sabato 16 gennaio 2016

Gujarat 9 - Pormandar

IL centro di Pormadar

La ressa nel Kirti Mandir
Certamente questa dei sadhu di cui vi ho parlato ieri, è una realtà interessante in questo paese e ne incontreremo ancora molti durante il nostro viaggio, in particolare al Mela di Pushkar dove arriveremo verso la fine. L'India è piena di questi personaggi che hanno abbandonato la vita sociale per dedicarsi ad una attività "contemplativa", nel senso che non comporta il lavoro, ma solamente il vivere di elemosine girando da un luogo sacro all'altro. E' una realtà difficile da interpretare; certo, la nostra mentalità di occidentali scafati ti fa subito pensare a una certa tipologia di barbone comune anche sotto i nostri cieli, che fa di una vita randagia e vagabonda una scelta. Qui c'è un sotteso religioso che manca nei nostri, ma non è facile capire quali tra queste schiere di personaggi di pochi bisogni, se non quello di una scarsa alimentazione, sia motivato davvero dall'afflato religioso e chi da una scelta di vita di fancazzismo, anche se questo obbliga la rinuncia alle lusinghe del consumismo (smartphone a parte). Certamente in questo momento schiere di questi personaggi saranno già in marcia verso il Kumbha Mela, il grande raduno annuale che quest'anno si svolgerà ad Haridwar e che rimane uno dei miei desideri indiani ancora riposto nel cassetto, ma un domani chissà.

Dalla camera in cui nacque Ghandhi
Invece noi riguadagnamo le rive dell'oceano per attraversare Porbandar, una cittadina nota soprattutto per essere la città natale di Ghandhi, la cui casa è stata trasformata in tempio, dove il classico affollamento indiano crea ingorghi su è giù per le scalette che conducono alle camere interne dove visse la sua famiglia di origine. Tutti questi luoghi storici sono in linea generale più interessanti per osservare la vita caotica che li pervade, che per il loro valore intrinseco. In effetti è molto divertente, visto che questo Kirti Mandir è proprio situato a fianco della piazza centrale, aggirarsi un po', evitando vacche e mototaxi che si infilano dappertutto, nelle vie laterali che ospitano il consueto mercato ricco di presenze colorate e fotogeniche anche se la tua inconsueta presenza pone più che altro te al centro dell'attenzione. Ma è così divertente scegliere un po' di frutta sui banchetti, contrattare qualche miserevole rupia, constatando poi di avere pagato comunque il doppio di un locale, ma queste papaye, quando te le taglierai a fette, la sera nel giardino del tuo albergo, hanno il particolare gusto di vita reale assieme alla incomparabile dolcezza del ...chilometro zero, ahhahahah, questa idiozia mi è proprio è scappata, sapete come la penso a proposito ma me l'avete proprio tirata per i capelli.

Il labirinto
Già che sei qui conviene fare un salto anche al Sudama Puri Mandir, luogo di nascita del brahamano Sudama a cui lo stesso Lord Khrishna lavò i piedi per dimostrare rispetto ed umiltà. Curioso come all'interno di tutte le religioni i topoi si ripetano con insistente costanza. Forse è questo il motivo per cui i fedeli vogliono percorrere un curioso labirinto senza pareti, solo segnate sul terreno prima di entrare. Sarebbe semplice scavalcare il segno ed andarci direttamente, ma così riconosceresti la tua impotenza, la tua tendenza a sgarrare alla regola, con la sicumera prepotente di chi fa quello che gli pare, un po' come la doppia linea continua rappresenterebbe un muro invalicabile che solo la tua voglia di trasgressione ti spinge a travalicare. L'animo umano sa affacciarsi su abissi mentali difficili da investigare e da percorrere, non c'è niente da fare, siamo complicati. Ma la strada prima di arrivare alla nostra meta è ancora lunga e corre adesso verso il mare di cui senti il ruggito sordo dell'onda lunga al di là di una altissima duna costiera che prosegue per decine e decine di chilometri, mentre, verso la piana infinita dell'interno si susseguono lontane, le innumerevoli incastellature delle pale eoliche gigantesche che punteggiano tutta questa parte di India assetata di energia.

