mercoledì 15 giugno 2016

Viaggio in Toscana 3 - Buonconvento



Colline della Val d'Arbia

Buonconvento - La porta senese
Buonconvento riposa da secoli in fondo alla valle, circondato dai colli e difeso da secoli dal fossato e dalla sua cinta murata contrassegnata da eleganti archetti e da una serie infinita di merli guelfi che identificano la sua antica posizione antimperiale. Le mura solide ed immobili da secoli, un tempo solido baluardo e sicurezza per la gente del borgo e non solo, dietro le quali cercare rifugio e salvezza quando le soldataglie percorrevano in lungo e in largo quella serva Italia di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta. Certo che poi non va mai bene neanche se il nocchiero c'è, ma questo è un altro discorso. Naturalmente a poco son servite quando sono cambiati i termini delle lotte ed ecco che la porta Romana oggi non c'è più, distrutta dai tedeschi in ritirata nel '44, oppure ancora meno quando è stato impossibile opporsi non alla furia dell'uomo ma alla sua incuria unita alla vendetta della natura durante l'alluvione devastante di pochi anni fa che ha massacrato l'interea Val d'Arbia. Comunque il borgo sta lì come addormentato e silenzioso, immeritatamente un po' a lato rispetto alle grandi correnti turistiche, anche se qualche negoziante ci tiene a rimarcare che i pellegrini che vanno verso Roma, passano a frotte specialmente ora durante l'anno santo. Infatti se ne vedono di tanto in tanto con bastoncini da nordic walking d'ordinanza e zaino moderatamente affardellato, attraversare la via del centro tra gli sguardi compiaciuti dei gestori di bar e ristorantini, abituati da secoli a questa transumanza sacra che comunque qualche soldo porta sempre con sé. 

I personaggi della mezzadria
D'altra parte qui siamo sul ramo principale della via Francigena e di questo si è sempre campato oltre che di agricoltura, povera per la verità, data la qualità delle terre che circondano tutta l'area. E proprio sotto le mura a fianco della porta Senese, in un recuperato ed ampio edificio seicentesco, ha sede il Museo della Mezzadria, unico nel suo genere, che si propone di illustrare tutti gli aspetti etnografici, storici ed economici che ha caratterizzato i rapporti di lavoro agricolo, questo particolare e diffusissimo contratto di gestione della terra. Questa visita fa parte dell'interesse che i viaggi organizzati dal Museo dell'agricoltura del Piemonte offre ai suoi partecipanti, quello di non puntare soltanto agli aspetti squisitamente artistici o naturalistici delle mete individuate, ma anche di inserire temi riguardanti l'agricoltura in ogni suo aspetto, cosa che rende molto più completo ed interessante anche il ritornare in luoghi già visti. Questo museo, che espone una ricchissima collezione di oggetti anche del secolo scorso presenti nelle campagne della zona, pone particolare attenzione agli aspetti sociali che introduceva il rapporto tra proprietario terriero, generalmente latifondista dell'800 e la grande famiglia mezzadrile attraverso una ricca documentazione fotografica che contiene anche rari filmati d'epoca e interviste ad anziani che quel tempo ancora conoscevano da vicino. 

La bici dell'esorcista
Insomma uno spaccato interessantissimo per conoscere un mondo che oggi non esiste più, ma che ha condizionato molti aspetti della storia recente. Aggirarsi tra le grandi trebbie d'epoca e le tante macchine agricole ben esposte, ravviva vecchi ricordi in chi ha ancora qualche legame con quel passato, nei giovani invece può invece aprire allo stupore che tempi relativamente vicini abbiano avuto tali inconcepibili situazioni di vita. Direi che comunque vale la pena dedicargli un'oretta, anche soltanto per godersi la collezione delle cosiddette biciclette dei mestieri, che giravano per le campagne e per i borghi cariche degli strumenti necessari a svolgere attività specifiche. Un laboratorio artigiano tutto racchiuso in un semplice mezzo di trasporto, da quella dell'ombrellaio, all'arrotino che portano con sé meccanismi geniali, fino all'impagabile bicicletta dell'esorcista con un carico di strumenti e valigette misteriose che evidentemente aveva un suo mercato piuttosto richiesto. Una sosta tranquilla in cui trascorrere la serata, gustandosi magari una bella ribollita in una feesca serata di tarda primavera.


SURVIVAL KIT

Buonconvento - Piccolo borgo murato, buona base per vedere i dintorni. Da vedere le mura, il museo d'arte sacra, e il museo della Mezzadria. Potrete decidere di fare tappa qui per la notte in uno dei tanti fascinosi agriturismi dei dintorni oppure utilizzare il comodo Hotel Ghibellino - via Dante 1, un po' caro, ma proprio al centro del paese, per godere del clima antico e tranquillo che si respira nel paese. Per la cena, diversi ristorantini nella via principale, noi abbiamo provato il Roma, trattoria tipica di un tempo per rimanere in tema, rustica ma a prezzi congrui senza aspettarsi molto.

Museo della Mezzadria - Ben esposto, ricco interessante. Approfittare della visita guidata se siete in gruppo per le interessanti spiegazioni di una guida appassionata. Apre su richiesta per i gruppi, se no venerdì pomeriggio, sabato e domenica- 3 €, 5 se combinato col museo di arte sacra poco vicino - Da non perdere.


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3 commenti:

Juhan ha detto...

Una volta il mondo era migliore; se qualcosa non andava mandavi un messaggio all'esorcista che arrivava subito perché la sua bicicletta si districava bene negli ingorghi del traffico.

Claudia Boccini ha detto...

Ciao! Sono arrivata sul tuo blog proprio perché ho visto che hai scritto di Buonconvento, il mio paesino d'origine. Sono contenta che ti sia piaciuto! Buonconvento è anche famoso per le sue ville Liberty (il Museo dell'Arte sacra è inserito proprio in una delle case signorili decorate con fregi artistici) ed anche per essere stato citato da Dante nella Divina Commedia in relazione ad Arrigo VII di Lussemburgo. Nei dintorni del borgo - due-tre chilometri di distanza - da vedere ci sono i Castelli di Bibbiano e di Castel Rosi, la Pieve di sant'Innocenza a Piana, la magnifica Abbazia di Monte Oliveto Maggiore. Io ho ricordi infantili di campi di grano immensi, dorati sotto il sole del tramonto, vigneti carichi di grappoli (ora purtroppo eliminati), feste della trebbiatura vissute tra balli e stornellate. Un bel paese dove fare base! Grazie per aver scritto di Buonconvento!

Enrico Bo ha detto...

@ Ju - al massimo ti dava una benedizione e il diavolo grillolegaiolo se ne andava saltellando sullasua ruspa.

@ Cla - Grazie a te i luoghi sono davvero magnifici, l'altro ieri infatti ho scritto di Monte Oliveto e nei prossimi giorni proseguirò per il mio purtroppo breve itinerario toscano. non trovo il tuo blog, com'è il link?

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