lunedì 27 ottobre 2025

Azer 7 - Baku

Heydar Aliyev Center - Bku - Azerbaijan - ottobre 2025


Fountains square

A questo punto direi che qualcosa da ingurgitare ci vorrebbe, se non vogliamo proprio negarci anche il sostentamento che ci rabbocchi le calorie spese durante la giornata, quindi una bella passeggiata serotina ci sta tutta, in ogni caso è una scusa per dare un'occhiata al centro con le luci della notte. La città anche a quest'ora, sono le 19:30, appare molto vivibile, c'è movimento e parecchi giovani che si muovono in gruppetti. Scendiamo lungo il corso verso la città vecchia passando davanti alla stazione della metro, che come tutte le espressioni sovietiche di questo tipo, nelle varie capitali dell'impero, come abbiamo vito le resto in quelle Uzbeke, Georgiane e Armene, ambivano a mostrare una presenza degna di un foyer teatrale e dopo circa un chilometro, superato il lungo sottopassaggio sotto l'arteria centrale, piena di negozietti che si alternano, pieni di proposte moderne, con una modalità che mi ricorda molto la Mosca dei vecchi tempi, alcuni dei quali addirittura pieni di borse taroccate molto ben fatte e a prezzi modici, roba che non si trova più neppure in Cina, arriviamo nella zona della movida serale, l'area pedonale di Fountains square, una zona molto grande luminosissima e piena di locali e vetrine illuminate. 

Heydar Aliyev Center

Direi che dopo aver girato un po' per i giardini, rimaniamo un poco delusi, in quanto le famose fontane sono spente, non si sa perché, né ce lo sanno dire nei vari locali visitati, forse anche qui per restrizioni di bilancio, sta di fatto che l'acqua e le luci partono solo certe determinate sere e non avremo modo di vederle in azione. Ci sono però, molte gioiellerie che espongono roba piuttosto raffinata e anche altri negozi molto lussuosi che raccontano comunque di una certa capacità di spesa. Anche il parco macchine che circola, è di tutto rispetto, ho già enumerato almeno cinque Porche Cayenne e il numero delle Mercedes e BMW non si conta e non sto parlando di scassoni d'annata di terza mano in arrivo dall'Europa e di provenienza furtiva come avveniva nell'ex URSS degli anni '90. Comunque alla fine prendiamo posto in un bel ristorante nei giardini, per concederci, come si dice una botta di vita, tra spiedini di agnello e involtini di pollo con mozzarelle. Con le birre stasera arriveremo agli 8 euro a testa, ma qui non si bada a spese. Intorno i tavolini sono pieni di coppie famiglie e di ragazze eleganti che cenano anche da sole e non si vedono praticamente velature di nessun tipo. 

il museo dell'auto

Intorno anche gli altri locali sono pieni di gente che mangia e ascolta la musica dal vivo, il meglio del rock azero dell'ultima generazione. Diciamo che attorno a te avverti l'atmosfera di una moderna capitale europea e calcolando che negli ultimi tre decenni, ci sono state situazioni decisamente preoccupanti a non finire, tra guerre, rivolte e sommovimenti politici, direi che non me lo aspettavo. E' pur vero che nel mondo moderno le cose cambiano velocemente, ma questo, credo che capiti soprattutto dove gira il grano e qui non ci sono dubbi che ce n'è. Dopo cena prosegue la sensazione di piacevolezza e passeggiare nelle vie che circondano queste piazzette piene di gente ti inviterebbe a stare più a lungo, in cerca di angolini e punti di vista gradevoli, alla fine comunque tocca rientrare perché la dura vita del turista prevede alzatacce e sgambate impegnative giorno dopo giorno. Infatti alle 10:30 del giorno dopo, anche se in leggero ritardo sulla tabella di marcia, ma col traffico cittadino bisogna sempre fare i conti e subirne gli imprevisti, come ci conferma il nostro Aqshin, ci muoviamo per dare un'occhiata a tutte quelle zone della città nuova non raggiungibili a piedi che mi sembra valgano la pena di essere viste. 

