mercoledì 15 ottobre 2025

Azer 1 - L'arrivo

Azer Airlines


Quando lavoravo, in un altra vita, nel mondo agricolo dei Consorzi agrari, c'era una bella frase che si scriveva nei contratti sulle merci che arrivavano via mare. Si doveva infatti obbligatoriamente scrivere nelle clausole: Al felice arrivo della nave xyz al porto di xyz. Una frase che è un poco una via di mezzo tra l'augurio di buona sorte e lo scongiuro della disgrazia che incorre nei rapporti mercantili. Certo che se il naviglio naufragava, la derrata non poteva essere consegnata e questa clausola esentava così il venditore dal dover riparare il danno della mancata consegna, lasciandogli la possibilità di invocare la cosiddetta Force majeure. E così eccomi qua, visto che invece la mia nave volante è felicemente arrivata e ormai non posso continuare a sottrarmi ai miei doveri di raccontatore di storie, che ormai mi è consona ed è diventata un obbligo a cui non riesco più a sottrarmi, per la verità talvolta anche benevolmente richiesto quando non pressato amorevolmente dai tanti amici che mi circondano. Quindi chiuso il viaggio che mi ha portato a percorrere l'ennesimo tratto della Via della seta, un logo che oramai mi perseguita e che spero continuerò ancora a calcare anche il prossimo anno, ecco che sono in grado di riprendere un discorso lasciato solo temporaneamente in sospeso, quando lo scorso anno lasciai lo straordinario spazio del Caucaso.

Ero allora rimasto orbo di una piccola parte mancante e che quindi andava giocoforza riempita, non tanto per apporre solamente, con spirito collezionistico, una spunta ad uno spazietto bianco ancora libero della carta geografica, tanti ancora ce ne sono, ma soprattutto per completare il racconto su uno straordinario territorio così ricco di storia, di arte e soprattutto di contrasti, celati tra montagne selvatiche e misteriose, spazi desertici e purtroppo niente affatto sconfinati, ma anzi, con la presenza costante e spesso dolorosissima di confini destinati come sempre a produrre contrasti e tragedie, sempre pronti a ripetersi nel tempo, visto che la storia nulla insegna e comunque viene sempre riscritta, edulcorata e parziale, da chi vince e sto parlando anche di storia molto recente. Dunque ecco che una casualità, poi mica tanto casuale, visto che da un'annetto la curavo continuamente seguendo piste diverse sul web, mi ha fornito l'aggio di perseguire il progetto in questo delizioso autunno che i cambiamenti climatici o quello che sono, hanno reso estremamente piacevole. Dunque, tanto per non menare il can per l'aia, come mio solito, ecco che è saltato fuori un volo particolarmente scontato per l'Uzbekistan, meta che ho scoperto essere diventata incredibilmente di moda, che, essendo operato da Azerbaijan Airlines, consentiva, praticamente senza aggravio di costi, uno stop over, che io ho reputato sufficiente (ma non potevo far di più), proprio in quell'Azerbaijan che mi mancava per concludere l'epitome caucasica.

In verità mancherebbe ancora un capitoletto sull'Abkhazia, che non è escluso si possa ancora fare in seguito, non appena ne avrò, se ne sarò ancora in grado, l'opportunità (la strada mi è già nota comunque e le modalità anche). Questo mi consente di portare a termine la mia consueta falsa guida riguardante questa terra misteriosa e (un tempo) poco battuta di una Colchide favolistica, terra di miti lontani e congerie di popoli che hanno passato gli ultimi duemila anni a darsele di santa ragione. In pratica l'occasione era ghiotta, anche perché essendo questo un paese tutto sommato a basso costo e risultando il trasporto aereo quasi gratuito, mi ha consentito di compiere la tappa con un aggravio finanziario davvero risibile, tanto per capirci, questa tappa è venuta a costare attorno ai 300 € a testa, tutto compreso. Inoltre se è vero che io già conoscevo l'Uzbekistan per motivi lavorativi, che tuttavia mi aveva consentito di vedere assai poco ed inoltre in un altra epoca, aggiungeva un oggetto del desiderio assai gradito ai miei accompagnatori che infatti hanno accolto la mia proposta con un certo entusiasmo. Dunque esaurita la prima tappa di cui vi parlerò a suo  tempo, ecco che, tanto per cambiare nel cuore della notte, le ruote della nostra nave volante strisciano finalmente l'asfalto dell'aeroporto di Baku, meraviglia di una modernità ormai ineluttabile per tutti i luoghi baciati dal petrolio e dalla volontà di mettersi al pari coi tempi, che più non ci stupisce essendoci già passati all'andata. 

