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martedì 17 dicembre 2024

Caucaso 37 - 75 Motivi +1 per andare nel Caucaso

Ushguli . Georgia - maggio 2024

 

A conclusione del giro di sensazioni che spero di essere riuscito a trasmettervi sul Caucaso entrando un po' più a fondo nei suoi aspetti storici, naturalistici e culturali, mentre penso che tra le righe sia passato il sottile e pervasivo desiderio di riuscire un giorno a visitare anche tutte le altre zone che, per varie motivazioni, soprattutto logistiche, ho dovuto forzatamente tralasciare e che indubbiamente  valgono la pena di essere più a fondo indagate, stimolandovi comunque al viaggio, vorrei fare, come al solito, un piccolo elenco di cose imperdibili di questo paese o che, se la volete mettere giù in altro modo, valgono la pena di sobbarcarsi le ore di volo che sono necessarie a raggiungere quella terra non così lontana nello spazio, ma così differente ed intrigante.

  • Arrivare all'alba a Tbilisi cogliendo la città addormentata
  • Fare colazione in un piccolo caffè turco apprezzando i dolcetti tradizionali
  • Camminare nel quartiere georgiano apprezzando le costruzioni storiche
  • Rifare la colazione all'ostello Fabrika tra frikkettoni e lusso incombente
  • Guardare un panettiere che mette le forme di pane nel forno tradizionale e le estrae calde e fragranti e mangiarne un pezzo
  • Ammirare i bovindi e i balconi in legno tradizionali delle case più antiche
  • Guardare le acque limacciose e tumultuanti del fiume Kura dalle mura della città
  • Guardare all'insù per apprezzare meglio la cupola dorata della cattedrale nel quartiere armeno
  • Bere un bicchiere di Kidzmarauli profumato e sorridere alle belle ragazze con le coroncine di rose che visitano la chiesa di Metheki
  • Spaziare sulla città dall'alto del castello e della cittadella sotto la statua della madre Georgia
  • Scendere il canon che porta alle antiche terme ammirando gli arabeschi della facciata
  • Mangiarsi un gelato al vino nel tunnel del mercato dopo aver visto chiese e sinagoghe
  • Mangiare khinkali e khachapuri in una trattoria con un calice di vino bianco
  • Visitare il santuario di Santa Nino e assistere all'adorazione della sua tomba da parte dei fedeli
  • Degustare vini e chacha in una cantina di un allegro produttore di Sighnaghi
  • Bere un succo di melagrana spaziando dalle mura sulla valle del Kakheti
  • Aggirarsi nella fortezza di Anamuri tra torri e chiese
  • Stupirsi davanti all'incontro di due fiumi Aragvi che non vogliono mescolare le loro acque
  • Superare alti passi innevati per arrivare al confine con l'Inguscezia
  • Rimanere a bocca aperta davanti alla chiesa della Trinità di Girgeti dietro il massiccio del Khazbek
  • Mangiare il più buon pane del mondo in una trattoria di Stepantsminda
  • Camminare sulle lunghe mura della fortezza di Rabati visitandone il ricco museo
  • Perdersi tra le grotte della città sotterranea di Vardzia
  • Cercare di individuare gli affreschi sbiaditi che raccontano la grandezza della regina Tamara
  • Percorrere le valli solitarie e nascoste dello Javakheti per arrivare a Kutaisi
  • Camminare sul selciato del centro storico bagnato di pioggia  tra vecchie case e ristorantini accattivanti
  • Visitare la bella città tra chiese antiche, mercati e parchi
  • Sgranocchiare una churchkhela mentre si passeggia sul lungo fiume senza rompersi un dente
  • Visitare il monastero di Gelati anche se i preziosi e famosissimi affreschi sono in restauro
  • Affascinarsi davanti alle foreste infinite che circondano il piccolo monastero fortezza di Motsameta
  • Prendere parte ad una cooking class nell'agriturismo preparando con kla signora Shoreka e poi sbafandosele, ricche badrijani e succulente khacharuri
  • Risalire le valli montagne verso Mestia su una marshrutkha chiacchierando con una turista di Shenzen col traduttore del telefonino
  • Transitare a pochi chilometri dal confine con l'Abkhazia e non poterci entrare
