giovedì 12 dicembre 2013

Tombeur de femmes.

1935 circa.
Una cosa è certa, mio papà doveva essere un gran tombeur de femmes, almeno penso e direi che in caso contrario, foto come questa non avrebbero avuto ragione di essere. Poiché in famiglia la cosa non ha mai avuto rilevanza o strascichi, devo dedurre che tutto questo avvenisse quando era ancora signorino, dato che si è sposato a trent'anni. Per lo meno, la mia mamma non si è mai lamentata per situazioni sospette in questo campo, per cui penso che questa attività sia cessata nel dopoguerra col matrimonio, anche perché credo che in quel periodo ci fosse altro a cui pensare. Oppure può anche darsi che questo fosse un atteggiamento, una posa tipica dei giovanotti nel periodo del ventennio (non quello berlusconiano, intendo). La foto è attorno alla metà degli anni '30 e fa parte di una serie in cui figura anche tutto un gruppo di amici che evidentemente con una certa costanza giravano i vari balli a palchetto della zona. Certo in quel periodo c'era solo il cinema e il ballo, dunque queste attività occupavano tutto il tempo libero dei giovani del tempo, niente ore da passare davanti alla TV, ai videogiochi o a cazzeggiare su feisbuc, per non parlare dei telefonini. Di certo, sempre a vedere dalle foto, anche considerando un periodo con meno bisogni, un minimo di disponibilità di argent de poche ci doveva essere anche per la classe operaia, calcolando che di certo non arrivavano paghette dalla famiglia; anzi di norma, una parte degli stipendi dei giovani venivano rastrellati per il bilancio familiare generale. 

Come si vede però rimaneva spazio per vestiti fatti dal sarto (d'accordo allora, tutti i vestiti venivano fatti dal sarto) e per il Borsalino (beh, essendo di Alessandria, ci mancherebbe). Le scarpe a mano se le faceva da solo, quindi il mio vecchio, quando se ne andava in giro alla sera, faceva la sua figura, direi. Comunque mi sono convinto che i punti fermi dei giovani di tutti i tempi differiscano pochissimo, anche col variare dei decenni. A ricordare i suoi racconti, quando andavano a Casale a vedere la partita, alla fine erano sempre botte con gli ultras avversari e qualcuno finiva sempre nel canale, che ancora adesso scorre di fianco allo stadio. E quando giravano per i paesi, in bicicletta per i matinée dei balli a palchetto nelle feste del paese, dove si pagava un soldo a ballo ed alla fine della canzone un addetto con una corda fissata al bordo, spingeva i ballerini fuori della pista, che rientravano pagando, mi pare 5 centesimi per il successivo ballo, dall'altra parte, l'interesse era quello che accalappiare qualche graziosa ragazzotta che concedesse qualche cosa. Si dice, anche se non ne sono tanto convinto e probabilmente in questo campo si faceva di più e si parlava di meno, che alla fine le ragazze di quel tempo concedessero molto poco. Chissà, come andavano le cose. Certo è anche possibile che alla fine della serata, mentre la primavera spargeva nell'aria profumi e promesse, coi sensi accesi ed inappagati,  quei gruppetti di ragazzi con l'occhio tenebroso, bicicletta alla mano, finissero tutti insieme al casino.


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6 commenti:

Dottordivago ha detto...

Parlando di "soldo", o cinque centesimi, mi viene sempre in mente un modo di dire splendido: "U t' manca disnòv sold per fè 'na lira..."

Enrico Bo ha detto...

@Doc - anche mio papà usava la stessa espressione!

Unknown ha detto...

Adesso—stessa cosa—il casino te lo mandano a casa amazonway e accessori; e t'innamori di puttane non solo da casino

Anonimo ha detto...

ILa posizione del busto,il cappello sulle ventitrè,l'aria del je m'en fou. La foto di tuo padre mi ricorda un attore francese di quegli anni,u n uomo "vissuto",un duro pronto a qualsiasi esperienza , un vero tombeur de femmes dal passato torbido e burrascoso. Come si chiamava però non lo ricordo purtroppo.

Paola

Enrico Bo ha detto...

@Tent - Il mondo rimane sempre uguale, banale, primordiale. Resta la voglia sulla soglia passata , ormai andata, dove? a far cosa? non ricordo più lo scopo dello scopo, anche se mi sembra era piacevole.

@Paola - Jean Gabin, Il porto delle nebbie?

Unknown ha detto...

I maschi andavano a sfogarsi al casino, tutto normale.
Non ci sarà mai parità fra uomo e donna, ma meglio così.
Cristiana

Mi dai un'altra drittina per lo zucchero?

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