lunedì 23 aprile 2012

La Fenice non muore mai.

Basta ascoltare la gente per la strada. A nessuno interessa nulla di come stanno andando effettivamente le cose, è vanno male non c'è dubbio. Ciascuno, in generale, se pur sfiorato minimamente dai tentativi di rimettere in piedi il malato in coma, si considera derubato nel profondo, scarnificato fino all'osso, colpito in maniera insopportabile e vorrebbe vendetta contro chi si permette di toccargli anche la minima parte del suo superfluo. E, tranquilli, ce ne sono ancora montagne di grasso da sciogliere. Ieri passeggiavo serenamente e mi ha assalito un dentista che ululava contro quei bastardi che fanno pagare il conto sempre agli stessi, ancora tasse a chi ha sempre pagato, sì, avete capito bene, proprio un dentista e non aggiungo altro! Il fatto è che ognuno di noi vorrebbe che a pagare fosse sempre suo vicino o comunque qualcun altro a caso, chi se ne frega, basta che non sia lui stesso e questo è in fondo abbastanza umano, eppure stranamente, questo governo, che pure deve fare solo provvedimenti decisamente impopolari se pure obbligatori e comunque duramente mediati col cagnaio dei senza vergogna che dopo aver provocato il disastro che stiamo vivendo, devono votarli, ha ancora il gradimento di quasi la metà degli italiani. Dunque non è poi così vero che la gente è disponibile a farsi facilmente trascinare dai Masaniello di turno, dalle cavallette comiche, dai cantanti vestiti da profeti, uomini qualunque et similia pronti a spandere scemenze ammantate di candidi pepli dorati. 

Certo i partiti si stanno suicidando da soli pur di non rinunciare a qualche grassa prebenda, ma alla fine non è un bene. Come ho già sottolineato altre volte, quando si apre un vuoto di potere a causa dei troppi latrocini (vedi '92) il posto lasciato libero viene subito occupato dai peggio populisti che fanno danni assai peggiori dei ladri, ed essendo incapaci sognatori nella migliore delle ipotesi, non mangiano solo parte del formaggio come i topi che hanno sostituito, ma fanno andare a male tutta la forma. Eppure è così facile farsi ammaliare dalle sirene, pensate basta dire non dobbiamo pagare il debito e uno si sente subito meglio ed è incline ad ascoltare anche il resto. Trascuriamo pure il fatto morale che i debiti, dato che li ha fatti ognuno di noi nel suo piccolo, anche se aiutati dai cattivi governati che ci siamo scelti, ben contenti di potersi rotolare in quel brago grasso e piacevole, tra persone civili dovrebbero essere sempre onorati (soprattutto se ne devi chiedere altri in prestito, ehehehhe), ma chi accetta questa pensata, sa cosa succede quando uno stato non onora il suo debito? Nei paesi delle nostre dimensioni, non quelli di 300.000 abitanti che avevano un debito pari a quello di una nostra cittadina di provincia, il debito è per oltre la metà costituito dai risparmi dei cittadini. Proprio i nostri risparmi, quelli di tutta la vita che non verrebbero dunque restituiti, carta straccia da buttare bel cesso anche, anzi peggio ancora, per coloro che hanno messo da parte solo quattro soldi di liquidazione con cui speravano di integrare una pensioncina. 

Pensioncina che verrebbe praticamente azzerata da una devastante ipersvalutazione, come accade di norma in questi frangenti. Dirai, beh, sono i giovani che vorrebbero questo, non hanno nulla, ne risparmi , né lavoro, né speranze, che gliene frega se salta tutto, tanto non hanno niente da perdere. Invece sono proprio i giovani che perderebbero ancora. Intanto adesso, se riescono a resistere cercando di aspettare tempi migliori, lo possono fare proprio solo grazie a quei risparmi di nonni e genitori che scomparirebbero completamente, poi il default, basta guardare cosa è capitato in quei paesi dove è avvenuto (Argentina, Russia, ecc. tra l'altro in condizioni ben diverse e migliori di noi, potendo contare su una risalita successiva fondata sulla ricchezza delle risorse naturali che noi non abbiamo e grazie ed in cambio delle quali qualcuno continua a fornire altri prestiti) per almeno un decennio è accompagnato da una caduta libera dell'economia interna, chiusura di quasi tutte le fabbriche, pagamento degli stipendi pubblici con i cosiddetti patacones (nessuno se li ricorda vero?) con cui ti ci pulivi il sedere, fame (quella vera, di cui qui non si porta memoria) e miseria e di solito un bel populista che prende in mano la situazione in maniera tosta, cosa a cui non non siamo più tanto abituati. Cari detentori delle facili verità, fatevi pure ammaliare dal pifferaio grillereccio, che intanto Burlesquoni si sta preparando al ritorno della Fenice, come dice Attila Invincibile, un amico di feisbùc sta per tornare il momento di "o la Spa o la vacca". 


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2 commenti:

Adriano Maini ha detto...

Io mi tocco, invece, perché trovo un sacco di gente che dice - adesso! - che é giusto pagare le tasse e ritiene di avere la ricetta giusta per stroncare l'evasione fiscale!

Enrico Bo ha detto...

@Adri - Intanto cominciamo ad intensificare i controlli , hai visto mai che qualcuno si prende un po' di paura ...;-)

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