Intanto il fasto e le linee sinuose che le moderne archistar gli hanno conferito, ti fanno subito comprendere che siamo in un paese ricco dove sono arrivati i tempi della spesa facile per mettersi al passo coi tempi, poi benché si stia parlando di un paese che negli ultimi tempi non ha vissuto momenti molto tranquilli, tra guerra appena conclusa, rapporti fragili con ingombranti e potentissimi vicini ed una situazione di cosiddetta democratura (il presidente è il figlio del primo presidente dopo l'indipendenza) che impone comunque sistemi come si dice, spicci, nella soluzione delle cose, l'ingresso, con il conseguente attraversamento della frontiera, dall'area in fondo sempre extraterritoriale dell'aeroporto, si rivela sorprendentemente semplice e privo di lungaggini. Niente formalità doganali, né fogli da compilare e anche il visto obbligatorio, ma ottenuto rapidamente via web, rimane un foglio aggiunto distrattamente al passaporto ed a malapena guardato. Il poliziotto che sta al di là del vetro alle 4 di mattina, ti inquadra per la foto automatica e appone il timbrino con polso stanco e privo del rigore classico di quei begli stati autoritari che c'erano una volta. Altro sintomo, al baracchino di cambio appena fuori mentre aspetti le valigie, arraffano i tuoi Euri e ti rifilano i Manati corrispondenti senza neppure chiedere il passaporto, segno che una certa burocrazia inutile è ormai stata bypassata. 

Una cosa strana è che all'arrivo, come si pensa sia logico, non si vedano banchetti che offrono le ormai onnipresenti Sim locali, senza le quali non  puoi più muoverti nel mondo; necessarie, visto che il nostro analfabetismo digitale che aggredisce in massima parte noi vecchietti, non ci ha consentito, leggi non siamo stati capaci, di caricare una eSim analoga a quella che invece ci aveva così ben servito nella precedente tappa uzbeka. Insomma tutto ok, quindi assonnati ma assolutamente tranquillizzati dall'andamento delle cose, fuoriusciamo dallo spazio aeroportuali convinti che anche questa volta abbiamo fatto le scelte giuste. E qui ci aspetta subito la prima delusione. Infatti del tassista della cui presenza mi ero così tanto raccomandato presso il contatto dell'hotel che avevamo prenotato, non c'è traccia. Cerco invano da ogni parte il grato cartello recante il tuo nome anche storpiato, ma in chiare lettere, accoppiata ad un bel viso pacioso e sorridente, che quando arrivi in un nuovo aeroporto ti fa sentire subito accolto e sotto l'ala protettrice di qualcuno che sa di te e ti aspetta per condurti a salvamento, ma niente da fare; come si dice nel freddo gergo degli operatori turistici: No show. Avrei dovuto sospettarlo visto che il contatto con l'hotel, che sembrava sufficientemente titolato, era stato decisamente difficile.

Infatti all'inizio non mi avevano risposto in nessun modo, né nell'apposita casella di contatto del loro sito, né via mail, né in tutti gli altri metodi consueti e solo dopo un sollecito ad Expedia si erano decisi a rispondermi con un laconico whatsapp, che si è rivelato appunto inutile carta elettronica straccia, che diceva di non preoccuparmi. Va beh, in questi casi non c'è comunque mai da aver timore, forti del biglietto di prenotazione, del grano in  tasca e della lingua in bocca, prendiamo il primo taxi della fila, una curiosa macchina elettrica di certo cinese, fatta  a somiglianza dei taxi inglesi, ma coloratissima che marcia comunque a tassametro, quindi tranquilla e via nel cuore della notte verso il centro della città. Il nostro autista fa una certa fatica a trovare la strada segnata sul foglio, segno che l'hotel non è tra i primari e tra i più conosciuti di Baku, ma alla fine si dirige con una certa sicurezza lungo le strade spaziosissime e pluricorsia che portano nel cuore della capitale. Sfilamo una serie di grattacieli che ormai disegnano la skyline di ogni città pregna della moderna ricchezza e ne scandiscono il fasto e si potrebbe dire l'orgoglio di essere una delle partecipanti a questa sagra del lusso moderna e qualche volta un po' pacchiana e raggiungiamo le vie centrali di quella che è la Cosiddetta città nuova, quasi ai margini di quella che invece identifichiamo come la Città vecchia. 

