venerdì 22 giugno 2012

Cronache di Surakhis 50 : Spirito di servizio.

I temporali  estivi si erano scatenati ormai da giorni. Su Surakhis, la nuova stagione, quella del caldo afoso che costringe alla vita sottoterra, al buio fresco delle caverne pregne del puzzo sudaticcio della convivenza forzata, era cominciata da qualche giorno. La situazione era disperata. Paularius si aggirava nel vestibulum della sua villa ufficiale come una belva in gabbia. Era il momento in cui tutti gridavano come animali ed era quasi impossibile convincere il governo planetario debolissimo a prendere i giusti provvedimenti, anzi il provvedimento cardine per risolvere il problema, uscire dalla moneta galattica, abbandonare finalmente il Credito Interstellare che obbligava il pianeta a pagare quei fannulloni di schiavi e a nutrirli ogni giorno, nonché a mantenere in vita gli anziani inutili che popolavano le città, rendendole invivibili, invece di consentire all'Unione Bancaria di Surakhis di tornare al vecchio e glorioso Goldaro, la moneta storica del pianeta, stampata su carta riciclabile che si dissolveva in pochi giorni all'aria clorata e un tantino corrosiva, obbligando tutti a spenderla subito. Ah, che nostalgia, ogni giorno la banca centrale poteva stampare tonnellate di nuova cartamoneta, con cui si poteva anche fingere di pagare gli schiavi, tanto la settimana dopo tutto sarebbe andato in fumo, certo aumentava un poco l'inquinamento, ma vuoi mettere, un'inflazione del 1000% al giorno risolveva ogni problema di debito pubblico e annullava in un attimo quell'odioso sistema pensionistico, vera palla al piede del pianeta. 

Da quando si era stabilito il blocco monetario galattico, tutto aveva preso la strada sbagliata e adesso toccava a lui risolvere i problemi nelle lamentele e dei pianti generali. Tutti si lamentavano; gli schiavi che dovevano poi pagare quel piccolo balzello accessorio, quell'Imposta sul Modo di Urinare, che in fondo era anche giusta, con l'introduzione del perno uretrale ed esentando quelli che riuscivano a trattenersi fino all'uscita dalle miniere; i cittadini a cui era stata aumentata l'accisa sulle immondizie che mangiavano ogni giorno e non ultime, anche se in fondo le aveva in grande simpatia, ecco che tra pochi minuti avrebbe dovuto ricevere il feroce sindacato delle Fellatrici Intergalattiche Organizzate e Malmostose, con la loro capa Terrine, una splendida rossa che lui vedeva saltuariamente e non solo per motivi istituzionali, le quali avevano messo sul tappeto la loro tragica situazione lavorativa per cui a causa della crisi feroce, la maggior parte delle sacerdotesse svolgeva il loro benefico lavoro, la loro missione, non più per denaro, ma tanto per buttare giù qualcosa di caldo. Eh, tutti capaci solo di vedere i loro problemi e preoccuparsi solo dei propri interessi. Un compito difficile, ma davanti a tutto lui aveva sempre posto il suo Spirito di servizio, quell'alcool forte e amaro che che distillavano i suoi famigli dai teneri scalpi vulvari delle servette giovani. Se ne versò una generosa porzione e si lasciò andare al massaggio in attesa della rossa.


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