  • Percorrere le strade ed i sentieri tra i paesi più isolati dello Svaneti tra antiche torri e musei contadini
  • Cercare di salirne una e camminare nel fango tra maiali e ghiacciai
  • Suonare la campanella della chiesetta di Ushguli 
  • Guardare stupito le pareti del monte Dzhangi- tau coperte di neve
  • Ammirare nel museo le vecchie foto di Vittorio Sella passato di qui quasi cento anni fa che raccontano la valle quasi uguale ad oggi
  • Scendere dalla montagna al mare fino a Batumi, la sedicente Dubai georgiana
  • Percorrere tutta la passeggiata tra improbabili palazzi, finte torri di Pisa e Colossei volenterosi
  • Commuoversi davanti al monumento all'amore di Ali e di Nino
  • Percorrere le spettacolari grotte di Prometeo
  • Entrare nel recinto dell'imponente monastero di Mtskheta alla ricerca della tunica di Gesù
  • Guardarlo anche dall'alto della collina cercando di non farsi portare via dal vento che soffia tra gli androni del piccolo monastero
  • Prendere il treno notturno che ti porterà da Tbilisi e Yerevan senza sbagliare binario
  • Aprire il finestrino all'alba a trovarsi di fronte allo spettacolo del monte Ararat incappucciato di neve rosata
  • Girare per il centro di Yerevan risalendo la gradinata della Cascade e apprezzandone le opere d'arte esposte
  • Girare per il GUM cercando di resistere all'acquisto compulsivo di frutta secca, fragole, ciliegie e formaggi
  • Guardare le rovine di Erebuni e il suo museo imparando la storia antica armena
  • Sedersi tra le rose del giardino della moschea blu respirando aria di pace
  • Rimanere attoniti davanti alla perfezione del tempio di Garni
  • Percorrere la strada sotto la volta naturale di basalto nero della Sinfonia delle pietre
  • Stupirsi davanti al fondovalle di pietra rossa che circonda il monastero di Novarank
  • Meravigliarsi davanti alla bellezza delle antiche khrachkhar scolpite nella pietra
  • Spiare il confine turco dal monastero di Khor Virap con lo sfondo dell'Ararat
  • Stupirsi davanti alla sfilata dei pali della luce con in cima i grandi nidi delle cicogne
  • Percorrere il Vorotan pass e gli spazi infiniti degli altipiani che portano alla Persia
  • Camminare tra gli inquietanti menhir bucati del sito di Zorats Karer
  • Osservare gli strapiombi della valle dalla funivia del Tatev per arrivare al monastero 
  • Scavallare il solitario passo di Selim e prendere il caffè davanti al caravanserraglio di Orbelliani, immaginando che qui sia passato Marco Polo
  • Stupirsi della bellezza del lago Sevan tra le croci antichissime del cimitero di Noraduz
  • Guardare l'arcobaleno sul lago dopo la pioggia dalla collina della penisoletta del monastero di Sevanavank
  • Trascorrere una sera tra le vecchie case di Dilijan
  • Godersi la sfilata di monasteri lungo la valle che scende verso Debed
  • Bere una chacha da 62° distillata da un insegnate in pensione che non ti lascia più andare via
  • Percorrere tutta la valle dei villaggi dei Molokhans discendenti dei deportati russi 
  • Conoscere l'archeologia industriale delle miniere abbandonate di Alaverdi
  • Godersi il centro di Gyumri con le sue bellissime case di tufo nero
  • Visitare gallerie d'arte e la cattedrale ricostruita dopo il terremoto
  • Mangiarsi un paio di deliziosi ponchik sulla piazza principale
  • Ammirare ancora una volta la città dal castello nero
  • Aggirarsi tra i giardini e le costruzioni del Vaticano armeno a Echmyadzin
  • Ritornare a Yerevan per visitare i quartieri non ancora visti e brindare visitando la storica fabbrica del brandy Ararat
  • Visitare con grande commozione il museo del genocidio sulla cima della collina e guardare per l'ultima volta la città dall'alto
  • Gustarsi ancora il meraviglioso e ricchissimo museo della storia dell'Armenia 
  • Assistere ad una festa in costume di tutte le regioni del paese

ed infine
 
  • Dare l'addio a Yerevan dopo avere finalmente mangiato la colossale fetta di torta millefoglie del famoso ristorante Lavash.



