mercoledì 14 novembre 2012

I cinesi e i piedi.

Da una stampa cinese.


Ogni cultura ha trovato i modi più strambi e crudeli per rivolgere un qualche tipo di violenza verso le proprie donne. Dall'impedimento a rivelare il proprio viso, all'impossibilità di uscire di casa, alla negazione a partecipare alla vita pubblica, a orribili mutilazioni, oppure al torturare da sole il proprio corpo dopo essere state convinte che quello è un modo per incrementare la propria bellezza e il proprio grado di desiderabilità. In Cina, negli ultimi mille anni si è proceduto in maniera curiosa e non facilmente spiegabile, attraverso la famosa fasciatura dei piedi, abbandonata solo da pochi decenni. Dice un proverbio spagnolo che non si conosce davvero Venere se non si è fatto l'amore con una zoppa. I cinesi sembra lo abbiano profondamente creduto tanto che, ritenendosi profondi conoscitori di ogni delizia amorosa, hanno provveduto a rendere zoppe le loro donne riducendone i piedi, fin da bambine, ad inutili moncherini che le costringevano ad un difficile e traballante incedere. Le spiegazioni di come potesse considerarsi erotica questa orribile mutilazione sono diverse. Secondo la teoria che giustifica il punto di vista spagnolo, la difficoltà deambulatoria svilupperebbe molto, determinate e determinanti muscolature interne, mentre secondo gli esteti cinesi, quel malfermo muoversi renderebbe il genere femminile ancor più apparentemente debole e bisognoso di tenera protezione. D'altra parte in Occidente c'è poco da ridere, se pensiamo che per oltre un secolo le nostre donne, per avere il "vitino di vespa" si costringevano in bustini tremendi, veri strumenti di tortura che procuravano vizi cardiaci, disturbi polmonari e altre malattie.

Una spiegazione più confuciana invece ritiene che questa costrizione releghi la donna ancor più e meglio, all'interno della casa. Tuttavia anche accettando questa spiegazione più sociale, non si può negare che il feticismo verso il piedino femminile (ben presente anche in Occidente a cominciare da Cenerentola), sia estremamente forte e radicato nell'impero di mezzo. Nei sacri testi della letteratura erotica cinese si legge dell' "estremo favore" che una donna può concedere, quello di mostrare il suo piede nudo o del significato indecente di una donna che si lasciasse sfiorare inavvertitamente il piede durante un incontro. Comunque la leggenda fa risalire l'usanza all'imperatore Li Yu della dinastia Song, che attorno all'anno 1000 dopo Cristo, volle che una delle sue favorite danzasse su un fiore di loto e poiché i piedi della bella, benché già piccolissimi fossero più larghi del fiore la costrinse a fasciarli strettamente. Le altre donne, invidiose di quei favori, non vollero essere da meno e iniziarono subito a costringere le proprie estremità in quelle che vennero chiamate "falci di luna" lunghe da 7 a 10 cm. La moda si diffuse immediatamente in tutta la Cina e durò quasi 1000 anni, fino all'avvento del maoismo che sotto questo aspetto liberò decisamente l'altra metà del cielo. Questa crudele operazione cominciava verso i cinque anni attraverso fasciature strette e dolorosissime che costringevano le dita ed il piede ad atrofizzarsi e a non crescere più, per poter entrare nelle scarpine ricamate che ancora oggi si trovano nei mercatini delle cose vecchie. 

In contrapposizione con i piedi delle contadine chiamati con disprezzo "barche" (ma qualcuno doveva pur farli i faticosi lavori dei campi) le donne della buona società e ovviamente i loro uomini ritennero questi piedini deformi come la parte più intima e più dotata di sex-appeal del loro corpo. In tutte le stampe erotiche, anche quando il corpo femminile viene mostrato nudo e con i dettagli più intimi ritratti realisticamente, la donna ha sempre le scarpine, anche a letto. In quelle più spinte la donna è rappresentata mentre si sfascia il piede. Un buon pizzicotto o una palpatina, potevano essere considerati gesti quasi leciti e indici di una sana camaraderie, ma chi osava toccare la scarpina sapeva che potevano essere possibili solo due reazioni, o uno schiaffo indignato e la messa al bando o il cedimento e l'abbandonarsi definitivo.Nel Chin Ping Mei (la prugna del vaso d'oro), famoso libro erotico- noir del 1500, questo è l'approccio di Xi Men alla sua bella: " il suo bastoncino cadde a terra e gran fortuna, rotolò sotto il vestito di lei. Oh eccolo, disse Xi con finto stupore e si chinò. Ma invece di raccoglierlo sfiorò la scarpina ricamata della bella che disse ridendo: - Come vi permettete, potrei chiamare qualcuno-  Xi cadde in ginocchio continuando a stringerle il piedino - Oh dama splendente, abbiate pietà di chi muore d'amore per voi.- - Smettetela dissoluto o vi darò uno schiaffone.- Ma Xi Men senza darle tempo, la prese tra le braccia e la portò sul letto dove condivisero il guanciale". Ma la storia dell'erotismo dei piedi cinesi è molto più complicata e ci tornerò con un'altra puntata più avanti.


Refoli spiranti da:  C. Leed - Storia dell'amore in Cina - SEA -1966


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3 commenti:

Martino ha detto...

Questa volta hai scritto cose pedestri :(

Unknown ha detto...

Veramente interessanti queste considerazioni sulle torture che le donne hanno dovuto subire e che, invece di ribellarsi, hanno girato a loro favore.
Dimmi se c'è stata qualche madre che ha in qualche modo ingessato i genitali del figlio maschio, per impedirne la crescita,giusto per un senso di vendetta.
Cristiana

il monticiano ha detto...

Ma io mi chiedo se può esistere un modo più crudele di quello da te descritto per fare dell'erotismo.
Io alla vista di un piedino mozzato sarei fuggito dal letto.

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