingrandimento e comunque provocano reazioni le cui conseguenze a questi livelli, devono essere valutate prima. Personalmente, per quanto riguarda le relazioni internazionali, io sono molto pragmatico e dato che la maggior parte dei paesi del mondo è al momento in mano a regimi poco o molto autoritari, sono pregiudizialmente contrario alle dichiarazioni ufficiali pesanti, fatte per amor di firma, per soddisfazione personale o peggio per acquisire consenso interno, in quanto vanno generalmente a condizionare se non a danneggiare gli affari futuri che per il benessere del tuo paese devono avere più valore della semplice dimostrazione di orgoglio fine a se stessa utile solo a creare problemi. 

Preferisco dichiarazioni sfumate che lascino comunque comprendere il mio punto di vista, ma che non creino scoppi d'ira con conseguenti dannose ritorsioni economiche per una semplice ed alla fine inutile soddisfazione di orgoglio. Secondo me le professioni di idee per proclamare la difesa del proprio onore sono utili solo ai tromboni, molto meglio un bel sorriso come fanno i cinesi e poi ti fanno un bel pacco col fiocco, come predicato anche da Sun Tzu e la sua arte della guerra. In questo caso penso che il nostro leader avesse comunque in mente una qualche strategia laterale, chissà, magari esternare un precisa scelta di campo per aumentare la credibilità del paese in seno all'Unione, cosa di cui abbiamo sempre tanto bisogno dopo tante dichiarazioni di imbecilli negli anni scorsi. O chissà cosa altro, ad esempio nelle relazioni con gli USA. Nei fatti è vero che il sultano ottomano non è propriamente un "dittatore", essendo stato tecnicamente eletto almeno tre volte dal popolo (qui si capisce bene quali siano i problemi della democrazia, anche se probabilmente non è stato ancora trovato sistema migliore). Dittatore lo diventerà a tutti gli effetti quando avrà perso le elezioni e non mollerà il potere imponendolo con la forza dell'esercito; correttamente è stata definita come democratura questa soluzione autocratica comune in molti paesi. Qualche esempio, Venezuela, Ungheria, Bielorussia e Russia stessa assieme ad una infinità di altri paesi dove i capi dello stato sono stati eletti più o meno regolarmente. Proprio su questo ha fatto forza l'offesa risposta ufficiale turca. Esaminiamo invece i danni collaterali: ci sono quelli immediati del contratto di 70 milioni perso e soprattutto della messa in mora o quantomeno delle difficoltà delle imprese italiane che operano laggiù e dei 10 miliardi ci esportazioni che abbiamo verso quel paese. E' sperabile però che queste fiammate si spengano presto e non abbiano conseguenze esagerate anche perché con le difficoltà che già ci sono, non sarebbero davvero auspicabili. 

Personalmente almeno, sarebbe esiziale la mancata consegna delle nocciole che costituiscono almeno la metà della produzione di Nutella, cosa per me non del tutto trascurabile. Ma al di là della battuta, un danno a mio parere molto più importante deriverebbe dal fattore politico che ne può venire e sul quale è evidentissimo che il buon Erdogan cerca di fare leva. E' noto che, da un lato il leader turco aspiri ad una leadership del Mediterraneo orientale e ad aumentare l'influenza turca nei paesi dell'area (da Cipro ai Balcani, per non parlar della Libia, dove noi abbiamo forti interessi) e cosa ancor più importante abbia disperato bisogno di rafforzare la propria posizione interna, con il consenso in precipitoso calo a causa degli insuccessi economici recenti col crollo della lira turca svalutata di oltre il 20% negli ultimi mesi e si sa che la gente è molto più sensibile alla pancia che ai principi. E' infatti assolutamente in bilico la vittoria alle prossime e vicine elezioni, che in caso di sconfitta (cosa già avvenuta nelle tre principali città) lo metterebbe di fronte alla necessità di instaurare davvero una dittatura di forza, manu militari. Quindi per lui, arriva benedetto l'insulto che stimola la reazione, subito avvenuta e sottolineata, dell'orgoglio nazionalista, molto forte in Turchia, di stringersi attorno alla bandiera, che pare gli abbia fatto riguadagnare parecchi punti nel consenso popolare, sempre pronto ad apprezzare gli idioti che battono i pugni sul tavolo e a disprezzare chi con sapiente lavorio diplomatico ottiene invece i risultati. Dunque questo a mio parere sarà il danno più rilevante della dichiarazione, che comunque potrebbe anche essere destinata a perdersi tra le mille chiacchiere delle storie da telenovela, adesso quelle turche pare siano molto in voga, e ad essere superate dalla valanghe di successivi gossip, con buona pace di tutti.


Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

Nebbia bassa

5 commenti:

Unknown ha detto...

Draghi non è certo uno sprovveduto. Chiama Erdogan dittatore come Biden assassino Putin. Traccia una linea rossa come con il whatever it takes. E infatti già la Grecia si è accodata alzando i toni. Vogliamo parlare della risposta di Erdogan? In una conferenza in università non certo in un raduno "oceanico"

OLga ha detto...

buon fine settimana Enrico!

Barni ha detto...

Ma come? Ferrero non giurava di fare la Nutella solo con la Tonda Gentile delle Langhe e del Monferrato da 500 € al quintale, e non con le volgari e prive di gusto, ma economiche, "findik" turche?

Enrico Bo ha detto...

@Unk - Certamente non è uno sprovveduto, ripeto mi piacerebbe sapere cosa sottende la sparata che a tutta prima mi sembra solo aiutare il califfo invece di danneggiarlo. Ovviamente la Grecia nemico giurato si accoda, ma il resto dell'Europa fa finta di niente e si accoda. Erdogan dal canto suo non ha fatto raduni ma la piazza è al momento con lui.

@OLga - Anche a te carissima

@Barni - Ferrero ha sempre detto che tutte le nocciole italiane (non solo la Tonda gentile piemontese), coprono a mala pena il 50% del suo solo fabbisogno infatti sta incrementando la produzione nella zona di Viterbo. Solo il Capitone non aveva capito questa cosa e infatti si è fatta una delle sue solite figure di m.

Anonimo ha detto...

si vede che si sta arrivando ai ferricorti per la Libia.
Magari non opereremo piu' con la tecnica del buonismo e w l'europa a tutti i costi: a dire si a tutti, tanto passi solo da piciu

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!