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lunedì 16 dicembre 2024

Caucaso 36 - Come andare

Georgia - grotta di Prometeo - maggio 2024

 

Cittadella di Tbilisi

La preparazione di un viaggio nel Caucaso, secondo me non presenta particolari difficoltà. E' una meta vicina, dove le comunicazioni non sono problematiche, dalle abitudini prossime a quelle europee e tutto sommato a basso costo anche per un paese il cui potere d'acquisto è in continuo calo, come il nostro. Naturalmente a parte la situazione geopolitica al momento in bilico, in particolare in Georgia, che potrebbe anche avere bruschi mutamenti in tempi veloci e che quindi deve essere monitorata durante la programmazione, senza tuttavia fasciarsi troppo la testa in quanto le notizie che arrivano sono sempre ampliate anche troppo e considerando che fin che non si spara per le strade, i paesi sono abbastanza sicuri e visitabili. Intanto arrivarci in aereo è piuttosto agevole per quanto riguarda i prezzi, approfittando delle varie low cost che propongono voli nelle varie capitali attorno ai 50 Euro a tratta e anche meno, basta approfittare delle occasioni monitorando i vari siti. Solo Baku, al momento mi sembra penalizzata, ma le cose possono mutare rapidamente. Certo si è sottoposti alle varie tagliole di queste compagnie ballerine che possono sballare tutto cambiando orari o annullando voli, ma comunque meno male che ci sono. Poi bisogna preparare itinerari confacenti alla situazione, come ho detto in continuo divenire. Ad esempio al momento mi sembra ci siano problemi a unire Azerbaijan e Georgia e men che meno Armenia. 

Tbilisi Chiesa armena

Per l'Abkhazia, bisogna richiedere speciali permessi, come vi ho detto da parte di qualcuno del posto, almeno un paio di mesi prima, mentre per l'Ossezia. al momento non c'è possibilità di accesso da sud e anche il Nagorno Kharabagh, che per la verità ormai non esiste più, è ugualmente chiuso e impercorribile. La parte nord del Caucaso poi, è tutto territorio russo e al momento è piuttosto complicato da organizzare se non partendo da Mosca o arrivandoci coi propri mezzi e traversando il Caucaso ad esempio al valico di Vladikavkaz, raggiungendo così l'Inguscezia e da lì procedere nelle altre repubblichette parzialmente autonome. Quindi per chi se la sente c'è anche la via di terra dall'Italia, che implica tempi lunghi, ma durante il nostro giro abbiamo incontrato un sacco di gente che ha percorso la via greco-turca, attraversando il confine georgiano per poi percorrere coi propri mezzi magnifici itinerari, quando non proseguire in Russia per arrivare ad altre più lontane mete, ma qui si tratta di viaggi di lungo corso che implicano disponibilità e tempistiche diverse, se pur fattibilissimi e che io per primo sognerei di fare. Per i tempi direi che da due a tre settimane consentono di avere una buona visione di Armenia e Georgia; per l'Azerbaijan calcolate almeno una settimana in più. Spostarsi nei diversi paesi presenta molte soluzioni, incluso l'affitto dell'auto molto comodo ed economico. 

Se invece vi appoggiate a qualcuno o decidete di spostarvi in autonomia ci sono diverse possibilità. Il più economico naturalmente è quello dei mezzi pubblici con le marshrutkhe, minibus da circa 15 posti che collegano ogni punto dei paesi, sono frequenti, ma naturalmente impediscono di fermarsi a vedere cose durante il percorso. E' la classica soluzione da backpackers giovani o finti tali, con tutti i suoi vantaggi e svantaggi, tuttavia in molti casi utilissima. In città o nelle vicinanze ci sono i taxi o la versione locale di Uber che si chiama Yandex, scaricate l'app, molto economici, in alcuni casi se siete in quattro concorrenziali con la metro o i bus cittadini. Poi c'è la soluzione più comoda ma cara della macchina con autista con cui concordare un itinerario personalizzato. Anche qui bene se potete dividere i costi, ma siamo sempre tra i 50 e i 100 $ al giorno. Certamente però è il sistema con cui si vede di più e si evitano le perdite di tempo, per cui se fate un conto preciso che tenga conto anche dei giorni effettivi che si vanno a risparmiare, è un modo ragionevolmente concorrenziale. Tra Georgia e Armenia, il consiglio è quello di passare in treno, comodo ed economico, che consente anche di guadagnare una notte di albergo. Rimangono da decidere le soluzioni abitative. Come ovvio ci sono alberghi di tutti i livelli, ma anche i 2/3 stelle sono generalmente ottimi con prezzi assolutamente abbordabili. 

