lunedì 11 gennaio 2016

Gujarat 5: Partecipare a un Mela





Il tempio di Manuva
Il territorio che ti circonda a perdita d'occhio è piatto e monotono. Se qualche affioramento o collina rocciosa emerge d'improvviso nella pianura, come a Talaja, puoi star certo che la cima è coronata da qualche tempio dalle mura bianche. Un faro che vedi tremolare di lontano nel'aria carica di umidità. Qualche volta, come a Manuva, trovi invece costruzioni nuove, principalmente della setta Swaminarayan, potentissima da queste parti che influenza anche notevolmente la politica, che erige templi di marmo sullo stile antico, magari incongruamente situati in mezzo a gruppi di condomini di venti piani che sorgono isolati nella campagna e all'apparenza abbandonati e non finiti, fantasmi di uno sviluppo aspettato e che non è chiaro se arriverà o meno. Poca gente intorno, evidentemente tutto è stato fatto in prospettiva; se lo sviluppo ci sarà, noi siamo pronti. Le campagne invece sembrano più vivaci al confronto. Può capitare infatti che lungo la strada vedi un assembramento di gente notevole, un enorme tendone e tutto quanto fa vivere la provvisorietà delle fiere di paese. 

Al Mela
Sono i Mela, grandi feste che partono sempre da una motivazione religiosa e si trasformano poi in occasioni per radunare tutta la gente del circondario per fare festa. Questo ovviamente attira tutti, inclusi quelli che ci campano, bancarelle, commercianti, gestori di divertimenti vari, mendicanti e curiosi. Certo, appena si ferma lo straniero, entità rara e sconosciuta da queste parti, subito diventa centro di curiosità e viene fatto oggetto di ogni tipo di attenzione. Siamo sulla strada che porta verso Diu e non puoi  non notare l'enorme tenda eretta al lato della strada con una gran folla intorno. Subito qualche incaricato dell'organizzazione, chiamiamolo servizio d'ordine, si fa parte diligente per cercare di coinvolgerti nella festa. All'interno della tenda ci sono almeno un migliaio di persone divise rigorosamente da transenne tra maschi e femmine ed eccoci accompagnati sotto il palco che occupa il fondo dello spazio comune. Anche se cerchi di rimanere defilato, non c'è verso, subito vengono liberate le sedie d'onore e ti viene fatto posto per assistere alla funzione. 

Alle donne anzi viene subito assegnata una deliziosa ragazzina che parla inglese perché le ospiti si sentano a loro agio e possano avere risposte per le loro curiosità. Sul palco, tutta una serie di religiosi paludati che si alternano nelle preghiere, mentre al centro un personaggio, evidentemente molto importante predica agli astanti che ascoltano, chi seguendo con grande attenzione, chi invece distraendosi in chiacchiere con i vicini. Si tratta di un grande maestro che è venuto da lontano per spiegare le interpretazioni della Bhagavad Gita, un testo sacro in versi di 18 canti, contenuto nell'opera epica del Mahabarata, che è diventato uno dei punti focali dell'hinduismo. Questo Mela risulta essere piuttosto importante e viene convocato, posto che le congiunzioni astrali siano favorevoli,  quando si è riusciti a raccogliere il denaro necessario, perché poi, nella società moderna, questo è sempre il problema principale, tanto che l'ultimo della serie si è tenuto cinque anni fa. Oggi e per parecchi giorni ancora, la gente arriva da tutti i paesi vicini per calarsi in questa atmosfera religiosa di predicazione e di festa. Le donne esibiscono le loro vesti migliori e più colorate, gli uomini invece sono tutti vestiti di bianco, ma le tracce della festa sono evidenti su tutti. 

Le giostre
Infatti in vari momenti dopo le predicazione dei saggi che si alternano sul palco, i festeggiamenti si scatenano soprattutto con il lancio di polveri colorate di cui tutti portano le tracce sul volto, sulle braccia, sui capelli e sui vestiti, soprattutto di giallo e di rosso i colori sacri della festa, che rimarranno quasi indelebili per giorni e giorni. Tutti quelli che ci circondano, vecchi dai baffi imponenti, matrone dalle dimensioni generose, bambine quasi anoressiche anche se non per scelta, ragazzi esuberanti con l'ormone che pompa a più non posso, ne sono cosparsi generosamente. La ragazza che fa da traduttrice ha le guance rosso vermiglio. I quattro anziani severissimi seduti al mio fianco ne hanno i voluminosi turbanti spruzzati. I segni della festa si vedono dappertutto, mentre gli altoparlanti sparano musica religiosa a più non posso. La serie di volti che vedi tutt'attorno è straordinaria, espressioni intense segnate da rughe profonde, con acconciature elaborate che ti richiamano ad uno scattare compulsivo, peraltro assai gradito da chi i circonda e che anzi, si esibisce con una certa civetteria. Fuori tutto procede come in ogni sagra paesana. Centinaia di venditori di carabattole varie, zucchero filato, street food, fiori, giocattoli hanno invaso tutta la spianata circostante. 

Gli spettatori del Mela - parte femminile
Poco lontano vengono esibiti cavalli con bardature varie, forse sono in vendita alla fiera, forse solo esibiti per la loro prestanza da proprietari orgogliosi. Una classica giostra calcinculo rotea i suoi seggiolini vorticosamente mentre la folla si spintona in una coda ondeggiante. Certo in questo momento siamo noi al centro dell'attenzione e numerosi gruppi di ragazzi si pressano per farsi fotografare vicino alle nostre bionde e quando ti ricapita l'occasione. Siamo attrazione tra le attrazioni insomma, diamo una mano alla riuscita della manifestazione. Poi, con una certa delicatezza cerchiamo di sganciarci dagli inviti perentori di rimanere a pranzo. Si è infatti subito costituita una delegazione per farci prendere parte alle posizioni d'onore nei festeggiamenti, ma adducendo scuse credibili e mostrando comunque una certa decisione, si riesce a salutare quella parte di folla che ci segue fuori del tendone e a lasciare la festa senza offendere nessuno. Hai sentito qui certamente molto sapore di questo paese, polvere, suoni, calore, odore, simpatia, gusto, pressione. Ci devi passare in questi posti per avere una parte consistente di quel taste of India che per quanto insensibile tu sia, ti rimarrà appiccicato addosso come i colori che cospargono i vestiti di questa gente, come la tikka rossa che qualcuno avrà volto imporre nel mezzo della tua fronte nonostante i dinieghi. Ma la strada per il tempio di Somnath è ancora lunga e bisogna rimettersi in marcia.

la traduttrice
SURVIVAL KIT

Tra Bhanavghar e Somnath ci sono circa 270 km per la strada costiera che che percorre la curva meridionale del Gujarat, anche se rimane sempre piuttosto distante dal mare, a meno che non vogliate fermarvi a Diu, ex enclave portoghese, di cui ha mantenuto in parte odori e sapori, con una deviazione verso la costa di una ventina di km dopo il km 180. Verso l'interno c'è invece il Gir Forest National Park, dove potrete vedere, anche se un po' spelacchiati, gli ultimi leoni rimasti in Asia.
Le gerarchie religiose

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