mercoledì 1 giugno 2022

Un tour d'Italie 12


Il macellaio Dario Cecchini all'opera

Vuoi un altro borgo dove proseguire la scoperta? Devi solo decidere quale, tanti ce ne sono all'intorno da perderti nella scelta. Colle Val d'Elsa ad esempio, ti può far trascorrere un altro pomeriggio, anche perché dal Piano, la parte bassa della città, per arrivare al centro storico di Santa Caterina e al Castello te la devi cuccare a piedi con belle salite sull'acciottolato, visto che l'ascensore non fiunziona da tempo, complice la scusa Covid e chissà quando se ne riparlerà. Altri scorci magnifici, altri panorami dall'alto del colle appunto, qualche occhiata alle botteghe del cristallo, vanto locale e poi giù di nuovo a raggiungere la grande piazza che pure ha un suo fascino con il suo solido impianto razionalista che ad una certa ora della sera, se priva di passanti, complice un po' la stagione, un po' il tempo piagnucoloso, appare all'occhio come una visione metafisica di De Chirico. Puoi pure slapparti un gelato ad uno dei suoi bar e goderti la sua calma onirica, d'altra parte bisogna pure riposarsi un po'. Fare il turista è lavoro impegnativo, non si può correre sempre a scendere e salir per l'altrui scale che poi ti vien sete. Quindi anche una sosta premiata fa piacere prima di prepararsi per una gran cena d'addio al Chianti, un festeggiamento che sappia, per una volta, per l'anziano ormai quasi vegetariano, di un sabba onirico di carnivora voracità, quale richiede il territorio e la tradizione per essere ricordato non solo per la sua bellezza. 

Dunque eccoci diretti a Panzano in Chianti, altro borghetto che meriterebbe una visita più approfondita, a testare una nota realtà, magnificata da molti, affermata da anni con uno specifico anche televisivo, criticata da alcuni. Ora tra il tempio assoluto della carne mondiale, al giudicarla una odiosa trappola per turisti, di spazio ne corre molto, bisogna quindi, a mio parere valutare con un certo distacco per riuscire a dare giudizi sereni e scarichi da astio preconcetto o al contrario da lirici entusiasmi condizionati. Così prima di scrivere questo pezzo sono andato a leggermi molti giudizi dai più entusiastici (la maggioranza) ai più velenosi che pongono l''accento più sulla prosopopea e la qualtà dell'accoglienza, che sulla specifica sostanza della esperienza gastronomica. A mio parere bisogna sabere bene cosa ci attende nel prenotare (con molto anticipo) alla Antica Macelleria Cecchini, personaggio televisivo che da anni gioca su questo suo ruolo. Certamente non troverà accontentate le sue aspettative chi pensa di andare in un localino grazioso ed accogliente a gustare una fiorentina di chianina in un tavolo tete à tete, magari a lume di candela. Qui sappiate che si tratta di un locale impostato a stile osteria, sempre molto affollato in cui vi potrà capitare di essere in tavoli comuni a consumare un menù prefissato e accompagnato da vino sfuso. Se volete qualche cosa di particolare ve lo potete comperare nella vicina enoteca e portarvelo al tavolo, che al proprietario fa pure piacere, visto che è sua anche l'enoteca. La carne che verrà servita in assaggi successivi è Angus allevato brado in Spagna, non menatela quindi che vi aspettavate in Toscana di mangiare solo Chianina. 

