Spesso guardare un singolo, piccolo ideogramma cinese, e ragionarci un po' su ricercando i significati delle singole parti, può dare la stessa soddisfazione che leggere un trattato filosofico. L'amico Gianni, esperto in materia, mi faceva notare l'altro giorno le implicazioni semantiche del carattere 住 - zhù, uno dei verbi più usati che significa Vivere, abitare, dimorare, fermarsi, stabilirsi. E' una notazione abbastanza semplice anche se è costituito da due ideogrammi radicali. A sinistra la semplificazione di 人 - rén - Uomo, Persona e a sinistra 主 - zhǔ: Padrone, Signore. Quest'ultimo, poi, si ottiene dal più semplice 王 - wáng: Re, formato a sua volta da tre trattini orizzontali (Uno significa l'Individuo, tre sono già da considerarsi un Popolo e il tratto verticale che li accomuna e li unisce indelebilmente va a formare la figura del Re che non sarebbe nulla senza il suo popolo). Bene, ora il Re è una figura di riferimento istituzionale, potremmo dire teorica, ma quel trattino che gli si aggiunge sopra, è un qualche cosa di più di una semplice corona istituzionale, è quello che trasforma l'astrazione dell'istituto in persona reale, con quel piccolo segno in testa, il Re diventa Padrone e come di certo si intendeva un tempo Signore assoluto. Ma attenzione quel piccolo segno non è tanto un simbolo di forza, ma rappresenta la fiammella del sapere e della conoscenza. Quindi il vero Signore è anche un maestro saggio e illuminato e per questo deputato a prendere le giuste decisioni. Quindi con ogni diritto di decisione, è l'unico legittimato ad operare per il bene del popolo stesso senza intermediari e distinguo, concetto questo ben fermo tutt'oggi nella mentalità del popolo e della nomenclatura cinese.
Cosa che in occidente spesso desta stupore ed incomprensione. Per riassumere quindi, ecco che accomunando i due concetti di Uomo e Padrone, si può concludere che Là dove l'uomo che è padrone di se stesso e delle proprie azioni, quello è il posto da eleggere a propria dimora. Insomma l'uomo è signore nel luogo in cui vive. E ovviamente può imporre le decisioni e le sue volontà in modo assoluto e senza discussioni. Non ci sono mediazioni o sfumature. La Cina non è il mondo del relativismo moderno, la verità è una ed è quella che decide il capo, agli altri non rimane che obbedire, se non si vuole turbare l'armonia del vivere. Il capo può sbagliare e operare malamente, non importa, il concetto confuciano, che rimane profondamente radicato nella mentalità orientale è: pazienza, sarebbe molto più dannoso per l'equilibrio della società, se alla legge sbagliata non si ubbidisse e non la si eseguisse mettendola continuamente in discussione, perché verrebbe minato il meccanismo di funzionamento dello stato stesso. Una volta accettato il principio che si può disobbedire, ogni cosa potrebbe essere rallentata e boicottata e il funzionamento della società civile crollerebbe nel disordine, nell'anarchia più assoluta, il massimo spauracchio dell'est del mondo. Come siamo distanti dal pensiero occidentale lo lascio esaminare a voi, tuttavia mi sembra importante cercare di capire i motivi delle cose. Se le conosci puoi affrontarle con più facilità e superarle nel momento in cui ti ci puoi trovare in contrasto. Questo vale per tutte le culture e se le ritieni avversarie o peggio nemiche, devi conoscerle a fondo, senza disprezzarle, se vuoi batterle, teniamolo sempre a mente.
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