lunedì 30 maggio 2016

Deglet-ennour

Oasi di Ourgla - Algeria - gennaio 1978
Deglet-ennour, dito di luce: è il nome della varietà di datteri più pregiata. E' un dono del deserto, certo, ma come sempre la natura c'entra poco. E' l'intuito e l'ingegnosità umana che ha saputo attraverso millenni di lavoro, selezione ed intuizione, creare, migliorando una specie selvatica, questa pianta. Certo quando tra la sabbia apparentemente morta, trovi la palma carica di questi frutti deliziosi, pare davvero di essere nell'oasi delle barzellette, i quattro alberi tra le dune che non sono un miraggio, ma un punto di sosta privilegiato tra i mille colori del deserto. Stavano lì, solitari, vicino a un piccolo pozzo circondato da capre all'abbeverata nel vicino vascone malconcio; poco più lontana in un avvallamento, una tenda beduina, sotto la quale indovinavi un pastore assonnato, una donna dai capelli nerissimi e ornata di collana pesanti, fatte di monete d'argento che scaldava il pentolino del thè e qualche bambino che ruzzava nella sabbia. Adesso sembra impossibile ma in quel tempo traversare questo tratto di Sahara per Tamarasset, non muoveva alcun senso di paura. 

Due ragazzi ci si potevano avventurare senza problemi con una A112 a noleggio, bastava calcolare l'acqua e la benzina necessaria in sovrabbondanza. Dovevi solo decidere se seguire la strada verso sud o fare la traversata verso ovest per raggiungere Timimoun, la regina rossa delle sabbie sulla Bidon Cinq. Il deserto come simbolo di libertà assoluta, spazio infinito in cui perdersi o in cui ritrovarsi, mondo senza confini in cui dare un senso a quel desiderio interno insopprimibile che ti aveva spinto a partire, lasciando a casa la voglia del ritorno. I colori della sabbia riempivano i tuoi occhi di domande senza risposta. Fare pochi passi oltre la duna fino a che la strada era scomparsa ti portava in una saga fantasy di un pianeta lontano. Quattro palme cariche di frutti ad attenderti come per un appuntamento lungamente preparato ed atteso. Dita di luce, marroni, enormi, pastosi e dolcissimi per rallegrare il viaggio, per dargli un senso, per aiutarti a capire la vita.


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1 commento:

Pierangelo ha detto...

Stupendo, riesci a rendere poetico anche il deserto.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 116 (a seconda dei calcoli) su 250!