domenica 8 dicembre 2013

Cronache di Surakhis 59: Liste di proscrizione.

Le lune di Surakhis scendevano adagio dietro l'orizzonte, mentre un'alba livida colorava gradatamente il cielo nuvoloso di verde pallido. Tra i vicoli di Novigorad, scavati nelle montagne di immondizia ormai cementata in strati immemorabili, non si vedeva nessuno. Neppure nelle zone del mercato, un tempo popolate di folla e di bancarelle straboccanti di merci, comparivano persone, solo scheletri arrugginiti di vecchi banchi ormai spogli. Per la verità da tempo, quasi nessuno usciva di casa da quando le bande di Little Crickets si aggiravano per le strade con in mano le liste di proscrizione redatte con cura nelle assemblee rivoluzionarie che avevano sostituito il governo dopo la cacciata dell'imperatore. i deboli governi che si erano succeduti erano stati spazzati via dall'ira della folla, inviperita perché non veniva distribuito più il cibo gratuito. Non era stato difficile prendere il potere. Il pianeta non aveva quasi più attività commerciali, tutte le miniere erano state chiuse, la poca energia veniva autoprodotta nelle centrali a merda, ma anche il combustibile era sempre più raro visto che gli alimenti scarseggiavano e venivano ricavati solo dalle stratificazioni più profonde delle montagne di immondizia. I pochi proventi possibili venivano dalla vendita di organi in surplus che la gente metteva a disposizione dei molti commercianti che si aggiravano sul pianeta. 

Ormai quasi tutti avevano un solo rene, una piccola parte di fegato, un occhio, per non parlare degli arti; poi piano piano, quasi tutti si erano venduti anche il cervello, organo nella maggior parte dei casi usato pochissimo, aumentando a dismisura le cosiddette Empty Pumpkins, categoria decisamente maggioritaria, a cui si era subito rivolta la predicazione di Cricket, conquistando in un attimo anche quelli che un tempo si erano affiliati alla Gilda, i Razzisti Unitari, i Movimenti per la sovranità alimentare che predicavano il cannibalismo rituale e volevano renderlo obbligatorio, con l'apertura di una catena di ristoranti, Alla Tenera Chiappa, dove però si diceva venissero serviti hamburger di coprosauro. Si era appropriato degli stessi temi folli e con facilità, sostenuto dalla folla in delirio, aveva fatto eliminare ogni oppositore, giustiziandolo pubblicamente in piazza a colpi di ostracon su cui ognuno scriveva il proprio personale insulto. Politici, giornalisti, liberi cittadini erano stati portati al patibolo uno dopo l'altro tra le urla dei vaffa mentre gli altoparlanti scandivano gli slogan ufficiali ed autorizzati dai Minus Habens, il gruppo di controllo della Congrega. Poi, eliminato ogni oppositore il pianeta era uscito dall'Unione Galattica, il Credito galattico, moneta di scambio, era stato abolito assieme agli scambi stessi e tutto era sprofondato nella totale depressione. 

Solo di tanto in tanto le bande di fedeli uscivano per le strade per portare al supplizio qualche malcapitato, individuato attraverso qualche delazione pagata. Paularius, che da tempo aveva annusato da che parte spirasse il vento, si era messo a capo di una pattuglia armata di Justicieros. Vagavano per la città e di tanto in tanto pescavano qualche malcapitato in fondo a qualche caverna maleodorante, lo incatenavano e scandendo i mantra del movimento, lo portavano in piazza dove veniva punito, facendo però bene attenzione a non rovinarne i pochi organi rivendibili. Aveva l'occhio lungo Paularius, l'unico che gli era rimasto dopo la Lunga Crisi, e sapeva che il malcontento spirava anche nei pianeti vicini. Bastava spingere un po' sui temi classici, i clandestini Andromediani, la debolezza dell'Unione Galattica, i complotti orditi dai Bankers e anche lì il numero delle Empty Pumpkins cresceva ogni giorno. Su un pianeta vicino La Pina stava prendendo il potere e in tutto il sistema, i movimenti amici progredivano. Paularius si adagiò soddisfatto sui divani di pelo pubico del suo palazzo, fece chiamare le ragazze per distrarsi un po', mentre gli Happy Farts suonavano, con i loro flauti da culo, le arie della sua giovinezza a cui era sempre affezionato. Si concentrò però subito su Moana dalle mille lingue, la sua preferita e mandò via l'orchestra perché l'aria si era fatta un po' pesante.


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3 commenti:

Juhan ha detto...

Sai, da una parte mi consola che se capita a loro non potrà poi capitare a noi.

Unknown ha detto...

Che mondo di sfigati!
E noi che ci lamentiamo sempre dei nostri rappresentanti tanto ammodo.
Cristiana

PS.Grande, Enrico, non hai ancora capito che è questa la tua strada?
Mi dai un'altra spintarella per lo zucchero?

Enrico Bo ha detto...

@Juh - ma la storia si ripete

@Cri - al peggio non c'è mai fine

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