mercoledì 18 aprile 2012

Appetiti insaziabili.


Non c'è dubbio che il potere corrompa anche il più onesto degli uomini, diceva l' antico filosofo greco Proctofilo da Chios. Forse è un tarlo insito nel DNA umano che, alla vista della possibilità di arraffo e di consumo, inclusi averi, sesso e chi più ne ha più ne metta, fa scattare un meccanismo irrefrenabile volto a superare le regole via via imposte al funzionamento delle società. Da un lato la stesura di una murale inappuntabile, dall'altro una rincorsa alla licenziosità e quanto più si inasprisce la prima, tanto più l'altra prende il largo, quasi per contrappasso tentando spesso giustificazioni filosofiche non peregrine. Nella lunga storia cinese, questa lotta tra quanto si vedeva alla luce del sole e quanto avveniva dietro le tende è sempre stata accesa. Si diceva che i cinesi erano confuciani di giorno e taotisti di notte, in linea anche con i dettami della medicina cinese che dichiarava assolutamente benefici i giochi delle nuvole e della pioggia, ma solo dopo il calar del sole. Fatto sta che, come sempre, il partito della morale confuciana tuonava contro il corrompersi dei costumi, dettando regole sempre più stringenti fino a concludere che quello che non si poteva evitare, andasse comunque regolato. Intanto alla corte della dinastia Tang, ricca di poeti raffinati, regnava la dissolutezza e l'esagerazione. Ogni giorno mentre il paese si avviava alla rovina economica si svolgevano feste sfarzose con migliaia di imbucati che erano, nei modi più diversi, arrivati alla greppia imperiale e secondo le cronache dei censori dell'epoca ingurgitavano a più non posso raffinate e costose vivande. 

L'imperatore Pan non era da meno e gustava soprattutto cibi altamente afrodisiaci, le cui ricette erano conosciute solo dai cuochi di corte come la carne di lumaca tritata e frollata nell'aceto per nove lune o la famosa tartaruga alla griglia che gli consentiva di accontentare la schiera di concubine del suo famoso harem (chissà se la nostra Acquaviva, esperta in cucina orientale ne conosce qualcuna da proporci). Anche qui i confuciani hanno dovuto ficcare il naso, regolamentando quello che non potevano evitare. Quindi, durante questa dinastia, le prestazioni sessuali del vertice erano regolamentate da un protocollo strettissimo dato che il serraglio era talmente popolato che schiere di eunuchi riuscivano a stento a mantenere l'ordine e a far rispettare i turni delle fanciulle che bramavano di essere favorite almeno per una notte. Per questo venne introdotta la regola di stampigliare sul braccio destro delle mogli che avevano appena ricevuto il favore imperiale un timbro in inchiostro indelebile, un po' come nelle nostre discoteche per controllare appunto se si ha consumato, che recitava: "Accontentata dall'imperatore il giorno tale dell'anno tale", segno che veniva esibito orgogliosamente al pari di una decorazione. Potessimo vedere questa medaglietta sui petti per ogni tangente percepita, magari marchiata con un bel ferro rovente, sarebbe un interessante sistema di controllo, una regola per selezionare i candidati alla politica, bramosi di crescere nella carriera imperiale ed aumentare il numero delle timbrature, sempre che sui petti esibiti si trovasse ancora posto per applicarli.


Refoli spiranti da:  C. Leed - Storia dell'amore in Cina - SEA -1966


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2 commenti:

il monticiano ha detto...

Chissà se il braccio destro delle "olgettine" del berlufolle recano lo stampo?

ps. Complimenti per essere così esperto di quanto accade nei mercati di qualsiasi grandezza.

Enrico Bo ha detto...

@monty - ho avuto una esperienza lavorativa nel settore , ehehhehe. Intendo dei supermercati, non delle Olgettine.

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