Basalti a canne d'organo

Al momento vanno anche molto gli appartamenti, anche per una notte, che hanno prezzi ancora inferiori e che funzionano un po' come gli Airbnb, naturalmente non presidiati, quindi con qualche problema logistico in più. Sotto c'è ancora una vasta scelta di ostelli con sistemazioni più precarie. Per mangiare, molte opzioni offrono la colazione; per il pranzo, al fine di ottimizzare i tempi, suggerirei le molte soluzioni offerte dai cibi di strada presentissimi nei vari mercati che troverete per le vie della città o le moltissime food court che sono sorte lungo le strade di comunicazione. Alla sera vasta scelta di ristoranti per tutte le tasche. Per l'organizzazione generale del viaggio non rimane che seguire le vostre esigenze. Certo se non volete sbattervi e lavorarci su smanettando su internet per un bel po', rimane l'agenzia tradizionale sotto casa, che ovviamente ha viaggi standard e ha logicamente i suoi costi e che oggi offrono generalmente viaggi dalla settimana ai 10 giorni tutto compreso, oppure dell'agenzia in loco che generalmente è più disposta a offrirvi tour tailor made, dopo che gli avete descritto le vostre esigenze ed i vostri punti imperdibili da inserire nel giro. Io come vi ho detto mi sono affidato all'amico Gianluca, armeno di adozione e grande conoscitore del Caucaso e non solo, sia dal punto di vista storico-culturale che turistico, che vi consiglio caldamente (Le coordinate  per contattarlo sono: https://www.facebook.com/gianluca.alex.proietto - Gianluca Proietto  e Su Istagram: Haikmedia. Poi rimane il fai da te completo, fattibilissimo naturalmente ora che con i vari supporti telematici, si può investigare, fissare, prenotare qualunque cosa e dovunque in giro per il mondo. Altri suggerimenti generici non ne ho, salvo che augurarvi un buon viaggio in questa interessantissima parte di mondo.

Al confine russo


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mercoledì 11 dicembre 2024

Caucaso 34 - Considerazioni finali

Monte Ararat - Caucaso - maggio 2024
 

Un altro viaggio è stato portato a termine. Detta così sembra quasi un lavoro, un destino da compiere, una impresa che pesa sulle spalle, della quale è necessario scrollarsi di dosso il fardello, in un modo o nell'altro, invece del grande piacere che è per me, il progettarla e condurla poi a buon fine. Ma come dicono a Genova: chi nu chanze nu' tetta e così a me piace fare. Era questo un itinerario che mi frullava in capo da anni, conscio dell'interesse naturalistico e della grande importanza storica di questa regione per noi Europei, assieme al resto dell'intera umanità, che da qui ha tratto molti dei suoi fondamenti, visto che proprio qui è cominciata la parte storica della nostra specie. E' un territorio variegato ed estremamente complesso che avevo cominciato ad investigare tanti anni fa al tempo del mio lavoro nelle terre sarmatiche e che mi aveva dato il privilegio di vivere il momento storico della dissoluzione di un impero, proprio mentre percorrevo in lungo ed in largo la parte settentrionale di questo Caucaso litigioso e chiuso in se stesso. Già allora mi stuzzicava l'idea di superare quella cresta di montagne immense e misteriose e di spingermi a sud di Dambai, con la sua piramide spigolosa e quasi verticale e dell'Elbrus dalle curve asintotiche, attraverso le quali la montagna si confondeva con la pianura, legandosi ad essa in una infinita coltre di neve, ma non ce ne fu mai l'opportunità e quindi in tempi recenti il mio desiderio era quello di percorrere anche queste terre per valutarne differenze e similitudini. 

Il viaggio era già pronto dalla fine del 2019 e solo la peste del mesi successivi mi impedì di concretizzare la cosa, quando già ero sul punto di acquistare i biglietti e far partire le prenotazioni. Solo quattro anni dopo così, sono riuscito a far ripartire il progetto, che tuttavia ha potuto svolgersi solo parzialmente rispetto all'idea originale. Infatti dei sei territori che avevo in mente di toccare solo due, certo i più importanti e sicuramente interessanti, ho potuto aggiungere alla mia personale lista. Infatti il progetto, oltre naturalmente alla Georgia ed all'Armenia, prevedeva di passare una settimana anche nel vicino Azerbaijan e di toccare il territorio del Nagorgo Kharabagh, ma la recentissima guerra, in pratica ancora calda, mi ha obbligato a posporre il primo a data da destinarsi (ma lo farò, state pur tranquilli, non appena un collegamento aereo a prezzo umano me lo consentirà), mentre tristemente ho dovuto constatare che il secondo non esiste più, cancellato dalla carta geografica assieme alla maggior parte dei suoi abitanti, dalle violenze e dall'invasione del prepotente vicino, che se lo è annesso con la forza delle armi. Avrei voluto poi fare anche un passaggio in Abkhazia e in Ossezia del sud, scoprendo che però, la seconda è assolutamente impenetrabile al momento, mentre per la prima, per visitare la quale ci sarebbe una possibilità, bisognava partire con la richiesta di permessi, conoscendo però bene le vie per farlo, diversi mesi prima. 