Tutto questo è noto in precedenza e quindi non darei peso alle critiche pesanti che vanno su questo aspetto, quindi apprestatevi a godere di quanto previsto che a mio parere ha il suo perché, senza lasciarvi toccare la suscettibilità, se capiterà, come qualcuno cita, da una troppo pesante ruvidezza toscana, che forse sarà scappata di mano quando la troppa folla preme, attirata dalla fama, cosa che invece a noi non è parsa per nulla. Forse adesso non si recita più Dante davanti alle griglie, ma qui siete venuti alla fine per mangiare. Dunque arrivi per tempo davanti al negozio (che forse proprio per questo i locali rifuggono) e ti fai largo tra i molti che affluiscono, di norma si servono ad occhio croce almeno 150 coperti. Mentre la gente entra a poco a poco, si passa per il negozio, appunto la macelleria, si inganna il tempo con i crostini all'olio ed al famoso burro di maiale, una pasta di lardo morbidissima mescolata ad un trito di erbe, da spalmare, che a mio parere, è una vera ghiottoneria e si ritroverà poi sul tavolo per ulteriore gradito utilizzo. Il Dario Cecchini, fa il suo show, offrendosi ala folla senza negarsi alle numerose richieste di selfie coi clienti, molti vanno per quello, perché criticarli, d'altra parte la fama se l'è guadagnata negli anni a partire dal famoso funerale della fiorentina nel periodo famigerato della mucca pazza, a ricordo del quale è esposta apposita targa all'esterno della macelleria stessa e sarebbe assurdo non approfittarne, facendo diventare l'attività una macchina da soldi. Mentre prendi posto ai tavoli cominciano a scorrere vassoi gigani ricoperti da imponenti masse di carne divise nei previsti tagli, verso le griglie colossali che rappresentano la cucina vera e propria del locale. 

Nell'attesa che lo sfrigolar di ciccia risuoni nell'aria, viene servito un pinzimonio di apertura, poi di seguito si comincia con la battuta di carne al coltello che viene proseguita da robuste fette di carne di culaccia al sangue, per me assolutamente di giusta cottura. Ora io sono grande amatore della carne di fassona piemontese, forse la migliore dle mondo e di certo la Chianina è altrettanto pregiata, ma io, l'Angus non lo butterei via, come critica qualcuno e devo dire che l'ho masticato con piacere, trovando la tartare molto gustosa ed altrettanto il carpaccio, cosìcché non starei troppo a sottilizzare sulle provenienze se il pezzo ti soddisfa. Tra una portata e l'altra metti giù anche un po' di cannellini, che non guasta. Io non ne mangerei troppi, continuando anche coi crostini al lardo, perché se no non ce la fai a finire il resto, anche se ho letto qualcuno che si lamenta della quantità. Poi in successione arriva un tomawak a mio parere davvero eccellente da rosicchiare con calma, quindi la panzanese, bei cubotti credo di scamone, poi saporiti pezzi di pancia ed infine tre o quattro pezzi di fiorentina. Io francamente non ne avrei mangiata di più, anche se in teoria ne avrei avuto ingorda voglia. Infine arriva una patata fumante cotta alla brace nella stagnola da ricoprire col famoso lardo in pasta e vi assicuro che anche questa è una delizia imperdibile ed per ultima una torta all'olio casalinga che ho trovato assai buona. Caffé da una moka gigante e grappa per finire. Ora, date le premesse siamo andati oltre alle aspettative e mi dichiaro soddisfatto. Non ho saputo resistere all'uscita ad acquistarmi un barattolo del magnifico Burro di maiale, l'appunto tanto decantata pasta di lardo. Poi se la giudicate una trappola per turisti, fate pure, io una capatina la farei, non facendo troppo il cagamaretti e godendomi la serata. Carne diem quindi come prevede il motto del locale.

Il mitico tomawak

SURVIVAL KIT

Antica macelleria Cecchini - Panzano in Chianti - Dopo aver fatto un giro nel magnifico borgo e ovviamente dopo aver prenotato con anticipo, godetevi questa trattoria di grande fama, ottenuta anche con le presenze televisive del proprietario, Dario Cecchini, che ovviamente gioca con la fama acquisita. Sappiate prima lo stile del locale, tavoli comuni, menù fissi, la carne di Angus allevato in Spagna e il vino della casa. Scegliete di preferenza il menù da 50 € (ce ne sono anche da 20 e 30) che comprende crostini, pinzimonio, 5/6 portate di carne alla brace di tagli diversi, una patata alla brace, torta all'olio, vino, caffé e grappa.  Tanti o pochi giudicatelo voi, a me appaioni giusti. Le quantità mi sono apparse più che sufficienti. Anche se non una esperienza mistica, tuttavia l'ho apprezzata.

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