venerdì 17 ottobre 2025

Azer 2 - La città vecchia di Baku

La città vecchia, Baku - Azerbaijan - ottobre 2025

Il risveglio è stato difficile come si confà a chi è abituato ad andare a dormire verso la mezzanotte o poco più e non alle 6 di mattina; comunque, fatta di necessità virtù e trascinatomi fino al buffet della colazione, questo un poco rincuora sempre, ho cominciato assieme ai miei accompagnatori, a riprendere vita e a definire il programma di giornata, esplorare, con calma, con molta calma, una prima parte della città. Prima però ci sono ancora dei dettagli pratici da sistemare, quindi su consiglio del banconista dell'albergo andiamo a vedere di riuscire a comprare una SIM, visto che la eSim che avevamo comprato per l'Uzbekistan, non siamo riusciti a prenderla anche per qui. Facciamo il giro in un paio di punti vendita sulla strada che va verso il centro, ma i prezzi sono elevati e non è possibile farla per meno di un mese. Alla fine, come si dice, dobbiamo mordere nell'aglio e dire che è dolce e prenderne una della Azer Telekom, che dura appunto un mese con addirittura 30 inutili Giga a 43 M, che comunque funzionerà benissimo. Cambiamo ancora un po' di soldi nella banca vicino all'hotel, anche qui in pochi minuti, dando davvero la sensazione che nei paesi dove le cose vanno bene dal punto di vista economico, e qui si galleggia su gas e petrolio e quindi non potrebbe andare diversamente, la burocrazia inutile viene ridotta al minimo. 

Comunque riusciamo a metterci in marcia solo verso mezzogiorno, ma d'altra parte oggi abbiamo deciso di prendercela comoda e di assaporare le prime atmosfere della città, soprattutto nella parte che circonda il centro e la città vecchia. Per la verità vedi subito anche senza andare ancora nelle zone più moderne e che trasudano ricchezza intorno alle costruzioni modernissime e sfacciate, che anche solo osservando il parco macchine che circola, puoi dedurre che qui il grano circola e anche abbondantemente. D'altra parte, scendendo verso la zona centrale, l'alternarsi dei negozi con le più note griffe mondiali rafforza la sensazione. Tuttavia, complice, una bellissima giornata di cielo sereno e di una temperatura di inizio autunno davvero piacevole, passeggiare in questi grandi viali ariosi, alternati a giardini molto curati, con un arredo urbano tutto sommato in buono stato, ti presenta una città non troppo congestionata e dalle linee molto gradevoli. I grandi viali che scendono verso il mare sono circondati da sfilate di palazzi di epoca zarista oppure di successiva appartenenza sovietica, ma anche qui un conto è vedere file di krushiovke fatiscenti che cascano a pezzi, un altro è vedere che i soldi sono stati impiegati, almeno nel centro per restaurare e anche molto bene, le strutture esistenti che quindi danno una impressione subito positiva. 

Mi dicono, per la verità, che molti palazzi preesistenti, anche di cultura armena, con la scusa del restauro siamo in realtà stati abbattuti e ricostruiti in una sorta di falso stile storico russo ottocentesco ed in effetti, il vederli così perfetti ed in buono stato, "quasi nuovo", fa pensare che questo sia vero, ma bisogna dire che l'impressione generale è di una città ordinata, pulita e vivibile al tempo stesso. Oltre a questo non si avverte un gran ché, la presenza islamica nelle acconciature femminili, visto che gli hijab sono praticamente assenti ed i foularini, in genere colorati e intorcinati sulle cofane di abbondanti capelli per il resto esibiti in vista, assieme invece a jeans strizzachiappe in abbondanza, sono limitati a non più del 10/15 % della popolazione femminile, almeno ad occhio. Forse ne vedi di più in certi quartieri di Torino. Ma di questo parleremo più avanti quando avrò occasione di fare qualche domanda a chi, tra i locali che incontreremo, mi verrà a tiro. Intanto che ci si guarda intorno, abbiamo fatto il paio di chilometri lungo la Jabar Jabbarli street, che ci separa dalla città vecchia, la parte monumentale di cui Baku va molto fiera, patrimonio Unesco, rientrata nell'elenco nel 2010 dopo che aveva corso il rischio di esserne esclusa per degrado eccessivo. 

Siamo intanto passati sulla piazza dove campeggia la stazione della metro di Nizami, che non avremo comunque occasione di vedere neppure nei prossimi giorni, anche se mi dicono che come in quasi tutte le città ex sovietiche, le stazioni delle metropolitane fanno un po' parte esse stesse, di un giro turistico a parte, visto che sono state costruite con una certa ambizione artistica dal regime di quel periodo. Superata la zona pedonale di Nizami street e la piazza delle fontane, gremita di locali e ristoranti, arriviamo al giardino a ridosso delle mura a cui si accede tramite larghe scalinate. La città vecchia è la zona più antica della città, quella che ha dato origine all'agglomerato urbano primigenio e che è stata in tempi recenti quasi completamente restaurata, creando una sorta di cittadella tondeggiate del diametro di poco più di 500 metri che tra ricostruzioni bene eseguite e parti di edifici conservate ha consentito di ricavare una città nella città completamente dedicata a fini turistici con negozietti, locali e bancarelle che consentono ai turisti di passeggiare in una atmosfera somigliante a quella del passato della città. Le mura nella loro parte verso il mare non esistono più, visto che le loro pietre sono state cannibalizzate dagli abitanti nell'800 per costruire altri edifici lungo il cosiddetto Boulevard che costeggia il  mare. 

