lunedì 9 maggio 2016

La consueta grigliata



E anche quest'anno è venuta l'ora della famosa grigliata di primavera. L'occasione ormai tradizionale per la compagnia di ritrovarsi dopo un inverno uggioso e solitario e programmare la voglia di estate, raccontarsi le mille magagne sopraggiunte, rallegrarsi vicendevolmente di aver passato l'inverno, insomma constatare di essere ancora vivi. Magari alla fine la scusa è quella, ma poi si tratta sempre di fare la solita famigerata abbuffata in compagnia, sotto le mura severe del forte che sta sempre lì, come la fortezza Bastiani a guardia del nulla, custode muto dei ricordi di una vita. Alla fine, come capita ormai da un certo periodo a questa parte complice una climatologia avversa, ma cosa vuoi che faccia ai primi di maggio, se non nebbietta leggera e pioggerellina gelida, invece di fare come gli uomini veri che affrontano il monte bardati di tutto il necessario, ci si rintana nella piccola Versailles dell'amico anfitrione che la apre alla folla numerosa e ingorda, carica di pacchetti e quanto necessario alle nostre anziane ma sempre fameliche bocche. 

Ma state tranquilli, non starò a raccontarvi della serie infinita di salumi, torte salate, frittate di ogni tipo, insalate e verdure alla griglia, né della varietà di carni, bistecche e capocolli, luganighe preziose, tomini e scamorze sapientemente affumicate, che hanno onorato la griglia dell'antico caminetto. Troppe ne ha viste quel luogo per meravigliarsi ancora. Inutile anche fare l'elenco stucchevole dei dolci che hanno aggiustato la bocca a quegli stomaci mai esausti ed alle pance mai dome. Dosi robuste di Nebbiolo, Barbaresco e di Sauternes, hanno aiutato certamente, molto ben aiutato direi. Ma forse quel calore così presente nell'aria, accresciuto dalla note illanguidite di un pianoforte prosseneta, non derivava solo dalla fiamma viva e dall'odore di resina e di bosco dei camini, ma dall'amicizia antica che impregna da tempo quei muri. Adesso non ci resta che aspettare l'estate.

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