Per cui anche per questo punto la cosa, anche se adesso conoscerei la strada attraverso l'amico Gian Luca che mi ha così bene introdotto in questo mondo, ha dovuto essere sospesa credo sine die. Ma veniamo al tirare le somme concrete di questa avventura. Un viaggio tutto sommato facile da svolgere, specialmente se ti appoggi a qualcuno che conosce bene il territorio e ti spiana la strada evitando perdite di tempo e soprattutto operando una scelta corretta tra le cose imperdibili da vedere in base al tempo che hai a disposizione e devo dire che le quasi tre settimane che gli ho dedicato sono state un giusto compromesso per farsi un'idea abbastanza completa di questo territorio che, se pur ha una sua decisa unità di fondo come tematiche generali, presenta tuttavia una tale variegazione di punti di interesse diversi da dimostrarsi fitto di appuntamenti, di cose da vedere, di situazioni storico politiche da interpretare. I punti da sottolineare sono moltissimi e vanno presi nel loro insieme per tentare di capire questa area del mondo. Innanzitutto non si può non partire dagli aspetti storici e geopolitici che affondano nei millenni, visto che qui ha preso le mosse la civiltà mediterranea. Questa è nel suo insieme, la Colchide di cui già i Greci favoleggiavano e descrivevano nei loro miti e verso la quale mandavano eroi a carpire segreti. Qui sono nate le prime scoperte dell'umanità dallo sviluppo dell'agricoltura alla lavorazione dei prodotti e soprattutto alla sua industrializzazione, che ha contagiato poi tutto il mondo dell'antichità. 

Questa importanza è stata quindi alla base di tutti i contrasti etnici, politici e religiosi che per millenni hanno percorso con un incredibile andirivieni di popoli diversi questa regione del mondo, lasciando come strascico una ricchissima presenza di differenti gruppi etnici, che sono rimasti spesso ben separati e distinti, presentando ancora oggi punti di estremo interesse per il viaggiatore interessato a questi aspetti. E' comunque una terra posta su un passaggio importante della via della seta, quindi ulteriore ragione per presentarsi come crocevia di popoli e non già luogo trascurato e marginalizzato nei commerci del mondo, cosa che come sempre, produce in un'area un fertile terreno di crescita anche culturale. Questa ricchissima storia fa sì che innumerevoli siano i siti da vedere, che conservano tracce di tutte le epoche, regni ed imperi che si sono succeduti, un panorama di bellezze ed un ventaglio architettonico in cui anche il succedersi di un bel caleidoscopio di religioni diverse, ha arricchito a dismisura. Ci sono poi le meraviglie di una natura che nonostante tutto è rimasta ancora selvatica ed estrema in molti suoi tratti, essendo questo il ponte di passaggio dalla particolareggiata Europa agli spazi infiniti dell'Asia. Infine è la storia recente che aggiunge un ulteriore punto di interesse a questi paesi, con i drammi che vanno dal genocidio Armeno alle guerre più recenti, alla pressioni dell'ingombrante e sempre più prepotente vicino del nord, al desiderio di affermazione di quello dell'ovest e infine dalle spinte sempre presenti della brama di egemonia persiana sciita a est. 

Un mix di tensioni tra tre ex-imperi da secoli in lotta per il predominio su questa regione cuscinetto che come una zona tellurica si trova continuamente a subire queste spinte tettoniche che tanto somigliano alla sequela di terremoti che in modo similare martirizzano anche la terra da queste parti. Insomma non ditemi che non c'è dell'interesse in questi paesi. Un ventaglio di punti da far girar la testa. E girando per città e campagne te li ritrovi tutti davanti questi aspetti. Come negli anni novanta, quando il nord del Caucaso era ancora sepolto sotto la neve ghiacciata del sovietismo che tendeva a soffocare tutto in una normalizzazione che manteneva artificiosamente tutto calmo e stabilizzato dal potere centrale, pure avvertivi un fremito sotterraneo che altro non aspettava che questo potere si indebolisse per fare esplodere le contraddizioni latenti e mai sopite di territori nei quali neppure i decenni di regime duro avevano potuto limare le asperità tra popoli montanari dalla mentalità separatista e libertaria, così nel sud, adesso che approfittando nella debolezza dell'orso nordico, si era riuscito a trovare una faticosa indipendenza che ha necessitato di quasi trenta anni per trovare un minimo di stabilità dopo guerre, guerrette e guerricciole, ecco che non appena i vicini riprendono forza, si ripresentano problemi secolari che non lasciano pace a questi nuovi stati che anelerebbero solamente ad essere lasciati in pace per ritrovare una loro dimensione di vita normale. 