Questo nucleo cittadino, è comunque molto antico, pare risalga addirittura al settimo secolo, ma poco si riconosce di quanto c'era prima dell'800, quando larga parte degli edifici, la massima parte in rovina sono stati sostituiti da costruzioni zariste e da edifici di foggia europea di quell'epoca, molti dei quali hanno resistito al terremoto del 2000 che devastò la città, lasciandola in stato di quasi completo abbandono. Successivamente molto è stato restaurato, ricostruito e completamente rifatto, creando di fatto una "nuova" Città vecchia, che attualmente, pur non dando la possibilità di riconoscere agevolmente il rifatto dall'antico, costituisce un insieme perfettamente adatto alle esigenze turistiche odierne. I negozi di souvenir pullulano, assieme ai locali ed ai ristoranti di specialità "locali" e fanno comunque della zona un luogo molto piacevole in cui passeggiare in stradine in salita lastricate di pietra, vecchie moschee, caravanserragli di cui non indovini ormai più la struttura originaria e belle case che presentano ancora le larghe balconate tipiche del Caucaso. I due punti che la fanno decisamente da padrone sono la Torre della Vergine, un possente edificio carico di leggende, sulla punta orientale della città, alto una trentina di metri che domina le mura e consente dalla cima di godere del panorama di tutta la città e del mare. 

Ci sediamo in un bel caffè proprio sotto la torre che vede un continuo afflusso di turisti bramosi di salire fin sulla cima, dove possiamo goderci la vista della massiccia costruzione e dell'allegato contrafforte che si prolunga verso il mare e che probabilmente, assieme ad altre malizie antisismiche, ideate nel XII secolo, pensate un po', il periodo in cui la torre è stata sviluppata, l'hanno probabilmente salvata dal crollo, al contrario degli altri edifici, durante il famoso terremoto. Certo un tempo il mare arrivava ai piedi della torre, la cui storia è di sicuro ancora più antica, visto che si pensa sia sorta sul sito di un precedente tempio zoorastriano, e non fatichi ad immaginare come sia nata la leggenda della ragazza, sorella o figlia di un re crudele che qui la confinò per negarla al suo innamorato e mentre lui arrivava a salvarla, credendo fosse invece il cattivaccio, si gettò tra i flutti sottostanti sfracellandosi sulle rocce. La severità del monumento induce ad ammantare la leggenda di tristi considerazioni, tuttavia quando i bolidi di formula uno girano proprio qui attorno prima di lanciarsi ai 300 all'ora sul rettilineo successivo, anche le ipotetiche grida della vergine si perdono tra la risacca dei petrodollari che invece fluiscono più copiosi delle sue lacrime, irrorando la città di fertilizzante benefico. Di fianco si vedono ancora gli archi rimasti e le cupole rimaneggiate dell'antico hammam e del bazar, ricoperte invece di tappeti meravigliosi, visto che qui se ne producono alcuni tra i più belli e raffinati del mondo, tanto per rimanere in linea con la leggenda di cui sopra. Ma noi prima di risalire le erte viuzze che portano alla sommità del borgo andiamo almeno fino a percorrere un tratto della stupenda passeggiata di quel favoleggiato Mar Caspio che si stende all'orizzonte piatto come una lastra di acciaio molato.

SURVIVAL KIT

Baku -. La città vecchia -  A pochi passi dal mare e dalla magnifica passeggiata giardino detta il Boulevard. Rappresenta uno dei punti turistici principali della città e si gira senza problemi a piedi, magari procurandosi una cartina all'infopoint turistico situato vicino alla porta di ingresso. I punti essenziali da vedere sono la Torre della vergine del XII sec., che contiene un museo della storia della città e, salendo una faticosa scala fino in cima regala un bel panorama su tutta la città vecchia (10 M ingresso). Al fianco le rovine dell'Hammam e del Bazar. Al centro, il Palazzo dello Shirvanshakt del XV sec. che contiene anch'esso un museo, le mura con le due porte principali che circondano oltre metà del borgo e la Moschea Muhammad con un famoso minareto danneggiato dalle cannonate russe, del XI secolo, la prima costruzione araba dell'Azerbaijan. Poi  perdetevi nei vicoli e fate il vostro mestiere di bravo turista tra i mille locali ed i negozietti di souvenir.



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