lunedì 13 luglio 2020

Luoghi del cuore 28: Budapest tra palazzi e caffè


Il belvedere di Buda - Budapest - agosto 1985

Il Danubio
Nell'85 i cosiddetti paesi oltre cortina erano ancora di accesso meno frequente, tuttavia girarci non era più così complicato come qualche anno prima, anzi ci si andava tranquillamente col solo passaporto, all'interno poi respiravi un'aria decisamente rilassata di dittatura lasca e in piena crisi che si stava avvitando sul suo stesso fallimento tecnico e aspettava solo di accartocciarsi su se stessa. Allo stesso tempo il turismo straniero era piuttosto infrequente e girare per campagne e città era decisamente infrequente, venivi squadrato dai passanti come un rarità inconsueta, in un misto di simpatia ed invidia. Budapest appariva allora una capitale piuttosto sonnolenta, senza la bellezza misteriosa di Praga e neppure la disperazione impotente di Bucarest, ma le sue linee di città mitteleuropea che comunque era stata un po'di decenni prima la città numero due di un impero e che impero, contribuivano a mantenerne una presenza di dignitosa signorilità. Sarà stato il Danubio che scorreva lente ma poderoso a ricordare che in fondo Vienna ed i suoi fasti erano ancora vicinissimi, sarà stata la collina di Buda affacciata sulle acque con le sue costruzioni eleganti, insomma sarà stata pur di serie B, ma la mia impressione fu di una capitale di grande piacevolezza. C'erano ancora bei caffè nelle piazze davanti alle chiese e passeggiare lungo le rive del Danubio, forse più grigio che blu, dava un grande senso di tranquilla piacevolezza. 

Il café Gerbaud
Traversare i ponti sul fiume, dava poi scorci piacevolissimi sull'isola Margherita ed il grande parco che la occupa per intero. Insomma un luogo dove ti viene subito la voglia di sostare a lungo, sederti a qualche tavolino e mangiare gulash, bevendo birra. Sono sicuro che adesso ci saranno locali bellissimi per appagare queste voglie. Allora un poco latitavano, ma la giornata passava comunque in maniera deliziosa passeggiando e guardandosi intorno. Dall'alto della collina, i panorami sembravano ancora più belli. Rimasi a lungo in una specie di garitta di pietra del grande castello, a picco sul fiume a sentire il passaggio dell'acqua. Un senso di pace che ho provato in pochi altri posti. Budapest mi diede subitola sensazione di un luogo dalla bellezza discreta, senza l'arrogante magniloquenza della prima della classe, senza ombre cupe di palazzi austeri. Lo stesso parlamento lungo il fiume, ha linee gentili, anche se ispirato ad altri, certo più imponenti, per non parlare poi delle sue chiese museo. Insomma, non nego che mi piacerebbe tornarci per vedere se riuscirei a ritrovare la stessa atmosfera provata, seduto ad un tavolino del Café Gerbaud, guardando i marmi colorati e decori di fine '800 e gli stucchi, immaginando, nel sottofondo discreto di un'orchestra di archi, l'arrivo di damine eleganti e ussari baffuti. Di certo avrei più difficoltà a parcheggiare il mio camper grigio topo, che allora nelle strade deserte di mezzi, non aveva difficoltà di sorta, a parte lamulta per divieto di sosta,che poinon fu mai pagata.
Farmacia antica




Chiesa di S. Mattia - Buda
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Il parlamento


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