Così ho potuto notare forti contrasti e discussioni che percorrono i discorsi di tutti i giorni, assieme alle frequenti e vibranti proteste per le strade che stanno sfociando nelle turbolenze che vediamo anche da qui, raccontate se pur di sfuggita dal nostri telegiornali e delle quali si sentivano le avvisaglie già nel momento della nostra visita. Gli aspetti di indipendenza politica e delle identità territoriali è molto sentita, mi è parso di capire ed è comune e caloroso argomento di discussione nei locali e nei circoli delle due capitali. Sembra insomma di essere nell'Italia filocarbonara di inizio '800 con tutte le sua ansie irredentiste, con la parola patria, che provoca commozioni e sentimenti di rivalsa. E' ben comprensibile dunque quanto sta succedendo in questi giorni a Tbilisi, nella quale ogni giorno imponenti manifestazioni si svolgono di fronte al Parlamento per contestare i dubbi risultati delle elezioni appena svoltesi e le continue e pesanti ingerenze del pretenzioso vicino. Speriamo solamente che tutto si acquieti al più presto per consentire lo sviluppo a cui questi paesi anelano e che stava cominciando ad avvertirsi. Altra cosa che risulta evidente è la potente immigrazione di cittadini russi giovani in fuga dalla coscrizione semiobbligatoria a cui sono evidentemente soggetti rimanendo a casa loro. Questo ha provocato una specie di terremoto economico con una feroce crescita di affitti e prezzi delle abitazioni dovute appunto all'aumento della richiesta, cosa per cui questi nuovi venuti, che già prima non godevano di grande simpatia, non sono decisamente benvenuti e se parli russo, senti comunque attorno a te una certa ostilità, nonostante tutti conoscano perfettamente la lingua. 

La situazione economica dunque rimane piuttosto precaria, migliore certo in Georgia, ma ancora decisamente depressa in Armenia. In ogni caso da turisti occidentali vi sentirete sempre molto ben accolti e graditi ospiti e avrete spesso modo di apprezzare la gentilezza di chi vi circonda. Si tratterà dunque di un viaggio piacevole e facile, nel quale vedrete cose interessanti, spettacoli naturali magnifici, vestigia storiche ed artistiche e spunti etnici insospettati, che non mancheranno di stuzzicare il vostro interesse. Oltre a questo vi troverete di fronte ad un viaggio decisamente economico se saprete contentarvi di soluzioni semplici che sono tuttavia assolutamente accettabili, mangerete bene ed abbondantemente, anche troppo e conoscerete persone piacevoli delle quali porterete a casa un gradito ricordo. Quindi, per me, in attesa di completare l'anello con quello che manca, suggerisco a tutti di organizzarsi un giro da queste parti, utilizzando una delle tante modalità possibili e di cui parleremo nel prossimo capitolo; una meta di assoluto rilievo, tra l'altro ancora piuttosto poco alla moda e quindi ancora visitabile senza essere assillati dalle resse del turismo di massa. Tre settimane sono a mio parere il tempo ideale per i due paesi alle quali bisognerà aggiungerne una ulteriore, per il vicino Azerbaijan, e se potete cercate di aggiungervi una toccata e fuga nella vicina Abkhazia, di cui si dicono mirabilia, cosa che farò io stesso appena le condizioni organizzative me lo consentiranno, anche per poter completare il libro in tutti i suoi aspetti come è giusto che sia. 