E' una filata veloce, vista l'ora praticamente sgombra dal traffico che invece troveremo costante nei prossimi giorni, ma che è così gradita quando hai invece gli occhi che si chiudono dal sonno e vuoi solamente arrivare all'agognata destinazione, che facciamo ancora un attimo di fatica a trovare visto che è sì, sul corso, ma affiancata da una serie di altri due o tre alberghetti come il nostro, decenti anche se non troppo appariscenti. Licenziato il tassista che comunque sui rivelerà assolutamente onesto, visto che è costato la metà di quanto previsto per il transfert non avvenuto da parte dell'albergo, quindi meno male, accediamo finalmente al nostro bancone, che temevamo ancora chiuso, vista l'ora, siamo arrivati prima delle 5 del mattino e nei tre stelle non si sa mai, anche se questo vantava, l'apertura costante di 24 ore, ma visto che non aveva dato buoni segnali nella gestione del transfert, non si sa mai, però troviamo tutto in piena attività, visto che questa è evidentemente un'ora in cui i voli arrivano come le mosche ed infatti ci sono diversi ospiti appena sbarcati a cui vengono distribuite le chiavi. L'albergo si rivela essere tutto sommato molto carino e in linea con le attese, le pratiche svolte velocemente e dopo pochi minuti dal nostro arrivo eccomi dunque stramazzare tra le candide lenzuola del mio lettuccio, come corpo morto cade. Rimandiamo a domani ogni velleità di programmazione e lasciamoci prendere tra le braccia di Morfeo, che ci incateni al letto almeno per qualche ora, visto che diciamola tutta, non abbiamo più l'età per questi strapazzi.


SURVIVAL KIT

Parcheggio Malpensa - Questa volta abbiamo scelto GP Parking, Via del Ticino 10, Somma Lombardo, VA, che offriva una tariffa di 49,99, abbandonando dopo anni il Ceriapark dell'albergo Mariuccia dato che ha aumentato vistosamente i prezzi, diventando decisamente non competitivo sui viaggi brevi, dato che il prezzo vienen computato applicando un fisso iniziale, arrivato a75 € + 1 € al giorno, (in questo caso arrivando a superare addirittura i 90 €). Il servizio è stato in linea con i requisiti del caso

Volo - Azerbaijan Airlines con stop over proveniente da Taskent, meta primaria (Andata Malpensa - Baku- Taskent e ritorno Taskent- Baku - Malpensa). Costo andata 340 € + bagaglio in stiva 70. Analogo per il ritorno Taskent- Baku - J2 532 delle 2:20 (arrivo alle 4 del 7-10) e Baku - MPX  - J2 035 delle 07:10 (arrivo alle 10:25 del 12-10).

Hotel Parkway Inn - Jafar Jabbarli 29, Baku - 3 stelle Trovato casualmente su internet, si è rivelato molto buono in riferimento alle aspettative. Camere piccoline ma pulite, moderne e ben dotate. AC, grande TV, free wifi ben funzionante in camera. Dotazioni bagno ottime. Cassaforte e pantofole. Letto normale. Cambi regolari. Due bottiglie di acqua in camera ogni giorno e frigorifero. Moquette pulita, lo dico per chi non  la ama. Colazione non ricchissima ma adeguata (omelettes su richiesta). Addirittura piscinetta e Spa inclusi nel prezzo di cui non abbiamo usufruito. Anche se sei leggermente fuori orario qualcosa ti danno. Aiutano e danno indicazioni per reperimento tassisti ed escursioni. La posizione non è ideale e per arrivare in centro e la zona di vita pedonale ci vogliono quasi 2 km. Sceglierei per questa ragione una cosa più vicino alla Fountains Square. Prezzo ottimo: la doppia 36,50 € inclusa colazione, le tasse che ci segnalavano avremmo dovuto pagare in struttura non ci sono state richieste anche se erano poca roba. Aperto 24 ore. Nessun problema se arrivate ad ore strane. Non affidabile per la presa in aeroporto e per i contatti. Comunque consigliato.




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