La Sacra di San Michele |
Sabato mi sono fatto una bella scampagnata nel torinese, sotto la Sacra di San Michele che incombe dall'alto come un memento mori medioevale, su tutta la valle No Tav per eccellenza. Motivo di fondo la visita ad una interessante realtà locale: il Birrificio Artigianale San Michele. Grazie all'organizzazione del Museo di Agricoltura del Piemonte con cui, tra un paio di settimane partirò per una visita assolutamente culturale nella bassa Toscana, chè non di solo pane vive l'uomo e anche lo spirito va coltivato. Quella di oggi era invece una visita tecnica, anche per prendere un po' le misure a questo fenomeno in grande crescita dei birrifici artigianali che nel nostro paese si sono messi con intelligenza a cavalcare un'onda di marketing molto interessante e che sembra pagare dal punto di vista della riuscita economica. Naturalmente qui nasce tutto un discorso in cui chi mi legge sa già come la penso su questa tendenza gastrofighettara di andare a ricercare particolari nicchie che interessano appunto gli appassionati disposti a spendere molto per trovare quel percento in più di qualità particolari che fondano il loro interesse soprattutto sugli aspetti della rarità o del rimpianto del passato che non torna più. Ma per carità, se tutto funziona e produce business, lavoro e PIL, ben venga e si dia spazio alle idee.
Qui, intanto abbiamo il fascino della collocazione in un antico edificio industriale del 1860 riadattato e ben rimesso in ordine ed immerso in un paesaggio molto attraente con la montagna dietro, sulla cima della quale, la sagoma della Sacra si pone con tutta la sua maestosità, ricordandoci anche il mistero che circonda questi luoghi, dal monte Musiné teatro di antiche leggende e moderni avvistamenti di navi spaziali, molto attenzionato, direbbero i Carabinieri, dagli Ufologi italiani. Poi. la visita organizzata allo stabilimento permette anche ai profani, la piena comprensione dei meccanismi tecnologici della produzione di quella che, probabilmente è la più antica bevanda del mondo. La fermentazione dei cereali per produrre una sorta di beverone dissetante ancorché moderatamente alcoolico, risale nientemeno che alla mezzaluna fertile con la nascita dell'agricoltura, dai Sumeri fino a passare all'antico Egitto dove, assente la moneta, sembra che la birra facesse parte del pacchetto di pagamenti con cui veniva compensato il lavoro dei costruttori delle piramidi.
Il birrificio |
Qui a San Michele si è scelto di privilegiare, proprio come è richiesto da questa nicchia di nuovo mercato, una linea cosiddetta artigianale che si estrinseca in una produzione di piccolissime quantità di birre particolari, qui se ne fanno addirittura 13 varietà diverse, che non essendo pastorizzate, conservano una serie di sfumature di profumi e di gusti tali da incuriosire gli amatori. La produzione globale annua è intorno ai 500 ettolitri, ma in continua crescita, anche perché le richieste specialmente dall'estero aumentano notevolmente, tanta è la ricerca di questi prodotti particolarissimi. Naturalmente i prezzi sono in linea con i costi che una produzione di questo tipo richiede e subito sono interessanti da valutare le differenze rilevabili con la visita fatta lo scorso anno con il Museo al birrificio tedesco Ayinger che, pur essendo di piccolissime dimensioni per i metri teutonici, di birra ne produce circa 150.000 ettolitri per anno, tanto per dirne una. Comunque qui a San MIchele ovviamente il prodotto è un altro e altre sono le cose che gli amatori ricercano. Quindi è stato un piacere poter assaggiare almeno alcune delle diverse varietà a disposizione che hanno tutte il nome di diverse opere liriche, idea molto apprezzata all'estero.
Non per altro al birrificio è accoppiato, come ci insegnano i tedeschi, una locanda/birreria, piuttosto frequentata, dove avrete la possibilità di gustare le diverse birre accoppiate a piatti idonei. Una soluzione finale molto apprezzabile che con prezzi abbordabilissimi, attorno ai 12/14 euro a piatto, vi consentirà di avere, stinchi tenerissimi, succulenti cosciotti di maiale, spezzatini delicati e altre piacevolezze del genere, per finire coi dolci della casa: il Birramisù, la Birracotta (squisita che ho provato io) e la Birra catalana. Tra le birre provate ho trovato particolarmente gradevoli la Tosca, una pilsner classica leggera e dissetante, gradevolmente amara e dai sentori d'erbe alpine e la Traviata, una bionda al miele decisamente più corposa dalle note gradevolmente dolci davvero indicata per le carni di maiale. Se vorrete risalire la Val Di Susa per andare a qualche dimostrazione di No Tav, da qualunque parte stiate, io, una sosta premiata qui, ce la farei verso mezzogiorno, tanto per avere un'idea, tra l'altro se mangiate lì, la visita di 45 minuti circa, che si svolge sia al sabato che alla domenica, è gratuita.
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2 commenti:
Ce l'ho a due passi da casa e non ci sono ancora mai stata. Comunque non lo sapevo, mi gioco la carta del birrificio per convincere Lore a fare una gita ^_^
@Cic- secondo me merita abbinandola alla visita della Sacra
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