Flame towers

Infatti il primo stop lo facciamo al Heydar Aliyev Center, uno dei simboli del moderno Azerbaijan, che occupa una collina appena fuori dal centro. La struttura, completata nel 2012, anche se i lavori per i giardini che la circondano, una serie di bellissimi prati erbosi che ricoprono la collina e le sinuose scalinate che ne costituiscono l'accesso non sono ancora terminati, è immediatamente riconoscibile con le linee rotonde e prive di spigoli che lo disegnano quasi fosse un solo tratto di una penna tracciato nell'aria e privo di interruzioni, nello stile inconfondibile della grande archistar Zaha Hadid che lo ha progettato e che naturalmente non può non richiamare subito alla mente altri lavori della stessa artista, come la Dongdaemun Design Plaza di Seul o il nuovo aeroporto di Pechino. Un oggetto bianco, una scultura più che un edificio, che affascina per la purezza della sua concezione, quasi che la sua struttura di un bianco abbacinante volesse farsi accarezzare da mani amorevoli che apprezzino il suo porsi come un diamante tagliato a cabochon e deposto nel mezzo dell'erba smeraldina che lo circonda, tra le statue moderne che lo circondano e lo completano. E' in effetti un contenitore per esibizioni di arte moderna, oltre che per il museo dell'automobile nazionale, che con il vicino palazzo congressi, questa volta scuro e unitario come una astronave appena atterrata, vuole raccontare l'idea dell'Azerbaijan del futuro, a mio parere, riuscendoci in pieno. 

Torri e moschea

Passeggiare attraversando i grandi spazi della collina, guardando il panorama cittadino che si scorge al di là dei suoi estremi, dà un certo senso di pace che riescono a suscitare, almeno a me, i larghi spazi vuoti nelle aree sovrappopolate. Insomma una volontà di ricerca di soluzioni possibili in un mondo che deve comunque correre per non rimanere troppo indietro rispetto a chi corre più velocemente di te. Scendiamo con calma e ci spostiamo verso la zona delle Flame Towers, poste sul culmine di un'altra collina, questa volta proprio antistante il mare e dalla quale puoi dominare con un colpò d'occhio tutto il centro e la Promenade, che forma un arco perfetto sotto di te. I tre grattacieli, se visti da lontano e soprattutto di notte, quando le immense facciate fiammeggiano, ricoperte dalle immagini proiettate da un sistema di laser che li avvolgono di rosso, mostrano tutta la loro bellezza e soprattutto il senso del progetto che li pone come tre fiamme che scaturiscono dalla terra, come simbolo e testimonianza dell'essere questo paese appunto la terra del fuoco, materialmente, visto che giace sopra un mare di idrocarburi e spiritualmente, come madre e sviluppo delle religioni che proprio il fuoco adoravano e ponevano alla base della loro cosmogonia e anche visti da vicino e da sotto si manifestano in tutta la loro maestosità fatta dal rispendere delle pareti incurvate di specchi che riflettono il mondo antico e moderno che li circonda. 

Promenade

Quasi duecento metri la più alta e poco meno le altre due, si pongono orgogliosamente sulla collina ad attrarre lo sguardo di tutti i visitatori della città segnandone il centro spirituale moderno. Vero è anche che le malelingue dicono che a parte il grand Hotel a cinque stelle Fairmont, le altre due torri, predisposte per uffici e appartamenti di lusso, sono praticamente vuote ed invendute, ma il colpo d'occhio da qui è notevole ed una visita della città non può prescindere da un giro quassù dove si può arrivare anche dal basso tramite la teleferica. Inoltre c'è poi il bel parco panoramico Dagustu, che le circonda, dove non si può mancare di dare un'occhiata all'interno alla piccola e antica moschea di Hazi Aslanov Qubirustu Abidasi, che si riflette nella facciata della torre maggiore con un effetto di contrasto impareggiabile. Superata la minuscola edicola in marmo dedicata alla lavanda dei piedi, si entra nella piccola sala di preghiera, raccolta attorno al mihrab, mentre le signore, che entrano in una porticina laterale accedono al matroneo superiore dal quale si può invece vedere la sala dall'alto. Poi si percorre il parco a alato, verdissimo, fatto di una serie di scalinate che danno sul porto e sul Boulevard in fondo al quale spiccano i nuovi lontani grattacieli, compreso quello ad anello, uno dei prodigi della tecnica costruttiva in cui ormai i nuovi architetti cercano di superarsi l'un l'altro. 

