mercoledì 20 aprile 2016

Bufale un tanto al chilo



Come mai facebook è così pieno di bufale un tanto al chilo? D'accordo la spiegazione è risaputa, chi le studia e le pubblica ci guadagna, sfruttando la massa coglionifera che non solo ci crede e le va a vedere cliccandoci sopra e dando così un guadagno pubblicitario, il cosiddetto pay per click, ma poi, e questa è la cosa più utile al bufalaro, la condivide e mette in moto il cosiddetto meccanismo della catena di Sant'Antonio. A chi la crea attraverso il suo sito da cui trae i guadagni, non interessa affatto se questa moltiplicazione virale sia dovuta alla cattiveria e all'odio che pervade chi la moltiplica o se chi lo fa è preso dal sacro sdegno del puro, del neoreligioso vegano del bio o dei no tutto, l'importante è che la cosa si moltiplichi e provochi il massimo numero di contatti. Ovviamente ci sono alcuni metodi perché questo funzioni. Il sito, per prima cosa deve dichiararsi decisamente di parte e massimamente scorretto per attirare gli adepti di questo carico di odio che aleggia nel popolo bue.  Si può prendere spunto da qualsiasi cosa, meglio se ha una pur minima vicinanza col reale, una frase, qualche parola detta da un rappresentante della parte odiata che si possa interpretare nel più malevolo dei modi e poi sparare un bel titolo odioso che attiri il peggio del web. 

Inoltre la notizia deve essere comunque non completa ma lasciata a metà o come in sospeso per mancanza di spazio in modo che venga il desiderio di leggerla completamente cliccando sul link che rimanda la sito generando il guadagno pubblicitario. Spesso i proprietari di questi siti, quelli che ci guadagnano insomma, non hanno neppure vicinanza di credo con le campagne di odio che suscitano e seminano. Magari sono proprietari di siti diversi che manifestano per credi opposti, che ne so, gruppi antivaccini e caccia agli immigrati. Sembra che gli inviti a condividere, tipo chi non condivide è un... ecc. ecc. con le varie minacce o sdegno, non funzionino più, meglio lasciare in sospeso, basterà l'odio del lettore e la sua appartenenza ad una cosca di massimalisti talebani a fare la magia e la moltiplicazione avrà luogo naturalmente. Così facebook oggi è pieno in massima parte di questa robaccia, antigoverno a prescindere, antimmigrazione un tanto al chilo e animalismo veganbiologico  naturalistico. Per la verità se la gente è contenta così, faccia un po' come le pare. E' anche divertente leggere i titoli però perché da lì si può avere un bel panorama di quello che agita le pance della gente. Oggi ce n'era una bella sul fatto che stia per scattare un fantomatico obbligo per chi coltiva un orto, di avere un costoso patentino per l'uso dei prodotti necessari. 

Ovviamente i commenti stupiti e inorriditi di chi moltiplica questa cazzata, hanno pescato in diverse pozze fangose, quella di chi detesta il governo e quindi ogni provvedimento è a danno del popppolo, quella di chi vede in ogni cosa un aumento delle tasse (che in generale cerca se possibile di non pagare), quella dei biominchiologi, perché c'entrano i cattivi pesticidi e in generale quella di chi basta voler complicare gli affari semplici. In realtà se chi parla avesse un minimo di conoscenze di quello di cui sta ragionando (parola grossa) saprebbe che il patentino per l'acquisto e l'uso di antiparassitari c'è da quasi 50 anni, dato che si tratta di veleni pericolosi che non si possono dare al primo che passa e che se non capace ad adoperarli, ci lascia la pelle, ma non importa. E' tutto un florilegio di commenti, incredibile, ma guarda cosa si inventano questi bastardi per rubarci i soldi, governo ladro e così via. I più divertenti sono quei dementi che ci leggono l'ennesimo complotto per mettere i bastoni tra le ruote alla sana agricoltura familiare a favore delle cattive multinazionali della bieca industria agricola. Certo che questo danneggerebbe le ancor più cattive multinazionali dei fitofarmaci tipo la odiata Monsanto, ma di questo non si sono accorti, pazienza. Verrà fuori un'altra battaglia nella bufala di domani.


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2 commenti:

Juhan ha detto...

Non ho mai sentito nominare la Syngenta, solo e sempre Monsanto. E pensare che quella abita vicino al mio amico Walter. Forse è tutto un gomblotto; forse c'entra anche Walter ---uhmmm, no, sicuro che no.

Enrico Bo ha detto...

@Juh - troppo difficile da pronunciare e poi è sempre un gomblotto

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