venerdì 24 luglio 2020

Luoghi del cuore 37: Il formaggio di Alkmaar


Le gondole per la pesa del Gouda - Alkmaar - Olanda - agosto 1989


Costumi tradizionali
Di certo l'Olanda in questo periodo, da noi, non è molto di moda, anzi diciamo pure che la maggior parte degli italiani ce l'hanno a morte con gli amici olandesi, naturalmente a torto, come sempre quando si parte da considerazioni sbagliate, ma questo è il vento che tira e se per caso, chiacchierando suggerisci a qualcuno di andare a fare un giro da quelle parti il meno che tu ti possa sentir dire è: che se li mangino i loro tulipani, a meno che non si tratti di un cercatore di erba ma di altro tipo. Figuriamoci a parlare di formaggio. Eppure in una delle diverse volte che sono stato nel paese degli zoccoli e delle dighe, pensate che ho frequentato addirittura un corso sulle patate da seme all'Università di Vaageningen (una scusa naturalmente per il solito viaggio incentive che ai tempi andava di moda e per saperne di più vi rimando a questo divertente pezzo postato una decina di anni fa), dicevo, una delle esperienze più piacevoli ed interessanti è stata quella del mercato del formaggio di Alkmaar. Certo non sto a parlarvi di formaggi in casa dell'impiccato, visto che sto qui, la confine tra Francia e Italia, paesi che vantano non meno di 400 varietà di formaggi diversi a testa, tra i quali ci sono di certo i più interessanti del mondo, ma per onor di firma e non per sminuire, i nostri amati amici olandesi ne producono almeno 5 o 6 piuttosto noti e, oltre al Maasdammer, da noi conosciuto come Leerdammer che è il nome della ditta più importante che lo produce, ne propongono almeno due altrettanto famosi, L'Edam, quello con la classica buccia cerosa rossa e il Gouda che presenta invece la buccia gialla. 

Zoccoli
Ora non è che questi prodotti caseari siano così imperdibili da fare un viaggio apposta per conoscerli da vicino, ma nella città di Alkmaar, si tiene ogni venerdì mattina un famosissimo mercato che si svolge sulla coreografica piazza della pesa, la Waagplein, in costume tradizionale, che è un vero e proprio spettacolo che mi piacque moltissimo, durante quel giro attraverso il Benelux, che facemmo nell'89 e con il quale la mia bambina cominciò ad avvezzarsi al viaggio. La città, più o meno delle stesse dimensioni della mia, poco meno di 100.000 abitanti e fondata più o meno nello stesso periodo, presenta un piacevolissimo centro storico, con belle case in laterizi originali e tetti aguzzi con abbaini. Nella famosa piazza della pesa, ci arrivammo piuttosto presto, ma già c'era un certo assembramento di turisti che si assiepavano attorno alla zona dove si sarebbe svolta la manifestazione settimanale. La mia bambina, appollaiata sulle mie spalle, per vedere meglio, era agitatissima al vedere tutto quel movimento e ancor di più non appena cominciarono ad arrivare vecchi carretti carichi di tutte quelle forme di formaggio, tonde e cicciotte, quelle rosse e larghe e più piatte, le gialle, accompagnate da un gran numero di addetti; le donne che accompagnavano il corteo con altissime cuffie di merletti bianchi ed ampie gonne ricamate, gli uomini vestiti di bianco con cappellini che definirei da gondoliere veneziano rossi o blu. 

Trasporto
Subito tutte le operazioni presero un ritmo vorticoso. Le forme venivano rapidamente scaricate e messe su delle specie di gondole ricurve che venivano portate a spalla come portantine da due addetti, che cominciavano una specie di corsetta, con una andatura altalenante buffissima, credo per bilanciare il peso piuttosto elevato, fino ad arrivare alla famosa pesa, costruita addirittura alla fine del 1300, dove si svolgevano le operazioni necessarie e tutto veniva registrato su appositi calepini, dal mastro pesatore. Qui si svolgeva anche una specie di asta per l'aggiudicazione della partita di formaggio appena pesato e quindi il carico veniva trasferito in mezzo alla piazza e deposto nella zona dove il compratore ammucchiava la merce acquistata. Il tutto si svolgeva con grande rapidità. I trasportatori si muovevano quasi in una danza alternata gli uni agli altri senza intralciarsi minimamente ed il tutto avveniva tra le grida e l'incitamento degli astanti, che evidentemente compravano e vendevano ed i turisti che si divertivano un mondo. Anche la mia bimba batteva le mani al massimo dell'eccitazione, sbattendole più che altro sulla mia testa, che amor di padre aveva reso comunque insensibile. Girammo poi ancora tra la grande torre civica, il museo appunto del formaggio, il municipio ed i tanti altri punti di interesse, prima di prendere la strada che portava allo spettacolo della grande diga, ma di quel via vai di formaggi, che tra l'altro neppure assaggiammo, si parlò ancora a lungo negli anni a venire, ricordando quel venerdì mattina.

La grande diga

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