Il mare
Una sorta di faro segnala una stazione naturalistica di protezione delle tartarughe marine. Cammini fin sulla duna alta e continua, poi sul crinale ormai scoperto anche dalla rada vegetazione, si apre davanti l'immensità dell'oceano. Qui le onde farebbero forse la gioia dei surfisti australiani e una piccola folla si riversa sulla riva amplissima per andare a bagnarsi direttamente in questo mare. Un'abitudine inconsueta per questo popolo che però visivamente rappresenta un'occasione di grandissima festa e divertimento, con questi ragazzi che corrono lungo la riva assaliti dall'onda che risale veloce la battigia e le donne che a gruppi si avvicinano timorose, poi vengono travolte dal cavallone maligno che le fa cadere in acqua finché non si ritrovano tutte a mollo bagnate fradice ridendo e divertendosi un mondo. Questi meravigliosi sari colorati che che si incollano sulla pelle nel caldo abbraccio dell'oceano devono avere un senso di sacro pari almeno alle immersioni rituali che si svolgono nei diversi luoghi santi del paese, come Varanasi, quando la discesa dei gradini per incontrare l'abbraccio dell'acqua è un momento di un sentire che noi abbiamo perduto, almeno da quando anche nella nostra cultura avvenivano i battesimi antichi.

La processione
Comunque la presenza di questi gruppi di gitanti che giocano con l'acqua non disturba la venuta notturna delle tartarughe che arrivano da sud e depongono le uova tra la sabbia. Gli addetti poi, le tolgono con badili appositi raccogliendole nella stazione al sicuro e seguendole non solo fino alla schiusa ma allevando i nuovi nati per qualche mese, fino a quando non sono abbastanza robuste da poter essere rimesse in libertà evitando la decimazione della famosa corsa verso il mare in cui la maggior parte diventerebbe cibo per gabbiani. Grandi invasi sono pieni di tartarughine nelle diverse fasi di crescita. Questa procedura può essere ovviamente criticata in quanto manca la selezione naturale che consente solo la sopravvivenza delle tartarughe più forti, facendo arrivare alla salvezza anche quegli individui che genereranno una prole indebolita e forse neppure più in grado di avere l'istinto di raggiungere l'acqua, fatto sta che qui il ripopolamento è molto forte e questa è la scelta governativa. Poi ognuno dica la sua.


Cooptata verso il tempio
Un ultima oretta di guida e siamo a Dwarka quasi alla punta estrema della penisola, una cittadina raccolta attorno ad un altro famoso santuario sulla riva del mare: il Jagat Mandir, dove alla sera una grande folla sciama per le vie per arrivare alla funzione della sera dove i sacerdoti cantano le lodi di Khrishna. Le strade sono già piene di gente. Un gruppo di donne segue una banda di strumenti che, suonando, si dirige verso l'alta cupola che si scorge sopra i tetti delle case. Un giovanotto ha in mano un mazzetto di banconote da 10 rupie; al momento topico quando trombette e tamburi hanno raggiunto il diapason le scaglia in alto agli astanti, evidente simbolo di prosperità per il nuovo anno che comincia dopo il Diwali. Noto però che un paio di ragazzini quatti quatti sono incaricati di raccogliere i soldi e di riconsegnarglieli al più presto in modo che possano essere nuovamente lanciati al prossimo angolo di strada. Gli uomini suonano e fanno il passo, ma le ragazze sembrano invasate e corrono qua e là cercando di raccogliere proseliti a questa processione colorata e mistica allo stesso tempo. Cantano e ballano le lodi al Dio passandosi l'un l'altra un grande cesto pieno di fiori e di offerte che a turno devono portare in equilibrio sulla testa. Tiziana viene subito coinvolta e trascinata via dal gruppo delle più scatenate, d'altra parte trovandosi col cesto in mano non si può certo lasciarlo cadere. Comunque è meglio andarle dietro perché sta venendo buio e dall'interno del tempio suoni ritmati di cembali richiamano la folla tra la selva misteriosa dei pilastri di pietra.

Jagat Mandir


SURVIVAL KIT

Tatuaggi Rabari
Porbandar - Città di circa 150.000 abitanti a un centinaio di km da Junagadh sul mare. Da vedere Il Kirti Mandir, casa natale di Ghandhi oggi tempio affollatissimo di visitatori, i centro della città, molto "nature" e il  Sudama Puri Mandir, non molto interessante. Proseguendo poi sulla costa per altri 100 km, più o meno a metà strada si trova il centro di conservazione delle tartarughe marine, ben segnalato. Attenzione a bagnarsi perché qui il mare è piuttosto pericoloso.  Infine si arriva a Dwarka (30.000 abitanti), città ricca di importanti templi tra i quali il più grande è il Jagat Mandir del 1500 che sorge sul mare nel punto in cui la tradizione vuole fosse costruito un primo edificio templare dallo stesso Khrishna, con una shokhara di 78 metri e 72 pilastri scolpiti mirabilmente. Qui ogni sera si svolgono frequentatissime cerimonie con canti e danze. Ingressi separati per uomini e donne data la ressa notevole. Vietato introdurre alcunché, per cui andateci lasciando tutto in macchina o in hotel. Altra esperienza per stomaci forti.

Da Juganadh a Dwarka



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