I giardini

Dopo il lungo viale degli eroi dedicato alle vittime dei brevi ma sanguinosissimi momenti degli scontri con l'esercito russo che avvennero in città nel '92, al momento dell'indipendenza, un vero cimitero costellato di lapidi con grandi fotografie, si può continuare la passeggiata tra famigliole che passano un momento di sosta e spose che vengono a fare le foto con gli sfondi più evocativi. Una in particolare, agghindata in un misto tra il bianco vestito moderno e occidentale, con la larga gonna plissettata. ma coperta di un altrettanto bianco velo islamico, mi sorride continuamente mentre la fotografo, perfetta sintesi di un mondo a cavallo tra due colture che forse vorrebbe decidersi tra i contrasti dottrinali e culturali e il farne una sintesi definitiva che raccolga il meglio dei due atteggiamenti. Chissà se sarà questo il destino delle nostre culture, una sintesi che metta finalmente da parte attriti e dissapori. A questo punto ci spingiamo più a sud sulla strada che esce dalla città, per arrivare al promontorio dove sorge l'altra grande moschea cittadina, la Bibi-Heibat, completamente ricostruita dopo l'indipendenza, sulle ceneri di quella del XIII secolo, rasa al suolo dai bolscevichi nel 1936. La situazione fu curiosa in quanto, nella furia antireligiosa di quel periodo storico, furono minate e fatte saltare anche la cattedrale ortodossa e la chiesa cristiana, salvo il fatto che subito dopo il governo decise che i monumenti storici dovevano essere protetti e di conseguenza l'amministratore Salamov, responsabile del misfatto fu condannato a 20 anni di Siberia. 

Sala di preghiera

L'edificio, moderno ma costruito secondo i dettami della tradizione, sorge sulla tomba della figlia di Ukeyma Khanum, il settimo Imam sciita, qui arrivato per sfuggire alle persecuzioni del califfi e nota anche come la Moschea di Fatima, come la ricorda Dumas dopo la sua visita, quando scrive che il sito era meta di pellegrinaggio per le donne infertili che invariabilmente riuscivano a rimanere incinte nell'anno successivo. Anche qui tra turisti e fedeli c'è parecchia gente, vista anche la bellezza delle grandi sale interne che si sviluppano sotto le tre grandi cupole, ricostruite secondo il modello dell'antico  progetto con i due minareti. Le persone all'ingresso che controllano l'accesso sono molto cordiali, anche se subito ci prendono come israeliani, che evidentemente arrivano qui in gran numero. La parola Italia, spalanca grandi sorrisi oltre che vigorose strette di mano. L'interno è davvero monumentale, tra la distesa di bei tappeti coloratissimi ed i raggi di luce che penetrando dalle finestrature delle cupole, illuminano angoli segreti delle sale e i tre cenotafi del mausoleo, dove i fedeli si raccolgono in preghiera. Anche dal vasto sagrato antistante, il panorama è mirabile, anche se a tutto contribuisce una bella giornata di sole. A questo punto non ci resta che scendere verso il porto.

Il mausoleo

SURVIVL KIT

Ingresso

Da vedere a Baku - Oltre alla città vecchia che può occuparvi da mezza ad una intera giornata, considerate un  giro di almeno un' altra giornata completa che comprenda l'Heydar Aliyev Center (ingresso 15 M), il centro pedonale a piedi (Fountains Square), la zona delle Flame Towers, col panorama sulla città e la bella Moschea Hazi Aslanov Qubirustu Abidasi, col vicino Dagustu Park che offre le migliori panoramiche della città. Qui c'è anche la teleferica per salire e il viale dei Martiri. Poi in basso abbiamo il Museo del tappeto a forma appunto di un tappeto arrotolato e il parco lungomare detto Boulevard, oltre alla  sfilata dei moderni e avveniristici grattacieli che stanno sorgendo ovunque in città. Ancora la Moschea di Bibi-Heibat, di recente costruzione, anch'essa in posizione che consente belle viste sulla città. In uno dei giardini lungo mare merita anche la visita a quello che fu il primo pozzo di petrolio commerciale del mondo e anche un giro al grande Mall a forma di fiore sul porto che racconta la Baku del futuro, di fianco a quella che viene chiamata piccola Venezia un sistema di canaletti dove le coppie amano andare a fare un giro in barca tra fiori finti e cemento; almeno avessero messo delle finte gondole, invece dovrete contentarvi di finti gondolieri a motore. Si può concordare un giro per tutta la giornata per 4/6 persone a 130 M.

Dal matroneo


I giardini

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