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lunedì 9 dicembre 2024

Caucaso 33 - Addio a Yerevan

Yerevan - Armenia - Caucaso - maggio 2024
 

Il famoso mocassino

Ed eccoci qua, valigie pronte, animo ben disposto e ultimo giorno che arriva con puntualità svizzera e ti obbliga a fare i conti col fatto che prima o poi, bisogna tornare a casa dove con calma si farà il punto della situazione e si tireranno le somme. Certamente la soluzione di hotellerie degli appartamentini, molto valida sotto molti aspetti, ha i due difetti che il luogo non è presenziato da nessuno e che al momento del check out, non sai dove lasciare le valigie, specialmente se hai ancora molte ore prima del volo o che vuoi spenderti ancora come ultimo scampolo per vedere qualcosa; ma una soluzione si trova sempre, infatti, da qualche parte nella città, quasi sempre in centro, c'è sempre un ufficio dove andare a posare i bagagli in attesa della partenza e così facciamo prima dell'ultima sgambata, e in questo giro ne abbiamo fatta di strada, per vedere qualche cosa che ancora ci manca della città, per respirarne ancora un'ultima boccata, di profumi, di sapori, per raccoglierne se possibile un ultimo scampolo di anima. Anche perché, visto che nel cuore della notte, si è fatta viva Flyone, sempre compite queste compagnie aeree, specie le low cost, per le quali, dopo averti beccato il grano sei peggio che carne da macello, che rimane solo un fastidio da trasportare. Va beh non lamentiamoci troppo che almeno rimane il fatto che costan poco. 

Uno dei carri

Comunque questa Flyone, nota pare per essere una tra le peggiori di questo gruppo, ci ha comunicato appunto verso le 3:00 a.m., di avere spostato l'orario di partenza dalle 19 alle 0:10, un ritardino di oltre cinque ore, che nel mondo civile darebbe diritto ad un rimborsino, cosa che mi metterebbe già di buon umore, ma purtroppo come mi verrà comunicato dai gruppi di consumatori a cui mi sono rivolto all'arrivo, essendo fuori da tutti gli schemi e gli accordi internazionali che regolano queste diatribe legali, non si riesce a spuntare nulla, per cui cornuti e mazziati.  Resta il fatto che di contro, abbiamo ancora tutto il giorno a disposizione, cosa tutto sommato positiva, calcolando che d'altra parte perderemo la notte al completo. E così sia. Dunque prendiamola con calma e pazienza e facciamo un giretto per il centro e visto che non si riesce a penetrare all'interno del teatro, che peraltro mi dico molto bello, come tutti quelli dell'est, si decide per il museo nazionale della storia per impegnare almeno parte di queste quattro o cinque ore aggiuntive al nostro programma. Mai scelta è stata più azzeccata, perché i reperti conservati in questa grande struttura sono assolutamente notevoli ed un paio d'ore passate per osservare questo excursus che va dalla preistoria ai tempi più recenti non sono certamente perse. 

Alcuni tappeti

I pezzi più straordinari esposti, appartengono appunto ai primi periodi storici, quelli delle civiltà della mezzaluna fertile, da Urtatu e dintorni in poi, in particolare gli spettacolari carri ritrovati nelle sepolture reali quasi in perfetto stato di conservazione e che consentono di considerare il livello tecnologico raggiunto in queste aree millenni prima che nel resto del mondo, classificando queste culture come le più avanzate ed antiche, in qualche modo la vera ed indiscussa culla dello sviluppo della nostra civiltà. A lato poi, una esposizione che tocca una delle corde a cui sono maggiormente sensibile, una serie di tappeti antichi raccolti nell'area della Grande Armenia che dire splendidi, è riduttivo. Il tappeto, una mia passione assoluta, è un manufatto artistico che io giudico molto al di là del semplice aspetto artigianale. E' un insieme di pulsioni che accanto, certo, all'aspetto della perizia manuale, racconta di una capacità di progetto, di una intenzione artistica e poetica al tempo stesso che mi lascia attonito e ammirato. Il calore dei colori, se mi consentite il bisticcio, e dello spessore materico dell'oggetto, allo stesso tempo opera figurativa, materia di arredo e creatore di spazio di conforto, mi lasciano sempre ammirato e desideroso almeno di toccare il pezzo per assaporarne in maniera tattile la morbidezza e il senso di piacevole carezza che certo va al di là della semplice opera decorativa del prodotto stesso. 

Etnie caucasiche

Immagini di stile e ricerca di soluzioni grafiche che si perdono nella notte dei tempi, già nominati da Marco Polo come preziosità insostituibili e preziose, i tappeti sono, forse ancor di più oggi, tempo della meccanica e della facile riproducibilità tecnica, opere che raccontano il trionfo della manualità e della riconquista del tempo. Quelli antichi poi, hanno un ulteriore ed impagabile fascino. Devo dire che qui ci ho passato un bel po' di tempo, perché la serie dei pezzi mostrati è davvero di altissimo livello. In aggiunta posso dire che i tappeti dell'est anatolico e del Caucaso sono proprio i miei preferiti con la loro spiccata tendenza alla geometrizzazione delle forme e la loro coloristica delicata e mai sfacciata o pretenziosa. Una collezione davvero meritevole di una attenta visita da amatore. Poi la giornata prosegue nel più completo rilassamento anche perché siamo ormai arrivati al pomeriggio e andiamo a posizionarci nel bel parco cittadino del centro dove sono gli uffici in cui abbiamo lasciato i bagagli e dove ci sono alcuni tra i più eleganti locali della città. E' sabato e c'è un sacco di gente in giro, visto che questi giardini ospitano oggi una grande manifestazione al centro della quale, si vuole rappresentare il folklore di tutte le regioni del paese. 

Nasi locali

Quindi una serie di stand regionali, una sorta di sagra delle sagre, che presentano i prodotti locali, dai vini ai formaggi e soprattutto si stanno svolgendo le manifestazioni tradizionali di ognuna di esse. Infatti sul grande palco centrale, si alternano i vari gruppi in costume che intrecciano danze, canzoni e insomma spettacolo. I costumi soprattutto sono molto belli e curati e le coreografie che via via si intrecciano mostrano la cura con la quale le popolazioni dell'ex impero sovietico preparavano queste cose, che poi facevano tradizionalmente parte del divertimento popolare. C'è da sfogarsi anche per i fotografi, infatti ne girano un sacco e i figuranti, soprattutto le ragazze, spesso assai belle, non stanno più nella pelle per posare con sguardi languidi sbattendo le ciglia e piegando graziosamente la testa di lato. Tuttavia non si può non notare che anche qui girano dei nasi clamorosi, lo so, sono cattivo e pignolo, ma questa evidentemente è una delle caratteristiche più notevoli della fisionomia caucasica. Giro un po' negli stand, interessandomi ai prodotti locali, soprattutto vini e altri prodotti alimentari, chiedendo informazioni, caratteristiche e cercando di raccogliere curiosità. 

Naturalmente il manifestare la mia provenienza, raccoglie subito attenzioni, ma contrariamente a quanto speravo, non riesce a smuovere assaggi o una partecipazione più concreta al ben di dio esposto sugli scaffali, ma esibito con parsimonia. Va bene ci sta. Comunque un piacevolissimo pomeriggio per me che sono sempre alla ricerca di spunti etnici e delle diversità culturali che possono offrire i paesi che percorro, al di là dell'aspetto delle bellezze naturali e storiche. La cena la aggiustiamo nella food court di un gigantesco centro commerciale, dove ormai secondo la moda occidentale, si concentra una offerta variegata e direi completamente fusion, in attesa di concludere il nostro tempo. Il non luogo dell'aeroporto ci riporta nella dimensione extraterritoriale che lo accomuna a tutti gli altri. Potresti essere in qualunque parte del mondo a oriente o ad occidente e aprendo gli occhi di improvviso non sapresti ricordare dove sei, circondato come si suole da masse di ogni razza e colore, dove le decine di lingue si intrecciano e si confondono in una babele straordinaria che forse è il destino vero dell'uomo. Benvenuti a casa, anche stavolta il viaggio è finito.

Uno stand

SURVIVAL KIT

Serto di foglie d'oro

Museo nazionale di Storia dell'Armenia  - In piazza della Repubblica, ospitato in un antico e monumentale edificio, su tre piani, contenente 400.000 oggetti che raccontano l'intera storia del paese, dalla preistoria ad oggi, con particolare attenzione alle grandi civiltà mesopotamiche e che vanta oltre cento anni dalla fondazioni. Un vero e proprio biglietto da visita per la città che ricordiamo vanta essere di 29 anni più vecchia di Roma. Contiene pezzi assolutamente unici, raccogliendo tutti i più importanti ritrovamenti che provengono da Erebuni e dagli altri scavi in tutto il paese e nella sezione dei libri anche il primo libro in lingua e caratteri armeni  stampato guarda caso nel 1500 a Venezia, città che con questo popolo ha mantenuto uno stretto legame. Visita da non perdere assolutamente, inclusa la sezione che espone decine di tappeti antichi. Ingresso 2500 AMD. Calcolateci almeno due orette o più se siete interessati. 

Bellezze armene

Artigiano al lavoro
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